Ieri, mattinata passata
dalla dottoressa per un certificato. Sala stracolma, è formidabile
come gli anziani l'affollino per parlare tra loro... però i loro
dialoghi sono stati costruttivi anche per me. Hanno tirato fuori il
discorso di come era Genova prima della guerra. Già, com'era
diversa. Stiamo passando una grande crisi economica che sembra aver
messo in ginocchio tutta l'Europa, eppure ci sono stati momenti senza
dubbio peggiori: povertà, paura dei bombardamenti, sfollamenti,
insicurezza. A volte pare impossibile che la guerra sia stata una
realtà. Viviamo in pace, forse una pace apparente, fatta di tante
ripicche e stupidaggini e forse proprio per questo c'è la crisi
economica, per scuoterci da questo intorpidimento spirituale che ci
sta uccidendo dentro, che ci ha svuotato del senso fondamentale della
vita: uno pensa di perdere il lavoro e si uccide; una ragazzina fa la
civetta con un ottantenne per rubargli qualche spicciolo... In che
mondo viviamo! Un mondo che ha perso tutti i valori fondamentali!
sabato 31 agosto 2013
giovedì 29 agosto 2013
Madonna della Guardia
Oggi a Genova si
festeggia la Madonna della Guardia. È un giorno meraviglioso per la
città e lo è in particolar modo per me. Speravo tanto che dicessero
la santa messa in suo onore e non quella del martirio di san Giovanni
Battista e così è stato. Ho ricevuto delle cose splendide questa
settimana e chi devo ringraziare se non lei? Spesso quando ci si va a
confessare ti chiedono anche di che cosa devi ringraziare il Signore
ed è vero. Nella vita ci si aspetta il grande evento, quello
importante, e non ci accorgiamo che la vita stessa è IL GRANDE
EVENTO. Bisogna gustarla, intensamente. Ciò che ci accade sono delle
luci che si accendono lungo il nostro cammino, anche quando sono
caratterizzate dalla sofferenza. Sono sempre luci... e d'altronde se
ci pensiamo, quando vaghiamo nel buio più fitto, desideriamo
ardentemente una luce, anche fioca, che ci guidi lungo il cammino.
Quest'opportunità ce la regalano coloro che incontriamo nel percorso
della nostra vita. Dicono che se non accettiamo noi stessi, non
possiamo accettare gli altri. Verissimo. La psicologia ci svela
alcuni risvolti rilevanti per il nostro spirito. Tanto più non
accettiamo noi stessi, tanto più non accettiamo gli altri. Quando
non si sa perdonare se stessi, non si perdonano neanche gli altri.
Inevitabili le incomprensioni, bisogna trovare il coraggio di
affrontarle in modo adulto. La vita è fatta di questo, ma le
difficoltà servono per crescere, affinché la nostra fede aumenti
sempre di più. Per questo motivo un grande mistico affermava che gli
altri sono lo specchio di noi stessi: talvolta ci sputano in faccia
la verità brutalmente, altre i loro sbagli ci svelano il nostro
intimo, quello che veramente siamo, altre ancora con il loro buon
esempio ci spronano, ci fanno sentire bene. Qualunque sia il loro
compito nella nostra vita, Dio li ha messi accanto a noi come una
luce, una luce che illumina il nostro percorso. Più volte ho
ripetuto che i film sono fonte di riflessioni profonde, anche se il
messaggio rimane velato. Uno di questi mi ha fatto riflettere da
tempo sull'atteggiamento davanti alla sofferenza. La sofferenza non è
facile da vivere e da affrontare, non lo è stato nemmeno per i
santi. L'atteggiamento di fronte ad essa è diverso: qualcuno fugge,
qualcuno diventa freddo, altri evitano di intrecciare rapporti seri,
sia di amicizia che d'amore. Già, perché alcuni non desiderano
impegnarsi per timore di soffrire... è così. Su questo mi ha fatto
riflettere soprattutto il film che ho visto.
martedì 27 agosto 2013
Dove sei?
Da quanto tempo non scrivo su questo blog! Un'infinità. Sono finalmente arrivate le piogge e con queste pure un po' di fresco. A me piace quando il tempo varia. Nubi scure e minacciose hanno oscurato il cielo azzurro di Genova, della mia cara Genova.
Il tempo scorre tranquillamente, tra speranze e riflessioni, dubbi e ritorno alla fede, ma comunque lottando, non arrendendomi mai.
Ho camminato nel silenzio di Dio. È terribile il suo silenzio. Non è solamente la sensibilità ad addormentarsi, chi fa un cammino spirituale serio sa bene che questa è una condizione necessaria per arrivare al vero e puro amor di Dio, ma è proprio la sua presenza a mancare, negli eventi della vita, divenuti piatti, insignificanti o motivo di cadute rovinose.
Il silenzio di Dio... Terribile... L'amato del proprio cuore non c'è più, si cerca urlando al vento le preghiere, sforzandosi di urlarle, ma Lui... non c'è più. Si è nascosto così bene che le preghiere sembrano vane. Si prega perché si deve ma si ha la sensazione che sia tempo perso. Si ci aggrappa ugualmente alla santa Messa, ma ti sembra di fare solamente presenza, la testa è altrove. Terribile, per chi ama veramente Dio. Si comincia a pensare che io mi sono allontanata da lui e quella è una sorte di castigo. Abbandonata, in un angolo, senza cura.
In questo periodo mi è venuto in mente l'episodio di Gesù sulla barca. Egli dormiva nella barca, profondamente. All'improvviso si scatenò una tempesta fortissima che rischiava di far affondare la barca. Gli apostoli erano pescatori, conoscevano il mare e le sue tempeste, quindi quando svegliarono il Signore, sapevano di essere in pericolo serio di vita. Ma, nonostante la tempesta, Gesù dormiva.
Pure nella mia barca, Gesù si è messo a dormire, profondamente, incurante della forza dei marosi. Rialzarsi, credere nonostante Lui smetta di aiutare, è veramente difficile. Scuote la fede nelle sue fondamenta e ci costringe così a guardare in faccia il dolore di tante persone lontane dalla fede. Come faranno? Già, perché nonostante questo, nonostante il suo sonno sia pensante e la barca venga sballottata paurosamente dalle onde, sai che c'è sulla barca, è un sentimento radicato che forse in quell'istante non si sente, ma c'è perché non si lascia il campo alla disperazione. Ma coloro che sono lontani dalla fede, come possono accettare questo dolore intenso senza disperarsi?
E Dio mi parla. Apro a caso ed esce di avere fede, di essere perseverante nella preghiera, che i giusti sono nelle mani di Dio e che nessun tormento le toccherà... che egli è presente nelle sofferenze, nelle umiliazioni che ci hanno scosso intensamente...
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