giovedì 28 febbraio 2013

Fatica


Fatica...Un'enorme fatica, oggi. Ma, da una parte, me lo aspettavo. Pur essendo andata a riposare prima ieri sera, stamattina ho provato una fatica terribile sia ad alzarmi che a recitare le lodi. Sento tanta stanchezza, ma mi sono ugualmente alzata e sono andata a recitare le lodi, questa volta in modo assai freddo, senza nerbo. Da una parte tutto questo è stato un dono, ho fatto una promessa alla Madonna, di recitare le lodi tutti i giorni, in cambio di una grazia. Agli inizi ho sentito l'entusiasmo e adesso è ben giusto che senta la pesantezza della cosa. Le cose belle vanno conquistate. Ho avuto una discussione con una persona, avrei desiderato porre tutto ai piedi di Gesù dopo la santa Messa, ma non mi è stato possibile nemmeno quello. Alcune persone si sono fermate a parlare, di cose sante, ma visto la situazione del mio spirito di quella mattina, non ero in grado di sostenere la cosa e tenere l'attenzione fissa nella preghiera. Me ne sono andata cercando di dire almeno il rosario. Spesso la recita del Rosario, in questi casi, è più semplice della meditazione. Ma questo non ha diminuito il nervosismo o la stanchezza. In questo caso penso sia opportuno offrire la propria sofferenza e le proprie cadute a Dio. Sì, perché penso di essere caduta rovinosamente e di essermi fatta anche un gran male. Vorrei la perfezione, non cadere mai, ma capisco che invece perfezione è avere il coraggio di rifugiarsi tra le braccia di Dio dopo essere caduti. Credere nel suo immenso amore. Ciò è importantissimo, altrimenti sarebbe una vana ricerca di perfezionismo, che non porta a niente. Non è facile scindere il concetto di perfezione e perfezionismo. Entrambe si mescolando, si fondono e soprattutto il perfezionismo viene manipolato dal nostro nemico, il diavolo che trova pane per i suoi denti per indurre la persona allo scoraggiamento. E quale tentazione è più sottile di quella dello scoraggiamento? Questa può indurre lo sconforto anche la persona più ben intenzionata di questo mondo...
Allora, forza, bisogna aver fede in quel grande amore, infinito di Dio, e confidare solamente in lui. Soprattutto quando nonostante i nostri sforzi cadiamo miseramente.

mercoledì 27 febbraio 2013

Non ho paura


Sono in salotto con il mio computer portatile. Cerco di snocciolare sullo schermo i miei pensieri più profondi o semplicemente quello che ho fatto in questi giorni. Ho intitolato il post in modo un po' particolare: “non ho paura”, ed è vero. Sento che è proprio così. C'è un clima di attesa nel mio spirito, un'assenza di paura quasi irreale. 
Finalmente ce l'ho fatta ad arrivare puntuale per la recita delle lodi a San Nicola. Ho sperimentato quell'aumento di sete di Dio di cui tante volte, soprattutto nell'altro blog, ho parlato. Inoltre è vero, più si prega e più si desidera pregare. È un gran peccato che le parrocchie non recitino pure i vespri separati dalla santa Messa. Sento che il pregare insieme mi ha aiutato tanto ed è stata un'esperienza intensa, gratificante. Meno si prega, meno lo si desidera. Quando esco dalla chiesa mi rincorre quel silenzio che mi ha accompagnato durante la celebrazione e l' assaporo con gusto, come se fosse una caramella prelibata. È chiaro che il diavolo cerchi di ostacolare trovando mille scuse, l'anima che desidera pregare, in vari modi: sonno, ritardi dovuti pure ad incontri buoni, non necessariamente cattivi, o trova modi originali quali l'incastrare la cerniera del breviario! È la perseveranza, la lotta per superarsi che segneranno un punto a nostro favore. Non bisogna cedere alla prima. L'anima che prega supererà con più facilità i propri difetti, inoltre aveva ragione santa Teresina, è più giusto parlare con Dio che parlare di Lui. Chi parla con Lui avrà senz'altro sperimentato la sua dolcezza che avrà richiamato alla memoria nei momenti di aridità e di deserto interiore.
Quindi ce l'ho fatta. Questo è il terzo giorno consecutivo che vado a recitare le lodi. Mi accompagna poi, durante la giornata un sonno che sembra vuole indurmi a desistere, a pensare che quello che faccio non è giusto. Che schiavitù dover obbedire ad un corpo! Sento che è quella pigrizia e mollezza di cui ho parlato l'altra volta. Mi mette angoscia dare vinte al mio corpo queste battaglie, mi sarei persa tutte queste sublimità dell'anima, inesprimibili. Dio mi sta ricolmando oltre ogni misura. Se avessi ceduto al mio corpo, sono sicura che avrei perso questa pace e che tremerei di paura per la situazione che sto vivendo... Ma non ho paura. Ho avuto tanti segni dal cielo, da un Cielo che mi ama e sta tifando per me e questo mi consola, perché quello che cerco non sono le ricchezze, ma è sempre il Regno di Dio ad avere priorità nelle mie aspettative. Non è altro. Desidero sempre di più aderire alla sua volontà, non semplicemente fare quello che di materiale ogni giorno mi chiede, ma quello che devo cambiare nel mio spirito per avvicinarmi a Lui e... devo dire la verità: finché si tratta di un ateo, penso sia normale che a lui appartenga una certa mentalità, ma quando intuisco che è un cattolico, la mia sofferenza si fa acuta. Come può non avere priorità Dio nella sua vita? È lampante che costui non abbia mai sperimentato la vera presenza di Dio che non è un bagliore di un attimo di sentimentalismo affogato poi in un mare di egoismo.... Ad ogni modo, quando esco dalla chiesa assaporo ancora quella Presenza confortante e capisco che quella è la lente con cui si dovrebbe guardare gli altri.
Sono tornata a casa: tutto mi sembrava sprofondato in quel silenzio che regnava nel cuore. Si sentivano solamente le macchine che sfrecciavano, nessuno parlava. Appena arrivata, mentre aspettavo il momento di uscire, apro il mio libro di inglese e riesco a studiare e compilare due pagine. Nove e mezzo passate, finalmente si esce. Una patina di nuvole ha coperto il sole, ma senza dubbio non è più freddo come i giorni scorsi. Ci ritroviamo in mezzo a degli studenti universitari. Alcuni di questi, consegnano volantini e giornali comunisti: “Lotta comunista” campeggia sulla testata. Le scuole, le università purtroppo sono luoghi in cui non si alimenta la spiritualità, questa è la realtà. Chissà cosa pensa la gente, che cosa ci sia oltre la morte.... Che senso dia alla propria vita.  Come la risolva e la dipani... che senso dia ad ogni gesto...
La fede è una grazia che purtroppo non tutti hanno ricevuto. Bisogna aderire ad essa pure con la ragione, ma è pur sempre un dono di Dio. 

lunedì 25 febbraio 2013

Dove due o tre sono riuniti nel mio Nome...


Sono le 9.23 e la giornata non sembra nemmeno quella di ieri. Verso le 14, ieri, è di nuovo nevicato. Sembra che sia stato il Signore ad accontentarmi: Lui sa che adoro la neve. Vero, non si è fermata, ma è stato uno spettacolo ugualmente. Tre volte quest'anno. A dicembre, il 14, l'undici febbraio e adesso, il 23 e 24. Sarà l'ultima volta davvero! 
Visto che venerdì scorso ero arrivata in chiesa mentre già recitavano l'inno delle lodi, ieri sera ho pensato bene di puntare la sveglia cinque minuti prima, per arrivare in tempo. Erano le dieci e mezza quando decido di andare a dormire e mi addormento subito... Ma la notte si preannuncia leggermente agitata, come quella tra il venerdì e sabato. Comincio a sognare di mariti che uccidono le propri mogli. Il bello è che mi sveglio e cerco di dirmi di cambiare l'argomento dei sogni. E meno male che non seguo la cronaca nera! “Non sognare più dei mariti che cercano di uccidere le mogli!” Non c'è verso, richiudo gli occhi, perché il sonno stesso me li richiude, e sogno nuovamente di un marito che vuole uccidere la moglie. Niente. Il sogno è ansioso ed è brutto perché di solito, non faccio mai incubi, i miei sogni sono sempre molto sereni, nonostante rielabori alcuni avvenimenti che nella realtà mi hanno fatto molto soffrire. Nel sogno, stranamente, riacquistano una dimensione consolante. Dovrebbe essere il contrario, lo so, ma andatelo a dire al mio cervello! Meno male che è positivo! Ma stanotte questi mariti assassini, mi provocavano un po' più di ansia! Riapro gli occhi, decido di muovermi. Faccio un giro per casa e ritorno nel mio letto. Non fatico a riprendere sonno e sogno stranamente una certa Ragusa. Già, Ragusa, quella povera donna che tutti stanno cercando e pensano che sia stato il marito ad ucciderla. Nel sogno pulisco un marmo che nel passato ho conosciuto veramente bene. È di una chiesa, è macchiato. Vedo bene in volto questa ragazza che dicono si chiami Ragusa. Nella realtà non ricordo nemmeno qual è il suo volto. Vedo che si allontana da me. So che sta andando dal marito e mi aspetto l'urlo di disperazione e dolore della ragazza, uccisa da lui ed invece l'urlo non sopraggiunge. Lo attendo, sicura che avverrà, nel sogno era così... Ma la cosa strana è che non avviene. Perché questo sogno? Non ci farei caso se il protagonista, il marito assassino del primo sogno che mi tormentava, lo conoscevo bene e pur desiderando la morte della moglie, questa riusciva a sfuggire sempre dalle sue mani e a salvarsi. Non lo so. Ad ogni modo questa è stata la mia notte e quando Radio Maria mi ha riportato alla realtà ricordavo bene il volto di questa che si chiamava Ragusa. Bene, sono riuscita ad uscire prima delle 7.30, quindi sarei dovuto essere puntuale per le lodi sennonché durante il tragitto incontro una mia amica, di vecchia data, che non frequento spesso, ma che talvolta sento. Ecco. Feste del cane, quattro parole... e.... il ticchettio dell'orologio si fa più veloce. Mi ha fatto piacere vedere quest'amica, tanto che l'avevo chiamata ieri, ma questo incontro mi ha fatto arrivare nuovamente in ritardo... Ufff stavano già finendo di dire l'inno! Niente da fare, tanta volontà di farcela, e poi nuovamente il ritardo! È stato però un momento molto bello, intenso. Non mi era capitato mai prima, sebbene non sia la prima volta che recito le lodi in comunità. Ho sentito che eravamo davvero riunite nel Suo nome! Forse è stata questo che ha fatto la differenza. Ieri il vangelo raccontava della Trasfigurazione. Gesù non ha portato solamente un discepolo con sé ma tre. Le Lodi recitate da soli hanno, ovviamente una loro valenza, ma dette insieme ad altri, soprattutto che abbiano il sincero desiderio di unirsi a Dio e non lo fanno solamente per dovere, ti scaraventano nella dimensione del Tabor! Finita la Messa che è seguita alle lodi, desideravo ritornare, fare delle tende per rimanere lassù, non sola, ma con quelle persone. Non c'è stato contatto fisico, o chiacchiere inutili, ma tutti lì, è chiaro, sono laici, sono andati per incontrare Gesù per davvero e non per fare della preghiera uno strumento di egoismo e chiusura... Hanno sicuramente i loro difetti, come li ho io, ma ciò che conta è il desiderio di incontrare Cristo. Erano là per il suo nome e allora, “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Ed è stato così... Tanti cattolici, purtroppo, oltre alla Messa, non pregano e più non pregano e meno hanno voglia di pregare... questa è una verità.

Elezioni


È davvero un periodo storico molto importante, soprattutto per l'Italia chiamate alle urne per decidere chi la condurrà in questa nuova avventura che potrà essere entusiasmante quanto tragica. Speriamo per il meglio. Sento di compiere questo dovere: quello di votare; le sorti della mia amata Patria dipendono anche da me. Non so se è perché ho avuto un padre militare, o qualcosa d'inscritto nel mio dna mi porta ad amarla così tanto, comunque è così. Non sono eccessivamente preoccupata per la sua sorte, anche perché, compiuto il mio dovere, non posso che affidarla a Colui che ha in mano le sorti delle nazioni, sicura che se accadrà qualche cosa di brutto, sarà per la purificazione di un popolo dalle radici cristiane, radici che ha dimenticato. Aspettiamo, attendiamo questi risultati, pregando per i politici. Bisogna farlo, san Paolo aveva esortato i suoi a farlo, perché le sorti di una nazione dipende da loro.
Così ieri è stato il secondo dovere che ho espletato, dopo aver partecipato alla Santa Messa. È stato un po' comico.... Avevo con me il cellulare con la fotocamera dentro una custodia particolare: della Sampdoria. Ho dovuto consegnarlo perché era vietato portarlo nella cabina elettorale. 

“Ecco, ve lo do in questa custodia, così sono sicura che non lo toccherete!” commento io scherzosamente.

“Oh no,” ribatte il ragazzo del seggio “stia tranquilla che io non lo toccherò nemmeno!” MMMMHHHH! Forse è genoano! Entro nella cabina elettorale e sento che ho sollevato un bell'argomento: parlano di genoani e sampdoriani! Bene.... Ritorno a prendere il mio caro cellulare, a cullarlo nelle mani con cura, soprattutto per i colori della custodia! “Non lo avrete mica distrutto!” commento, ovviamente, scherzosamente! Ma la ragazza del seggio (il ragazzo era un po' un orso!), assume un'espressione palesemente spaventata: “Oh no!” Ma io ridevo....
Mi sono guadagnata, però, i saluti simpatici di tutti gli orsi genovesi!!!! P. S. nel mio seggio non ho dovuto fare code: sì che era presto per essere domenica! E pensare che se non ci fosse stata la messa, sarei andata ancor prima!

domenica 24 febbraio 2013

Neve

Ieri...non sono riuscita ad andare a dire le lodi a san Nicola. Mi sono un po' sentita in colpa, era una promessa fatta alla Madonna, ma avevo passato una notte parecchio movimentata... il problema è che quei pochi minuti che pensavo di recuperare non mi hanno di certo restituito la lucidità del mio povero cervello! Mah! Forse sentivo il tempo! Infatti ieri ecco fare capolino nuovamente la neve, fedele amica mia! Spettacolare!

venerdì 22 febbraio 2013

Pigrizia...

La pigrizia non aveva preso solamente la parte di me che avrebbe dovuto mettere in moto il corpo per andare a confessarmi. Non avevo più voglia di scrivere nei miei blog, nonostante avessi avuto numerose idee che sono poi sfumate. Già, perché  bisogna cogliere l'attimo e talvolta tale attimo è sfuggente. Carpe diem. Bisogna cogliere l'attimo, l'attimo è fuggente, vale pure per le cose spirituali e se si dice il proprio no in quel momento, si perdono definitivamente tutte le grazie annesse. È proprio così, non si sfugge. Ho pregato ma, diciamo, che avevo l'occasione di recitare insieme, nella parrocchia di san Nicola le lodi, come facevo alla chiesa della Consolazione. È vicina, eppure facevo più fatica ad andare. Le Lodi dette insieme, hanno tutte un sapore diverso. È una preghiera liturgica, comunitaria. È bello meditare sui salmi che si recitano e soffermarsi su essi, ma, nonostante questo, l'ho sperimentato, quando si dicono insieme hanno tutto un altro sapore. Ed io, poi, ho la fortuna di avere una chiesa vicina che le recita regolarmente. Ecco, stando a ciò che ho scritto nel post precedente, ho aperto a caso il breviario e mi è uscita la preghiera d'intercessione che domandava di aiutarci a vincere ogni forma di pigrizia e mollezza. Gulp! Era vero. Nessuno poteva sapere che mi ero proposta di andare a san Nicola per dire le lodi insieme e poi non ci ero più andata. Nessuno poteva sapere che avevo avuto tante idee per i blog ma avevo preferito non lavorarci più e giocare ad un gioco entusiasmante per le musiche e la grafica. Niente di male, ovvio, ma fra le due cose avevo preferito il gioco. Nessuno poteva saperlo se non Dio solo. E così eccomi: è chiaro e pure consolante per chi s'impegna seriamente nel cammino spirituale, che Dio non ci abbandona, ci sprona, ci sgrida pur di vederci tornare a Lui e.... a chi gli domanda qual è la sua volontà, non tarda a svelarsi, in modo palese! Senza mezzi termini! Ciò è consolante. Certamente, lo fa in modi che noi spesso non condividiamo, però lo fa. Ci ama, ci guida...

La confessione


Pigrite acuta: per andare a confessarmi ci è voluto un po'... Sì, è vero, è stato anche per altri motivi, ma di solito dimostravo più prontezza. Non è passato tanto tempo dall'ultima volta: dopo ogni confessione cerco di prepararmi per l'altra il meglio possibile, ma più mi preparo e più mi accorgo quanto queste preparazioni siano imperfette. Talvolta entra in gioco un certo perfezionismo, altre il desiderio di avere sempre la coscienza pulita, ma mi rendo conto che ancora non sono capace di una contrizione perfetta dei miei peccati: quanto umano si mescola nei miei sentimenti! Ci provo, però, a fare una confessione il più possibile perfetta, Dio solo saprà valutare. Ebbene, tornando a noi, ieri finalmente sono riuscita a fare il passo definitivo. Dopo la santa Messa a san Nicola, mi sono diretta  decisamente verso la chiesa del centro Genova per fare ciò che da tempo avevo stabilito di fare: confessarmi. Il cielo era coperto di nubi. Dopo alcuni giorni di “relativo” caldo, sentivo penetrare nelle mie ossa un'aria pressoché frizzante. Eravamo a 5 gradi. Camminare mi ha indotto a meditare, a fare un esame di coscienza approfondito. Avere innanzi al mio sguardo il mare e i monti che lo sovrastano, m' inducono a riflessioni profonde. Là solo, nell'intimo del mio essere trovo la gioia, laddove Dio e la mia anima si congiungono. È una pace sublime. È un modo di pregare che non implica lo stare di fronte al Santissimo, ma per tale motivo non meno efficace. Dipende poi dai caratteri, bisogna sempre valutare il modo più giusto per se stessi d'incontrare Dio nella propria vita, nella preghiera. Così a me aiuta tanto il camminare, il contemplare quel piccolo scorcio della natura che si spalanca al mio sguardo e sebbene sia piccolo, il mio cuore anela immergersi in esso. Così sono giunta a destinazione verso le nove ma prima della confessione ho dovuto aspettare quindici minuti. Ero pronta.
Dovete sapere che per meditare, spesso apro il Vangelo a caso, come fa padre Livio. Certamente, bisogna pregare prima ed aver fede, perché talvolta le parole che il Signore ci rivolge in tal maniera sono piuttosto dure e non le accettiamo e cerchiamo di riaprire il Vangelo sperando che esca qualcos'altro più conforme alle nostre aspirazioni. Talvolta mi scordavo quello che usciva non dandoci troppa importanza.... Ci crederete? Durante la confessione ed è un confessore che non ho mai frequentato, mi ha citato per filo e per segno tutte le letture del vangelo che mi erano uscite durante la meditazione e che veramente non mi erano garbate! Non avevo capito il loro senso! E invece ne avevano! Sono rimasta stupefatta, veramente. È stato un colpo. Dio agisce tramite i confessori in modo a noi misterioso. Quante volte sottovalutiamo questo sacramento! Non era il mio confessore abituale che già conosce vita morte e miracoli di me, eppure mi ha snocciolato così bene tutte le letture!!! incredibile! Il Signore parla anche attraverso questi piccoli espedienti e guida l'anima laddove lui stesso la vuole portare e questo è grande e bellissimo. Abbiate fede, Dio non abbandona nessuno!

domenica 17 febbraio 2013

Verso la primavera

Il tempo è freddo ma si stanno avvicendando giornate luminosissime, soleggiate, che suscitano tanta pace in cuore. Mi piace passeggiare per le strade bagnate di un sole limpido e caldo, nonostante siamo in febbraio. La mente si riempie di mille pensieri che danno pace. Il sole accende i prati e apre uno spiraglio ad una stagione meravigliosa: la primavera. I monti sono spruzzati ancora di neve, segno dell'ultima fantastica nevicata, della quale in città non esiste più traccia: sembra di essere proiettati nella realtà della prossima stagione: la primavera. Che stagione splendida! Io amo l'inverno, mi piacciono sia il freddo che la pioggia, ma la primavera e il sole risvegliano in me la gioia della rinascita. Non a caso la Quaresima che culmina nella Pasqua vengono collocati in tale periodo. Tutto rinasce dentro il proprio cuore, una vita nuova nel tepore di un sole che non possiede il vigore distruttivo e seccante di quello estivo.  

lunedì 11 febbraio 2013

Nevicata

Splendido! Oggi è la Madonna di Lourdes, giornata molto importante per me, molto importante. E' stata una giornata un po' particolare: da ieri hanno annunciato l'allerta 2 neve... e la neve è arrivata. Sono uscita di casa alle 7.53 ma stranamente non si sentiva quel gran freddo annunciato, eppure i termometri segnavano 4 gradi. Ed ecco la neve annunciata fare il suo allegro capolino da un cielo diventato bianco/grigio. E' piovuto tutta la notte, avevano annunciato che sarebbe caduto un metro e mezzo di neve, invece nulla. Appena ho aperto gli occhi ho teso l'orecchio per sentire gli autobus arrancare con le catene. No, nulla: solo pozzanghere. Niente neve... sorpresa quando sono uscita alle 8 meno dieci per andare alla santa Messa a Castelletto: piccoli fiocchi hanno fatto capolino e hanno cominciato ad imbiancare alcuni pezzi d'asfalto. Turbinavano allegramente i piccoli fiocchi di neve celando il porto alla vista dietro un sipario bianco. Il vento mi gettava i fiocchi sul volto, sulle lenti degli occhiali appannandole.  Che spettacolo meraviglioso! I cani cercavano di rifugiarsi nel caldo dei negozi aperti il cui calore era davvero invitante, ma i padroni irritati li tiravano nel freddo della strada. 
Sono arrivata in anticipo in chiesa, ho impiegato appena 15 minuti. Scrollata la neve, ho notato con piacere che la gente che spesso frequenta, era presente. Spesso la neve e il mal tempo frenano la spiritualità, non ci si sente di fare piccoli sacrifici per assistere alla santa messa, come facevano una volta...  La cosa più bella è stata quella di notare che una ragazza dall'atteggiamento moderno era presente, con un piccolo rosario tra le dita... I giovani sono spesso criticati da chi magari di fronte alla nevicata ha deciso di non andare a Messa...ed è così ligio alle regole.  Lo dico con un po' di amarezza riferendomi a un fatto particolare che non vi ho raccontato. Ma lasciamo perdere, andiamo avanti. Ho vissuto intensamente il momento della santa Messa, poi, dopo esser rientrata a casa, visto che dovevo sbrigare una commissione molto importante, sono andata in centro: che turbinio di fiocchi! La neve si fermava però a tratti, il centro era completamente libero. Al ritorno la notizia, notizia con la N maiuscola: Benedetto XVI si è dimesso dal pontificato. Una notizia che  può cambiare il corso della storia in modo significativo. La persona del Papa è internazionale... La gente si pone numerosi interrogativi, domande pertinenti e non e solamente adesso si rendono conto di che spessore umano e spirituale è il Papa. Colpisce molto questa notizia: perché? Per quale motivo? Suscita stupore soprattutto considerando che la tempra del Papa è forte... Il buon Dio, però, non lascerà andare alla deriva la Chiesa, ma è proprio la Chiesa che si deve interrogare, noi fedeli, ma pure i collaboratori stretti del Papa e coloro che si ritengono i "super impegnati"...

lunedì 4 febbraio 2013

Il gabbiano

Oggi è una giornata bellissima che sa di primavera. L'aria già profuma di qualcosa di nuovo, come lo definiva un poeta. È una piacevole sensazione che rende lo spirito leggero e sereno. Una nuova giornata: il sole si faceva strada tra i palazzi con i suoi bagliori dorati. La mattina è avvolta da una pace serena e gratificante. Sento già l'aria di Pasqua. Cosa strana, una volta sentivo più il Natale adesso il mio spirito anela alla Pasqua... che festa meravigliosa, il trionfo della vita, la vera nascita dell'uomo. Così, mentre i pensieri vagavano volando delicatamente nella mia mente, sono andata in chiesa per assistere alla santa Messa. Che delizia, mi chiedo come la gente possa vivere senza questo atto meraviglioso che ci unisce a Dio, a quella vita eterna splendida e folgorante. Anch'io una volta vivevo senza di questo, ma il mio spirito non era quieto e l'ha cercato fino a che, come sant'Agostino, ha potuto esclamare: “Tardi t'amai”. Tanto tardi come sant'Agostino non era, avevo solamente 17 anni, però l'esplosione dell'incontro è stata la medesima. Ci saranno due funerali oggi. La nostra vita terrena è destinata a terminare, non si può scappare da questa legge che sembra crudele, ma Gesù ha dimostrato bene durante la sua vita di saper rovesciare le leggi naturali, qualsiasi, persino quella della morte. Mentre esco dalla chiesa, penso al difetto da prendere per il collo, concretizzare cioè ciò che avevo meditato e che ho riportato nell'altro blog. Sì, e poi l'altra sera è stata davvero un toccasana la predica trasmessa da Teleradiopadrepio una sera: bisogna non solamente confessare il peccato al prete, che, comunque, al giorno d'oggi è già tanto, ma è opportuno affrontare la colpa, soprattutto quando si cade nel medesimo peccato. Bisogna affrontare la colpa, non solamente confessarla. È importante perché spesso quando è così si soprassiede e si rischia di pensare che la santità è una mera chimera. È la trappola più insidiosa che esista, in quanto automaticamente si smette di camminare e si ci “accomoda” in un processo di stasi, di staticità, che porta alla morte spirituale. Allora ho pensato all'accettare il diverso. È vero che facciamo grandi discorsi sulla tolleranza, ma difficilmente si vive in pienezza. Vuol dire accettare il diverso, colui che è completamente differente da me e non si tratta del colore della pelle il che è relativamente facile e alla portata di tutti, ma è accettare l'altro nella sua varietà, negli aspetti che ci fanno innervosire, che toccano le corde del nostro cuore e lo fanno sanguinare. Ad un certo punto ho pensato che forse non avrei toccato questo argomento sul blog, ma, vicino a casa ecco un gabbiano maestoso, bellissimo che mi ha rammentato un cartone animato che trattava proprio dell'argomento della disuguaglianza: “La gabbianella e il gatto”. Sì, senz'altro, è una virtù da far crescere con impegno nel nostro cuore e che ci renderebbe la vita più facile ed abbasseranno l'arroganza, sempre pronta a giudicare, condannare gli altri.

sabato 2 febbraio 2013

La luce

Oggi è la festa della Presentazione di Gesù al tempio. Esco per andare alla chiesa di San Nicola, il cielo è grigio scuro ma l'aria è abbastanza calda. Non piove ma c'è un muro che sembra d'acqua verso il mare che pare avvicinarsi sempre di più. È bello camminare per la città quando è ancora nel buio, l'aria è speciale, assopita... Ed è ancora più significativa la liturgia che si svolge in chiesa. Seppur non si fosse in tantissimi, si fa una piccola processione verso l'altare con le candele accese. Fuori il cielo è sempre più plumbeo e pare sprofondare ancor di più nel buio. La chiesa è invece accogliente, illuminata dalle piccole fiamme. Oh, sì, è bello pensare che anche nei nostri cuori, bui, si può accendere la luce  della fede. Non si deve aver paura di presentarsi al Signore. Eppur tante volte accade così

venerdì 1 febbraio 2013

Il miracolo della Provvidenza

Giornate strane quelle di fine gennaio... Un turbinio di pensieri, sensazioni, talvolta difficili da gestire perché toccano il profondo dell'anima scuotendola, facendola gridare miseramente. Cammino nel silenzio del mattino: il rombo di qualche macchina squarcia quella coltre così desiderata. Anche l'anima s'immerge nel silenzio e così si rende consapevole dell'esistenza di tanti silenzi che non oseremmo nemmeno esplorare, tanto ti lasciano l'amaro della solitudine più intensa. È grigio il mare, sospeso tra un sole che gagliardo si cerca di fare strada tra nubi soffocanti che sembrano voler ingoiare con un solo boccone l'intera massa d'acqua. La cosa più drammatica è quella domanda terribile, esordio possibile di una crisi di fede che  può evolvere in modo positivo ma non sempre è così: dov'è Dio? È una domanda terribile che scuote il cuore nelle sue corde più profonde. Le scuote, le suona, quella melodia che si espande, è l'urlo di tanti altri cuori che, assopiti in un sonno letale, non si accorgono che quella domanda, quella tragica domanda, è quella che  potrebbe ritemprarli, risvegliarli da quel torpore che trascina ad una morte silente ed ignorata. Ignorata,  perché si mantengono i propri doveri “imposti” dalla fede e all'appartenenza al cattolicesimo e per questo, con conseguenze letali. Al contrario, quella domanda tragica, è la chiave di svolta. Ma dov'è Dio? Si sente l'abbandono, mai come adesso ci si rende conto dell'importanza dei nomi astratti e di come il loro significato sia ancor più concreto di quello dei nomi che in grammatica definiamo “concreti”. Abbandono. Parola grossa. Senza legame, sola. Tutto in certi momenti sembra perduto. Si richiamano alla mente i momenti in cui Dio ha agito potentemente nella propria vita. Un piccolo sollievo, ma poi  ritornano alla mente le illusioni che hanno guidato la vita, vive e scarne allo stesso tempo: sembrava di conoscere la volontà di Dio che Lui indicasse chiaramente il sentiero da percorrere e che comunque, alcune prove non erano fini a se stesse, ma nascondevano un disegno che si deve compiere, in modo doloroso, ma quello era l'unico modo per svelare la volontà di Dio. Ma poi, quel sentiero svanisce improvvisamente. Una coltre di nubi nere come la pece cela nuovamente, in modo ancor più drammatico il suo volere che sembrava essere emerso un'altra volta, prepotentemente, ma poi, costretto anch'esso a naufragare, come una nave senza il suo comandante. Perché Signore? Cosa desideri da me? Cosa vuoi che io faccia? Avevo cercato la tua volontà, mi pareva di averla trovata in questo nuovo stato di vita che tu (anzi gli uomini, ma che tu hai permesso) mi avevi imposto, invece no. Non sono stata capace di leggerla, di interpretarla. Allora, cosa vuoi da me? Cosa vuoi che io faccia? Il vento gioca con i rami scheletrici protesi verso il cielo, un cielo silenzioso, grigio che pare voler piangere, riversare tutto il suo dolore su un asfalto umido, che attende. Ma l'attesa continua. Eppure il Signore non si stanca di cercarmi. Sono io ad essere cieca, perché il dolore anestetizza, ti acceca, non senti più nulla. Mi parla attraverso il sacerdote, durante la messa: piccole parole che ridanno speranza. Piccoli semi, come quelli raccontati da Gesù stamattina, ma che crescono fino a diventare alberi. Non si può notare la crescita della piantina, ma questa continua a crescere. Piccoli scorci che fanno passare i raggi del sole che illuminano leggermente il cielo della mia anima. Raggi che profondono un tenue calore che, dopo il lungo inverno rigido, fanno piacere. Mi verrebbe voglia di non vedere più il tuo volto, di scappare da esso per non provare nuovamente delusione nei tuoi confronti, ma poi la tua presenza mi attira tenacemente e non so sfuggirla. Vinco il timore della delusione e ritorno ai tuoi piedi, sentendo la tua voce come un'eco piacevole che mi ricorda di non temere, che c'è un significato, un senso a tutto ciò che mi sta accadendo.