giovedì 26 dicembre 2013

Natale

Il Natale è una festa meravigliosa, anche se non la più importante liturgicamente parlando. L'amore vero, quello divino abbatte tutti i confini. Laddove l'uomo non giunge arriva Dio. Lo aveva detto l'angelo a Maria: nulla è impossibile a Dio! Prendendo un corpo mortale, Dio ha dimostrato che pure l'uomo può varcare la soglia dell'infinito e dell'eternità. Se lui ha squarciato i cieli, ha creato un varco che non si può più chiudere. È questa la magia del Natale. L'uomo soggetto alla caducità, l'insicurezza, ha un destino diverso. Per l'uomo sarebbe un destino irraggiungibile se Dio non avesse voluto dimostrare che tale è la sua volontà. È vero, talvolta, guardando ai nostri limiti e difetti sembrerebbe difficile raggiungere lo scopo per cui siamo nati. L'incarnazione ha reso possibile tutto ciò. Sicuramente la notte in cui è nato Gesù è capitato qualcosa di straordinario. L'impossibile è diventato possibile.

sabato 21 dicembre 2013

Novità

Al mattino mi hanno accolto nuovamente un cielo grigio, color fumo e la pioggia. Sono andata a messa saltellando tra una pozzanghera e l'altra, contemplando il mare nascosto sotto il fumo delle nuvole grigie. Ieri sono riuscita a contattare L e oggi ci vediamo. Sento tanta serenità nel mio cuore, una serenità tranquilla, equilibrata. È la presenza di Dio che me la comunica. Appena tornata, ho detto le lodi, mi sono immersa nella sua presenza e ho sentito ancora più pace e gioia. Mi paiono giornate strane, in cui aleggia una presenza particolare. Certo, non sono più i Natali di una volta, ma mi sto riferendo, forse, a un passato che non potrà più tornare. In particolare un Natale passato con i miei. Non avevamo fatto nulla di particolare se non guardare dei cartoni animati di sera e andare alla messa di mezzanotte. Eppure era adornato di una tinta particolare. Pece, gioia tranquilla. Quel sentire è mutato nel tempo. Sono cambiate tante cose, in effetti. Forse è semplicemente l'età ad essere cambiata. È tutto così strano e, nello stesso tempo, così bello...
Ieri pomeriggio ho visto A. Mi ha dato un piccolo regalo e abbiamo fatto un giro per negozi perché doveva acquistare alcune cose. Così la giornata è terminata, una giornata piacevole... come in passato...

venerdì 20 dicembre 2013

Piove...

Oggi piove a dirotto. Ciò che è accaduto con G è finito già nel dimenticatoio, ho altre cose a cui pensare, sicuramente più importanti. Stamattina sono andata un po' più tardi a messa. Pioveva a dirotto e l'aria pareva più fredda dei giorni scorsi. Guanti, cappello, cappuccio del giubbotto tirato su hanno reso i loro preziosi servizi preservandomi dal vento che cercava di trascinare il mio ombrello. Durante la messa mi è venuto L. in mente in modo così prepotente che ho desiderato sapere come stesse. Gli ho mandato un messaggio dal cellulare al quale ha risposto più tardi, oltretutto in un momento molto delicato per me, dicendomi che avevo sbagliato numero. Eppure lo avevo in memoria, non lo avevo ancora cancellato. Anche questo è nulla. Dopo che sono rientrata a casa io e mamma siamo uscite per andare in centro. Pioveva a dirotto, il termometro segnava appena sei gradi. Dopo che siamo uscite dal mercato, mia mamma è caduta rovinosamente a terra. Mi sono spaventata da morire, così come, ovviamente lei. È la seconda volta che accade, ma questa volta mi sembrava avesse sbattuto la testa. Grazie a Dio non è stato così. Però lo spavento è stato grande. La mia glicemia si è alzata immediatamente e la mia mente è tornata a un sogno fatto tempo fa: padre Pio che indicava il suo ginocchio... che spavento, spero che passi presto anche a lei.

giovedì 19 dicembre 2013

Illusione

Ho finito di pranzare e mi sento davvero sazia. Come dicevo nell'altro post, G, il mio amico si è inquietato perché gli ho rivelato chiaramente il mio pensiero riguardo al lavoro porta a porta, per certi modi a mio parere discutibile con cui fanno i contratti.
"Ignorante" è l'insulto che mi sono presa. Non volevo offenderlo, ma avere uno scambio, parlare su una cosa che non abbiamo affrontato mai. Ma che senso ha, se come agenti di vendita, possiamo rappresentare altri marchi, altre aziende? Allora nel momento in cui rappresenti l'altra società diventi automaticamente ignorante? Ma se eri sapiente fino al giorno prima, cosa ti è accaduto? Forse stiamo parlando di una sapienza di portafogli e basta. Ci sono rimasta un po' male ma poi ho riflettuto e ho trasformato la cosa in qualcosa che potrebbe farmi crescere. Sono la stessa del giorno prima, di quando G. mi ha dato dell'ignorante e cancellato da Facebook. Io penso che se si è nel giusto, anche se ci fanno notare qualcosa che a parer nostro non va bene, dobbiamo rimanere sereni, perché si ha la coscienza a posto. In fondo se è andata così, sicuramente era travestita da amicizia ma non lo era. I giorni scorsi lui, nel suo diario di Facebook, ha cominciato a scrivere cose a cui avrei potuto ribattere, ma non l'ho mai fatto. Ieri, però, non sono più riuscita a tacere e sono intervenuta mandandogli un messaggio privato, non pubblico. Per questo penso che la sua reazione sia esagerata, quasi da donna o come se avessi fatto centro. Non si spiega altrimenti il suo atteggiamento immediato che non ha dato spazio a repliche, talmente assertivo da essere cancellata da Facebook senza nessuno scambio di idee. Quel messaggio che ha lasciato nella bacheca sembrava un commento chiaro sulla mia esperienza nel lavoro porta a porta ma era riferito ad una sua amica che, come me, ha voluto fare esperienza e si è ritirata dicendo che non era un lavoro serio e onesto. Mah, non ho parole!

Sono rientrata dopo aver fatto alcune commissioni. Adesso sta piovendo abbastanza. Tutte le strade sono illuminate, ma non sento il Natale come una volta....

Oggi finalmente piove: il cielo è scurissimo e i lampioni gettano sull'asfalto la loro luce gialla.  Sono appena tornata dalla messa e ho recitato le lodi. Ho visto che sui giornali campeggiava un titolo poco rassicurante: un serial killer di Genova è evaso... ieri G., un mio amico conosciuto nel mio lavoro porta a porta ha deciso di troncare con me perché ho avuto il coraggio di dirgli quello che pensavo... Adesso esco a fare la spesa con mia mamma. Vi aggiornerò più tardi.

mercoledì 18 dicembre 2013

Lavoro e attesa


Oggi è una giornata un po' così. È da tanto che non scrivo su questo blog, poco più di un mese e sono accadute tante cose. Anche con il vecchietto le cose sono andate male, non sto a raccontare i particolari per non entrare nel personale di due persone. Certo, non era la cosa sicura che mi avrebbe fatto sbarcare il lunario, però era l'occasione giusta per fare un po' di bene, un po' di soldini e tenere occupata la mia mattinata senza fare qualcosa di pesante. Poi finalmente l'incontro con quella della provincia addetta al collocamento dei disabili. Si parla di fare tirocinio in alcune aziende, per imparare qualcosa di nuovo e non fossilizzarmi nell'insegnamento. Intanto una scuola privata inaspettatamente mi ha chiamato per una supplenza. Ci ho tanto sperato, mi sarebbe piaciuto. È vero che era a tempo determinato e fuori Genova, non troppo però da poter fare la pendolare... Sfumata anche quella.
Eppure sento che nel mio cuore, sebbene siano sfumate tutte le opportunità, la speranza non muore. Pochi giorni fa' sono andata a confessarmi e il prete mi ha detto che Dio fa aspettare perché attende per me la cosa definitiva e giusta. Questa frase è detta a pennello per il mio caso. Sembra fatta apposta per la mia vita. Alla luce di questa si comprende come mai sia sfumata anche l'opportunità semplice con il signor S. Non è la soluzione definitiva per me. Forse davvero Dio sta attendendo di aprirmi quel portone attraverso cui io voglio vedere la luce filtrare e non una luce accecante che non ti faccia vedere oltre...

venerdì 15 novembre 2013

Preghiera

Giornate davvero dure. Stamattina mi sono alzata un poco più tardi, alle 7.10, tanto non dovevo andare da S. e poi ero tanto stanca per la grande camminata di ieri. Essendo sciopero generale ieri sono andata e tornata a piedi e nel pomeriggio sono uscita con mia madre. Mi sento un poco nervosa, il dover sopportare le minacce e le ire del signor S. mi hanno un po' sfibrato. E pensare che ieri mattina avevo pregato tanto il Signore per la sua conversione! Certamente, anche per la mia: gli ho chiesto di illuminarmi sul modo da adottare nei suoi confronti, per fargli accettare l'aiuto che gli offrivo e che lui ostinatamente rifiuta. Fino ad avantieri era abbastanza gestibile. Cercavo di fargli giungere l'aiuto nonostante il suo rifiuto, tentando di fare leva sul suo carattere. Fino a quel momento tutto andava bene, nonostante le velate minacce verso chi mi aveva mandato là e aveva più potere di me. Tuttavia si poteva andare avanti, ingoiando rospi e cercando di ingannarlo benevolmente, ovviamente....Dal momento che ha capito che io ero amica della sua nemica tutto è cambiato. È diventato a tratti violento e ieri, se non c'era un parente a fermarlo... non so... Sono nervosa io, figurarsi un vecchietto di 86 anni! Questo lo capisco, ma di fronte alle minacce che poi diventano atti, non ci sto.
Stamattina mi sentivo tanto impotente. Possibile che il Signore non ascolti? Sono andata a messa cercando anche in questo buio di trovare una luce nella fede, di aggrapparmi a Lui, di pensare che prima o poi mi darà un aiuto e permetterà che viva una vita normale, sì, difficile come può essere la vita, ma con difficoltà nel lavoro superabili e non impossibili rischiando anche la vita! Non si sa mai cosa possa frullargli nel cervello. Poi la pace è scesa nel mio cuore, gli ho chiesto di intervenire in qualche modo... E sì, la fede si prova nei momenti più difficili e non quando tutto va bene, altrimenti rimane una fede superficiale, liturgica e basta... Oh Signore affido la mia vita a te... Soccorrimi nella tua bontà...

mercoledì 13 novembre 2013

Ci sei, o Dio?

Cammino per le strade di Genova. La luce del sole cola sui palazzi, sulle strade, sul verde dei monti. La gente cammina veloce, mi sfiorano pensieri strani che a tutta prima paiono un po' lugubri: tutti, giovani, anziani, bambini, camminiamo verso una meta unica, la morte. Sembra strano: viviamo, ci muoviamo, lottiamo per i nostri ideali, anche umani... ma un giorno riposeremo sotto terra. Che cosa è servita la nostra vita? Alla soddisfazione delle nostre esigenze? A quale pro? Spendiamo la vita non per valori eterni e nelle nostre mani rimane un pugno di sabbia che sguscia attraverso le fessure delle nostre dita. Eternità. Questa deve essere la nostra meta. Intanto l'autobus corre per le strade: i semafori, i palazzi, le aiuole corrono veloci. Mi avvicino alla meta. Il sole entra dai finestrini, illuminando i seggiolini. La mia mente s'affolla di pensieri che si dissolvono in sospiri profondi. Vorrei lavorare, anche trovare difficoltà, ma non così tante. Talvolta mi sfiora un pensiero legittimo: Signore, ma se tu ci sei, perché stai agendo in questo modo nella mia vita? In fondo non ho scelto io questa strada, me l'hai posta tu davanti. Fosse stato per me non sarei nemmeno qui. Certo che ho sbagliato. La mia vita è piena di sbagli ma sbagli dei quali non ho nessun rimpianto: quando ho fatto quelle scelte ero consapevole dei miei reali desideri. Adesso mi tocca accettare questa realtà. L'inconscio trapela un desiderio profondo di un'identità differente. Proprio per questo non mi do ragione delle difficoltà che sto incontrando adesso nel lavoro. Tu, Dio, hai permesso tutto questo! Cosa sta succedendo dall'anno scorso nella mia vita? Perché nell'ambito lavorativo dal 2012, si sono risvegliate difficoltà impensabili! Mi dico basta. Me lo ripeto per scuotermi. Mi rivolgo perciò a Dio al quale ho fatto notare che le cose sono impossibili da vivere. Deve darmi lui le armi per sconfiggere gli ostacoli che mi si presentano insormontabili! Tutto ad un tratto gli affido la mia situazione, le difficoltà, e mi convinco che mi darà la forza e la grazia necessaria per affrontare la cosa. La situazione si ribalta. Le cose migliorano, non abbastanza da rendere le cose totalmente fluide, però mi ha un po' illuminato su come agire...

Fede

Che giornate! Dopo aver finalmente trovato un direttore spirituale, è stato trasferito niente meno che in Africa, definitivamente! Tutte le volte che trovo un direttore spirituale mi capita di perderlo immediatamente. 
Poi il lavoro. Ovviamente non è così semplice come potrebbe sembrare: due ore sudate e a volte lottate. Non posso entrare nei particolari, basta dire che il carattere del signor S, non permette a nessuno di poterlo aiutare! Un aiuto di cui ha assolutamente bisogno! Mi fa pena e mi ritrovo a lottare spesso con lui... a fatica, a volte debbo usare dei sotterfugi rischiando le ire del pelide S.!!!! meno male che sono solamente due ore e difficilmente mi spavento, altrimenti avrei già lasciato come hanno fatto le altre.
Stamattina ho riacquistato vigore, affidando tutto a Gesù, pensando che Lui stesso mi avrebbe dato la forza di compiere questo lavoro. Ho pregato per la conversione del signor S e dei suoi parenti. Non può lasciarmi sempre in difficoltà mischiando ancor di più le carte e sconvolgendo una realtà che potrebbe essere vivibile. Non è possibile!
Stamattina sono andata a messa a s. Anna. È più lontano ma l'ho gustata molto di più. Una funzione raccolta, vissuta. Ho avuto il tempo di dire anche le lodi, tornare a casa e raccogliere tutte le mie forze per affrontare le fatidiche due ore... 

martedì 5 novembre 2013

Lettera a papà

Ciao papà. Questi che scrivo adesso, sono i pensieri che come una marea lambiscono la mia mente quando sono ai piedi della tua tomba. Tu adesso puoi sapere l'importanza e la motivazione di certe mie scelte e come il mio cuore sia rapito dal fascino dell'eternità. Sai che amo profondamente la mia vita e la voglio vivere con intensità e passione, anche i momenti più difficili e tristi. Per questo motivo amo e desidero la vita eterna: se già è così bella questa terrena, chissà come sarà quella dell'aldilà? Certo che mi manchi, ma sapere di avere qualcuno a me molto caro già in cielo, mi sembra di possedere una protezione super alla quale spesso mi rivolgo e “pretendo” come figlia. Uomo di mare, abituato a navigare, hai comandato la tua navicella in mezzo ai marosi, fiero nelle tempeste, pieno di dignità di fronte alla malattia. Noi abbiamo spesso un concetto sbagliato di dignità: non è fare lavori “nobili” alla scrivania, essere ricchi di denaro e di stima degli altri: la dignità è saper affrontare con coraggio la vita, anche quando siamo apparentemente senza forza e appoggio umano. Quanti santi lo hanno dimostrato! Questo dovrebbe aiutare a farci riflettere e persino consolarci...
Grazie, papà, di esistere... Già, perché anche adesso sei presente, accanto a me, in modo diverso ma non meno intenso.
Alessandra

giovedì 31 ottobre 2013

Oggi, un altro giorno

Domani è la solennità dei santi. Ieri, finalmente, ho conosciuto il signor Salvatore. Sono contenta di cominciare questo lunedì: l'orario non è pesante e aiutare una persona è una cosa meravigliosa. Rendersi utile, suscitare il sorriso in una persona riempie il cuore di speranza. Sono giornate così strane, sento la felicità invadere il mio cuore, lentamente, come se fosse sangue che scorre nelle vene, riscaldandoti. Ultimamente mi reco al cimitero spesso. Sento l'esigenza di ritrovarmi ai piedi della tomba di mio papà. Il cimitero è più frequentato recentemente: tanta gente viene a mettere a posto le tombe dei loro cari. A volte mi chiedo se meditano sulla morte, spesso si pensa che a noi non accadrà mai, eppure incombe nelle nostre esistenze come il fatto più certo della nostra vita. Non può essere altrimenti. Anche stare al cimitero mi dà tanta pace nel cuore. Ho promesso a mio padre che se lui mi avrebbe aiutato a trovare un lavoro, gli avrei offerto una santa messa con i miei soldi. Quante volte sprechiamo il nostro tempo ad odiare, a raccontare menzogne, a farci del male, e troppo poco lo impieghiamo per amare e ricreare il nostro spirito, ovvero la nostra parte eterna.

mercoledì 23 ottobre 2013

la vera gioia


Allerta 1 e preghiera

Oggi allerta 1. Il cielo è cupo ma la pioggia non ha fatto ancora capolino. Forse è per questo che ho passato una notte un po' agitata, il dolore al nervo della spalla si è fatto sentire intensamente. Non sono riuscita a prendere sonno immediatamente. Sentivo i passi degli inquilini del piano di sopra. Forse anche loro non riuscivano a prendere sonno. Poi, finalmente, sono scivolata in un sonno pieno di sogni strani ma con un senso logico. È per questo motivo che non ero al massimo quando mi sono alzata... Ieri sera mi sono coricata con 144 e dopo la colazione ero a 488... Forse è stato davvero il tempo. La mia povera schiena mi doleva: il dolore s'irradia fino alle costole. Ormai sono due mesi abbondanti che ho questo dolore. Per la prima volta nella mia vita ho chiesto alla Madonna un po' di salute. Di solito non lo chiedo mai. Chiedo la forza, continuo a fare quello che faccio di solito, ma adesso quel dolore mi sta sfiancando. È che non mi lascia dormire tranquilla... Ho recitato allora un rosario intero, con i venti misteri, alla Madonna chiedendole proprio la grazia della salute e un lavoro. Ci crederete o no, mi ha risposto subito: ho ricevuto un sms che m'informava che avrei cominciato il 4 novembre con quell'anziano. Più tardi è arrivata mia mamma con un appuntamento gratis con la neurochirurga la quale le ha detto che mi avrebbe dato qualcosa. Il bello è che ho meditato proprio sull'importanza della preghiera, provare per credere!

sabato 19 ottobre 2013

Giornate così...

Oggi è una giornata nuvolosa, bigia. Si sta avvicinando a grandi passi il mese di novembre, il mese dei morti. Speravo che venisse anche il freddo, non so per quale motivo mi piacciono molto l'inverno e la pioggia. Quelle giornate bigie che intristiscono molta gente, nel mio cuore, creano un'atmosfera bellissima di protezione, attesa e gioia. Strano ma così. Non ho ancora ricevuto risposta per il lavoro da quell'anziano: siccome ci sono molte persone che si occupano del caso, la faccenda è slittata oltremodo. Forse è stato meglio così, altrimenti non avrei cercato oltre e invece ho mandato tanti altri curricula tramite internet: mi ha risposto un'azienda che risiede vicino a dove abito e per un posto niente male. Vedremo cosa accadrà, non posso aspettare in eterno una risposta per sole due ore al giorno.
A parte questo nella mia mente s'affollano mille pensieri. Talvolta quando esco, mi sfiorano la mente, giocano con lei, la riportano ad un tempo andato. Non ho così tanta nostalgia da voler rivivere il mio passato, sono contenta dell'età che vivo e, in queste riflessioni, mi ritrovo piena di ottimismo, senza smarrimento, rimpianti. Tuttavia, nonostante questa serenità di fondo, alcune volte ritorno al passato e, tutto ad un tratto, mi ritrovo in un futuro strano, intriso di meditazioni profonde che conducono il mio cuore ad interrogarsi sulle grandi domande della vita.
Ieri ho visto A., una mia cara amica del passato che ho ritrovato in questo presente strano, intrigante e allettante. Lei, indubbiamente, fa rivivere i ricordi del passato, abbiamo riso come una volta, ritrovato parole che ci hanno avvolto come un balsamo delizioso e tonificante. Non abbiamo fatto grandi cose, ma sono stati momenti che oserei definire magici.
Tali attimi sono stati accompagnati dalla presenza costante di mio padre, una presenza ovviamente invisibile, ma piena di pace e gioia...
Ultimamente infatti spesso mi viene in mente il cimitero, il pensiero che la vita su questa terra non è eterna ma è un attimo, un soffio. La Bibbia la definiva come il fiore di campo che spunta al mattino e avvizzisce la sera. Sì, è un attimo, un respiro che si perde nel tempo... Eppure l'immagine del cimitero mi rimanda all'icona dell'eternità della vita e m'ispira fiducia, desiderio di raggiungerla presto, sebbene con un po' di timore... Riflessioni profonde allora attanagliano il mio cuore... Mio papà ha già fatto questo salto verso l'eternità...

giovedì 10 ottobre 2013

Dall'aurora io cerco te


Esperienze di lavoro


È da tanto che non scrivo su questo blog, ma mi sono accadute tante cose! Troppo tempo senza lavoro, non che fossi scontenta, però avevo veramente bisogno di fare qualcosa. Di tanto in tanto mi veniva in mente il settembre dell'anno scorso quando avevo cominciato a fare la badante a quella signora così carina e simpatica. Era piacevole stare con lei: di origine inglese, parlava volentieri di tante cose. Si interessava di tutto. Come orari era un po' pesante, però, nonostante tutto non sono mai andata veramente mal volentieri. Certo, purtroppo la mia salute era quella che era e non avere un giorno di riposo ha influito leggermente. Gli unici momenti un po' “difficili” erano quando di venerdì dovevo fermarmi per il fine settimana. Per il resto andavo di buon grado. Era una gioia varcare quella porta ed essere sempre accolta da un sorriso. Gli anziani hanno molto da insegnare, la loro esperienza è un tesoro prezioso. La signora si è ripresa presto e purtroppo ho dovuto lasciare quella famiglia splendida. Poi, più niente. Ho mandato tanti curriculum, soprattutto quando il concorsone scolastico era finito, ma non ho avuto alcuna risposta. Ho passato qualche giorno difficile, ma attraverso la preghiera intensa e la partecipazione alla santa Messa, sono riuscita a superarli. Piena di speranza, talvolta troppo, ho aperto a caso l' Ufficio Divino nella parte delle date in cui si commemorano i santi, ovviamente dopo aver pregato e chiesto la grazia di farmi conoscere la data in cui avrei trovato un lavoro. 17 settembre. È uscita quella data. Speravo fosse nella scuola, ma, passati i primi di settembre, ho pensato nuovamente agli anziani. Sorpresa! Considerando che tramite internet mandavo ogni giorno parecchi curriculum al giorno, non mi ricordavo di certo il nome delle varie aziende contattate. Il 16 settembre suona il cellulare: era per un colloquio conoscitivo. Il telefono era squillato più volte e, in verità c'è stato anche un malinteso. Dio ha messo le cose così in modo che conoscessi queste nuove persone. Il giorno dopo ho sostenuto il colloquio e, per le condizioni che mi hanno esposto e che non rivelo per non mettere nei guai l'azienda in quanto in seguito si sono rivelate delle bufale, ho deciso di imbarcarmi in una nuova esperienza: il lavoro porta a porta. Si rappresentava un marchio prestigioso ed onesto e quindi ho deciso di fare questa prova. I giorni precedenti sentivo dentro il cuore aleggiare un'aria di attesa che è sfociata in quest'opportunità. Era un ambiente decisamente maschile ma per me si è rivelato facile da affrontare. Mi sembrava di conoscerli fin dall'inizio, ero l'unica donna. L'unica cosa era che non riuscivo a fare contratti. Insistevo un po', sopportavo le porte in faccia, ma avevo capito da subito che non sarei mai riuscita ad estorcere un contratto senza il pieno consenso del cliente. L'ambizione, i soldi, su cui facevano leva i manager, su di me non attecchivano. Per me era importante ciò che pensava il cliente, le sue scelte. Il rispetto delle sue scelte era per me fondamentale. In seguito ho scoperto il resto e perciò ho deciso di lasciare. Loro pensavano che non riuscissi a sopportare le porte in faccia, ma non era quello, perché alcuni aprivano e mi facevano entrare, si parlava: era che per me l'onestà è un punto fondamentale. Lasciato quel lavoro mi si è presentata un'altra opportunità forse più consona al mio carattere e vocazione: aiutare un anziano. È in cantiere, domani dovrei andare a conoscerlo, ma già penso che se il tutto andrà in porto, sarà una nuova e buona opportunità.

domenica 29 settembre 2013

Le ultime

Buongiorno a tutti. E' da tanto tempo che non scrivo, ho avuto molto da fare. Ho trovato un lavoro, insolito per la mia formazione, che mi tiene occupata... Aspettando tempi migliori. Finalmente ha cominciato a piovere... Autunno, dolce autunno...che bello! Fra un po' andrò al cimitero...a trovare papà...

sabato 31 agosto 2013

Dal dottore


Ieri, mattinata passata dalla dottoressa per un certificato. Sala stracolma, è formidabile come gli anziani l'affollino per parlare tra loro... però i loro dialoghi sono stati costruttivi anche per me. Hanno tirato fuori il discorso di come era Genova prima della guerra. Già, com'era diversa. Stiamo passando una grande crisi economica che sembra aver messo in ginocchio tutta l'Europa, eppure ci sono stati momenti senza dubbio peggiori: povertà, paura dei bombardamenti, sfollamenti, insicurezza. A volte pare impossibile che la guerra sia stata una realtà. Viviamo in pace, forse una pace apparente, fatta di tante ripicche e stupidaggini e forse proprio per questo c'è la crisi economica, per scuoterci da questo intorpidimento spirituale che ci sta uccidendo dentro, che ci ha svuotato del senso fondamentale della vita: uno pensa di perdere il lavoro e si uccide; una ragazzina fa la civetta con un ottantenne per rubargli qualche spicciolo... In che mondo viviamo! Un mondo che ha perso tutti i valori fondamentali!

Alto e glorioso Dio, cantata da me


giovedì 29 agosto 2013

Madonna della Guardia


Oggi a Genova si festeggia la Madonna della Guardia. È un giorno meraviglioso per la città e lo è in particolar modo per me. Speravo tanto che dicessero la santa messa in suo onore e non quella del martirio di san Giovanni Battista e così è stato. Ho ricevuto delle cose splendide questa settimana e chi devo ringraziare se non lei? Spesso quando ci si va a confessare ti chiedono anche di che cosa devi ringraziare il Signore ed è vero. Nella vita ci si aspetta il grande evento, quello importante, e non ci accorgiamo che la vita stessa è IL GRANDE EVENTO. Bisogna gustarla, intensamente. Ciò che ci accade sono delle luci che si accendono lungo il nostro cammino, anche quando sono caratterizzate dalla sofferenza. Sono sempre luci... e d'altronde se ci pensiamo, quando vaghiamo nel buio più fitto, desideriamo ardentemente una luce, anche fioca, che ci guidi lungo il cammino. Quest'opportunità ce la regalano coloro che incontriamo nel percorso della nostra vita. Dicono che se non accettiamo noi stessi, non possiamo accettare gli altri. Verissimo. La psicologia ci svela alcuni risvolti rilevanti per il nostro spirito. Tanto più non accettiamo noi stessi, tanto più non accettiamo gli altri. Quando non si sa perdonare se stessi, non si perdonano neanche gli altri. Inevitabili le incomprensioni, bisogna trovare il coraggio di affrontarle in modo adulto. La vita è fatta di questo, ma le difficoltà servono per crescere, affinché la nostra fede aumenti sempre di più. Per questo motivo un grande mistico affermava che gli altri sono lo specchio di noi stessi: talvolta ci sputano in faccia la verità brutalmente, altre i loro sbagli ci svelano il nostro intimo, quello che veramente siamo, altre ancora con il loro buon esempio ci spronano, ci fanno sentire bene. Qualunque sia il loro compito nella nostra vita, Dio li ha messi accanto a noi come una luce, una luce che illumina il nostro percorso. Più volte ho ripetuto che i film sono fonte di riflessioni profonde, anche se il messaggio rimane velato. Uno di questi mi ha fatto riflettere da tempo sull'atteggiamento davanti alla sofferenza. La sofferenza non è facile da vivere e da affrontare, non lo è stato nemmeno per i santi. L'atteggiamento di fronte ad essa è diverso: qualcuno fugge, qualcuno diventa freddo, altri evitano di intrecciare rapporti seri, sia di amicizia che d'amore. Già, perché alcuni non desiderano impegnarsi per timore di soffrire... è così. Su questo mi ha fatto riflettere soprattutto il film che ho visto.

martedì 27 agosto 2013

Dove sei?

Da quanto tempo non scrivo su questo blog! Un'infinità. Sono finalmente arrivate le piogge e con queste pure un po' di fresco. A me piace quando il tempo varia. Nubi scure e minacciose hanno oscurato il cielo azzurro di Genova, della mia cara Genova.
Il tempo scorre tranquillamente, tra speranze e riflessioni, dubbi e ritorno alla fede, ma comunque lottando, non arrendendomi mai.
Ho camminato nel silenzio di Dio. È terribile il suo silenzio. Non è solamente la sensibilità ad addormentarsi, chi fa un cammino spirituale serio sa bene che questa è una condizione necessaria per arrivare al vero e puro amor di Dio, ma è proprio la sua presenza a mancare, negli eventi della vita, divenuti piatti, insignificanti o motivo di cadute rovinose.
 Il silenzio di Dio... Terribile... L'amato del proprio cuore non c'è più, si cerca urlando al vento le preghiere, sforzandosi di urlarle, ma Lui... non c'è più. Si è nascosto così bene che le preghiere sembrano vane. Si prega perché si deve ma si ha la sensazione che sia tempo perso. Si ci aggrappa ugualmente alla santa Messa, ma ti sembra di fare solamente presenza, la testa è altrove. Terribile, per chi ama veramente Dio. Si comincia a pensare che io mi sono allontanata da lui e quella è una sorte di castigo. Abbandonata, in un angolo, senza cura. 
In questo periodo mi è venuto in mente l'episodio di Gesù sulla barca. Egli dormiva nella barca, profondamente. All'improvviso si scatenò una tempesta fortissima che rischiava di far affondare la barca. Gli apostoli erano pescatori, conoscevano il mare e le sue tempeste, quindi quando svegliarono il Signore, sapevano di essere in pericolo serio di vita. Ma, nonostante la tempesta, Gesù dormiva.

Pure nella mia barca, Gesù si è messo a dormire, profondamente, incurante della forza dei marosi. Rialzarsi, credere nonostante Lui smetta di aiutare, è veramente difficile. Scuote la fede nelle sue fondamenta e ci costringe così a guardare in faccia il dolore di tante persone lontane dalla fede. Come faranno? Già, perché nonostante questo, nonostante il suo sonno sia pensante e la barca venga sballottata paurosamente dalle onde, sai che c'è sulla barca, è un sentimento radicato che forse in quell'istante non si sente, ma c'è perché non si lascia il campo alla disperazione. Ma coloro che sono lontani dalla fede, come possono accettare questo dolore intenso senza disperarsi?

E Dio mi parla. Apro a caso ed esce di avere fede, di essere perseverante nella preghiera, che i giusti sono nelle mani di Dio e che nessun tormento le toccherà... che egli è presente nelle sofferenze, nelle umiliazioni che ci hanno scosso intensamente...

sabato 27 luglio 2013

Salita a Monte Carmelo

Stamattina una bella salita per andare a messa dalle Carmelitane. Avevo la mente offuscata e avrei voluto trovare una soluzione. Niente ancora all'orizzonte, se non nell'ambito sbagliato. Dopo ben tre caffè la mia mente ha cominciato ad aprirsi. Finalmente! Verso le dieci sono tornata a casa e sono riuscita a dire il Rosario. Che bellezza! Dopo tanto tempo ho sperimentato nuovamente l'ebbrezza di recitare questa preghiera. Era da tanto! Devo accettare questa croce, la croce della mia sofferenza, sia fisica che morale... Ma com'è difficile a volte!

venerdì 26 luglio 2013

Il silenzio

Il silenzio
simile all'onda del mare
avvolge il cuore
e gli alberi,
coi rami protesi
dall'azzurro del mare
a quello del cielo
in cerca di un infinito
d'amore
di pace.
Accarezzati
bagnati
di luce dorata
s'illuminano i rami
repentinamente gettandosi
nell'ombra rigenerante
in un gioco eterno
fra i sentieri coperti di foglie.
Laggiù,
fra il gioco dei raggi del sole,
ecco la città silenziosa
del sonno
dove anime cercano
luce eterna...

domenica 21 luglio 2013

Odiare

Ho imparato che non bisogna perdere tempo a vendicarsi e a odiare. Come recitava un aforisma, quando si cova la vendetta si scavano due tombe: quella del tuo nemico... e la tua. Il tempo è prezioso, non esiste il presente. Quando lo pensi, già non è più. Odiare è come l'esempio che ho già fatto della sabbia: stringi stringi non ti rimane nulla nelle mani. La sabbia scivola e cade dalle piccole fessure fino a scivolare via completamente: ti rimarrà in mano qualche granello che il vento ti porterà via.
Tempo perso quello speso ad odiare: avvelena la vita e non risolve i problemi. Bisogna guardare il cielo e perdersi nella sua immensità, andare oltre quei confini angusti dei nostri egoismi per poter scoprire la gratuità. L'atto del sorridere impiega meno muscoli di quello del piangere... ed è bello riflettere sul modo in cui si sorride: gli angoli della bocca sono rivolti all'insù. Tutto ci deve portare verso il cielo, perché oltre le nuvole, sebbene siano scure, c'è sempre il sole brillante e caldo. Quando si è tristi i muscoli del viso si contraggono e gli angoli della bocca indicano il basso, il terreno, un confine... indicano che stiamo guardando troppo noi stessi. Perché allora non perdersi in Dio? 

La sabbia

Cammino, e nel silenzio del mio cuore sento nascere la pace: il verde degli alberi, la bellezza della creazione, il respiro del mare, l'imponenza delle montagne mi riportano a Colui che ha creato tutto ciò. Sento la gioia pulsare all'unisono con il mio cuore ed è una gioia imperitura che nessuno potrà mai turbare. Non importa se le persone ti stimano o non ti apprezzano per le tue idee, bisogna avere il coraggio anche di andare contro corrente, di sostenere, nonostante la derisione, quello in cui credi. Le persone, le opinioni passano, come il tempo: sono come sabbia stretta nel pugno, più la stringi più scivola e sfugge alla tua presa. E mi viene da riflettere su come avevano concepito l'orologio gli antichi: la clessidra. Leggera sabbia che scorre... Proprio in questo momento mi viene in mente il gesto di Gesù quando i farisei volevano condannare una donna a morte perché sorpresa in adulterio. Egli scrisse sulla sabbia. È rimasto un gesto emblematico, senza interpretazioni definitive da parte della Chiesa. Tutto ciò che si scrive sulla sabbia è destinato a cancellarsi: il vento, l'acqua del mare, trasportano i granelli, cancellando, modificando il terreno, l'aspetto del paesaggio. La sabbia rappresenta benissimo il tempo. Il tempo cancella ogni cosa, modella gli animi...Tutto ciò che noi vediamo è soggetto a corruzione, al mutamento, eppure il nostro cuore anela all'eternità, è creato per l'eternità.
“Il nostro cuore non ha pace, se non riposa in Te” esclamava sant'Agostino. Verissimo. La nostra esperienza si basa su cose soggette alla corruzione, compresi i nostri affetti più cari. Tutto ciò che vive nel tempo è soggetto a corruzione. Allora, per ottenere la vera pace, la vera gioia, bisogna che il cuore si fondi su qualcosa di stabile, di eterno, solamente allora si farà esperienza di eternità, di stabilità, altrimenti saremmo in balia del tempo, dei dispiaceri, delle delusioni, del parere delle persone.

Gita a Bonassola

lunedì 8 luglio 2013

Giorni estivi

Sembra che siano iniziate le giornate estive ma con un certo accento d'incertezza: vento, temporali estivi improvvisi. Se, per un motivo e per l'altro, non sono riuscita ad andare al mare, ho sfruttato un po' d'occasioni per assaporare il sole e le passeggiate. L'altra domenica sono andata al Port



o Antico dove vi erano in bella esposizioni tantissime auto, per la precisione 500. Sembravano dei gioiellini, con tante forme di zampette sulla carrozzeria, oppure tanti cuoricini, tricolori... la fantasia non è mancata di certo. In contemporanea hanno allestito un mercatino vintage con tanta roba antica, giradischi, telefoni con il disco, telecamere di quelle antiche (altro che digitali), ninnoli di vari tipi, vestiti che forse torneranno di moda negli anni futuri come è già successo per altre epoche... insomma un vero bazar del tempo andato.
Il mercoledì dopo sono andata a Bonassola. Dapprima avrei voluto fare un bel bagnetto in quelle acque ma poi il tempo non l'ha permesso: tirava un vento forte e la temperatura non è salita oltre i 24 gradi. Indossavo i pantaloncini e avevo un freddo terribile! Abbiamo fatto il tratto Bonassola – Levanto a piedi passando per gallerie fredde e umide. Tra tali gallerie si aprivano dinanzi ai nostri occhi bellissimi scorci di mare limpido. Hanno avuto ragione ad assegnare la bandiera blu a quelle spiagge! Le spiagge erano vuote, non c'era tanta gente! C'era freddo! Mmmm... Ebbene, il mio zaino è ritornato vicino alla porta principale... lui è pronto per andare al mare... speriamo che non ci colga uno di quei super acquazzoni!

venerdì 21 giugno 2013

San Luigi Gonzaga

Oggi è san Luigi e alla messa hanno ricordato il defunto Luigi. Non era certo mio padre, ma il mio ricordo è volato a lui. Quando prendo il computer dal mobiletto, i miei occhi si posano su alcune fotografie che ritraggono mio padre. Non è passato tantissimo, la malattia l'ha devastato in pochissimo tempo. Oggi andrò al cimitero con mia mamma. Quello che avevo provato subito dopo la sua morte, era una cosa incredibile. Avevo sentito la medesima cosa che una canzone su Chiara Luce Badano, dice: "Non c'è nulla da temere!". Una sensazione davvero molto forte, come poteva non esserlo? Una pace indicibile! Non so se crederete a quello che racconterò, ma per lungo tempo, prima che mio padre peggiorasse e subisse una complicazione della malattia di cui soffriva da molto, avevo il puro terrore di perdere i miei genitori. Lo avevo scritto al mio parroco che era proprio un padre per me! Terrore puro: m'immaginavo l'azione devastante della morte nei loro corpi e fremevo. Da quel periodo, passarono tre anni e verso il 17 ottobre del 2008 mi giunse una telefonata di mia madre che mi comunicava l'aggravamento. Quella sera parlai con mio padre al telefono,  non erano di certo a conoscenza del mio te
rrore di fronte alla loro morte. Mio padre mi disse una frase che mi portai avanti per tutto il tempo della sua lunga agonia. Cercavo di rincuorarlo, di tirarlo su. Non era un tipo che si arrendeva. Da buon militare era abituato a combattere, a non lamentarsi di fronte al dolore. Prima del suo aggravamento, aveva un fischio al cuore da far pena e quando glielo facevo notare, lui con un sorriso commentava: è il cuore, come se avesse detto che erano noccioline, buone da mangiare! Era già l'inizio...
Per ritornare alla sua frase, mi rispose dopo un attimo di silenzio: "No, questa volta non mi riprenderò"
E' stato così! Mio padre da quel giorno si è avviato all'ineluttabile, alla morte di cui non parlava mai! Ecco perché mi preoccupai per la sua frase, non era uomo da pensare alla sua morte. Da quel giorno la morte si aggirò accanto a me, era diventata il mio respiro... Mi sembrava di affrontarla in ogni istante, giorno dopo giorno. A volte mi terrorizzava, a volte mi ritrovavo nell'orlo del suo precipizio. Ma tutte le volte riflettevo sull'eternità della vita, sulla luce che mi avrebbe accolto nell'aldilà. Affrontavo un'agonia che non era mia. A momenti pensavo davvero che forse avevo qualche malattia che ignoravo di avere e che mi provocava quell'agonia terribile. Papà mi aveva fatto parte del suo segreto quella sera. A nessuno parlava della sua morte. Mai! Faceva credere di dover vivere a lungo, più delle persone sane. Io solo avevo accolto quella confidenza emersa dopo un attimo di silenzio... Lui era convinto che il suo era stato solo un mal di stomaco!
Per me era una vera agonia. Sembrava dovessi morire da un momento all'altro. Quell' agonia era di mio padre, non la mia. Terminò il 29 marzo del 2011, quando lui spirò. Nel momento in cui spirò, io stavo insegnando ai bambini e notai che l'orologio si era fermato verso le otto e quaranta, più o meno il momento in cui lui si era addormentato definitivamente. Il giorno prima, mi raccontò mia mamma, era felice, scherzava, come mai più aveva fatto. Il Signore era venuto a prenderlo. Con la stessa forza, sentii che non c'era nulla da temere, che lui aveva fatto un passo in una vera vita. La stessa intensità con cui avevo vissuto l'agonia... Io vedevo veramente con gli occhi dello spirito, quella porta spalancata... e quasi m'invogliava ad oltrepassarla, mi spronava a vivere solo per attraversarla, perché solo quello contava...
Caro papà mio, continua a proteggermi... Abbiamo scelto questa frase, come epitaffio per la tomba perché riassumeva ciò che mi avevi insegnato concretamente in quel momento: "Non piangete! Io continuerò ad amarvi oltre la vita"
Ha fatto proprio così...povero papà mio!

lunedì 10 giugno 2013

Pioggia

Ieri nuovamente pioggia, però da alcune cose si comprende che ormai siamo alle porte dell’estate o comunque che l’inverno è passato. Passando per Corso Firenze si possono ammirare le torme delle persone che escono a correre. Escono insieme, talvolta assomigliano a un branco e bisogna stare attenti, perché non si spostano di un millimetro e se non ti sposti tu, ti travolgeranno…. Che beffa essere investiti da persone sul marciapiedi! Niente di spettacolare e di accattivante! E poi che dire che al primo caldo alcune ragazze hanno scelto di togliersi le scarpe e camminare con i piedi completamente nudi. Quante esclamazioni di perplessità! Tutti si giravano! Se l’hanno fatto per attirare l’attenzione, come solitamente accade quando passa un cane anziché una persona, ce l’hanno fatta! Avranno fatto una scommessa! Chissà! Bando a ciance! Questi sono tutti indizi dell’arrivo imminente dell’estate o di almeno una parvenza di caldo primaverile. Forse siamo riusciti a raggiungere i venti gradi… ma ieri… no! Il Signore del tempo si è stufato di vedere atteggiamenti troppo estivi, e così ha fatto tornare i termometri a 15 gradi. Bella roba! Ed ecco i turisti con pantaloncini cortissimi, invero assomiglianti più a mutande che a pantaloncini, con gli ombrelli a lottare contro un vento autunnale che scuoteva allegramente le fronde degli alberi, facendo cadere le povere foglie, che, ahimè, credevano di aver finito la loro odissea invernale! Pioggia scrosciante, cielo nero come la pece, in barba a quelli che non sapevano più cosa togliersi se non le scarpe, a quelli che in branco hanno assaporato l’ebbrezza del correre insieme!  Ma no! I genovesi non si scoraggiano! Mentre si lottava con l’ombrello che cedeva al vento, alcuni a coppie sono usciti ugualmente per correre, con le scarpe però, mentre i cani saltellavano nelle pozzanghere ormai diventate piccoli laghi.

sabato 8 giugno 2013

I cuori di Gesù e Maria


Nel deserto

Finalmente sembra che il tempo si sia stabilizzato, ecco il sole e il caldo. Ho sentito un forte desiderio di pregare, di pregare in continuazione. Nel deserto in cui vivevo sembrava impossibile risentire il desiderio di pregare. Forse è un istante, una piccola fiammella destinata a essere nuovamente travolta dal mare dell’insensibilità. Certo è che, nonostante sentissi niente, pregavo ugualme
nte. Non sempre si ha il desiderio di pregare ardentemente. Forse qualcuno potrebbe obiettare che sarebbe ipocrita pregare quando non si desidera. No, io penso non sia così. Se il nostro corpo passa un periodo in  rifiuta il cibo, ci affrettiamo a sforzarci per ingurgitare qualcosa, perché sappiamo benissimo che senza il cibo non possiamo vivere. Ecco, dovremmo fare così anche con la preghiera, non è essere ipocrita. È il cibo della nostra anima, ed in fondo lo hanno ben sperimentato che l’uomo vive più delle cose astratte che di quelle materiali. Quante sante poi, hanno dimostrato che si può vivere nutrendosi semplicemente dell’Eucaristia! Quindi il desiderio di pregare…. Ma oggi ecco nuovamente il deserto avanzare. Si poteva udire solamente il sibilo del vento, un vento foriero di morte. È in questi momenti che comprendo pienamente la necessità della penitenza corporale. Senza l’addestramento a questa, mi lascerei senz’altro andare, mi chiuderei. Si fa forza sul nostro spirito, affinché, nonostante tutto, si apra, rivolga il suo sguardo a Dio. E così è stato. Sebbene non avessi voglia di recitare il rosario, ho cominciato ugualmente, con più calma, cercando di essere attenta alle parole che pronunciavo. E così l’ho detto… una vittoria! E la tristezza senza nome se n’è andata!

martedì 4 giugno 2013

Fede

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho scritto. La Madonna della Guardia mi protegge, ne sono sicura. Prima che mi accada qualcosa d’importante, ecco che la vedo in ogni dove, cominciano ad apparire le sue immaginette ovunque. È capitato così anche l’ultima volta, ve lo avevo accennato nell’altro post. Apparivano le sue immaginette come dal nulla e… ci crederete o no, ho finalmente trovato un padre spirituale. La Madonna sembra quasi volermi avvertire con questi piccoli segni della sua presenza o che farà qualcosa di speciale a mio riguardo. Ho ancora molto bisogno di lei. È vero che dovremmo aver fede comunque, anche se non abbiamo questi piccoli segni, ma penso che sia una delicatezza della Madonna nei miei confronti, per farmi comprendere che ciò che mi sta accadendo non è un caso fortuito, ma è tutto secondo i piani di Dio. Già… Perché per me, soprattutto agli inizi, era difficile crederlo. Ad ogni modo, sta guidando la mia vita, con la sua presenza. È una consolazione ma a volte, siccome attendo un segno particolare, penso che si sia scordata di me. Sono andata alla Madonna del Monte, una scarpinata incredibile, su per quelle viuzze inerpicantesi per il monte. Il tempo era nuvoloso, sembrava non promettere nulla di buono, e poi era tardi. Erano appena le quattro ed io ero ancora sopra la stazione Brignole. Quanta strada avrei dovuto ancora percorrere per raggiungere il Santuario! E, detto fra noi, non ne avevo tanta voglia. Sentivo stanchezza e il pensiero di dover fare tutta quella salita, mi faceva saltare alla mente ogni possibile cambiamento di programma. Tentata fino all’ultimo. Prima ho sbagliato strada e, proprio nel mentre in cui m’incamminavo nuovamente per quella giusta, grosse gocce hanno cominciato a scurire l’asfalto. I piedi si sono rivolti istintivamente verso la strada del ritorno a casa. Io cammino moltissimo di solito, ma quel giorno sentivo un’avversione istintiva ad andare al Santuario, o meglio, a fare tutta quella strada. Mal di gambe, pioggia, di tutto, insomma, ogni scusa era buona perché non mi sentivo di andarci. La mia volontà però ha ben ordinato al mio corpo di andare: ogni pellegrinaggio deve essere condito di un certo sacrificio offerto. Non si può andare come se fosse una gita piacevole. Certamente ogni volta che mi reco al Santuario ho sempre qualcosa da offrire. Per andare su, seppur ci siano 5 gradi, si suda, tanto è ripida a tratti la salita. Quel giorno, però, la fatica fisica era accompagnata da quella spirituale. Finalmente giungo alla salita… non è possibile! Già come vi ho detto ho faticato molto ad andare, poi ecco spuntare una macchina con due cani che parevano famelici. Attraverso il vetro abbaiavano freneticamente e l’idea di trovarmeli liberi davanti al piazzale della chiesa, non era di certo così allettante. Sennonché la stessa macchina trasportante le belve deve fermarsi e lasciar passare una processione di macchine che scendevano: la fila non finiva più. Uno, due, tre…. Non finivo mai di contare! Sono stata ferma ad aspettare quasi dieci minuti, se non di più, ma alla fine, sono riuscita ad arrivare al Santuario… Madonnina mia, se non ti ho offerto oggi un sacrificio e non una semplice passeggiata, non so quando mai te lo offrirò. Mi è costata così tanto!
I giorni dopo ho cominciato a stare male. Benissimo, sarà la risposta della Madonna? Non lo so però la cosa mi ha fatto meditare molto sul dolore. Quando il dolore è molto forte, non importa più nulla. Non esistono più gli altri problemi come se fossero stati avvolti da una nebbia fittissima che ha ingoiato anche la tua mente. Non ti importa più di nulla se non dell’eternità. Tutto assume una dimensione giusta e solamente ciò che conta davvero emerge. Si diventa fragili, anche lo spirito cede… Quanto impegno per superare un difetto! E che brutto quando ci si cade nuovamente. Si ha l’impressione che tutto il lavoro fatto su se stessi, sia stato inutile, che si è sempre soggiogati dal corpo e che questo, seppur sia destinato a diventare polvere, pare comandare e prendere il sopravvento. Eppure, il Regno di Dio è la cosa più importante della mia vita. I problemi, che in realtà non sono pochi e sono reali, vengono filtrati attraverso questa mia convinzione e perciò perdono consistenza, si colorano di fiducia e di speranza di cui talvolta provo paura. Sì, paura perché temo di rimanere delusa, di aver riposto fiducia per nulla… Un po’ quello che accadde a Giobbe. Oltre alla malattia, tutti i suoi amici si burlavano di lui, gli rinfacciavano il fatto che forse aveva peccato e lo ignorava e che quel peccato era conseguenza della sua malattia. E Giobbe aveva fiducia in Dio, nonostante avesse perso tutto in un sol colpo. Mi sembra di essere così: di avere tanti progetti, speranze, destinate poi a rimanere illusioni. È  proprio qui che si valuta la propria fede…

Dio ti ama


sabato 25 maggio 2013

Meditazione

Una piccola precisazione, la solennità del Corpus Domini è dopo quella della SS. Trinità.

Accettare gli altri

Accettare la diversità degli altri non è facile, soprattutto per caratteri esplosivi ed effervescenti come il mio. Scontrarsi con la diversità degli altri è motivo di arricchimento e di crescita. Ci sono, infatti, alcuni lati del carattere degli altri che ci danno fastidio. Questa difficoltà non è da poco: accettare se stessi e gli altri, è la base della carità cristiana. Primo passo dell'umiltà è quello di accettare se stessi, soprattutto i nostri difetti che ci disturbano, ci rendono odiosi. Certo è, che l'accettazione di noi stessi deve però essere accompagnata da un desiderio profondo di cambiare. Sembra un paradosso, ma più si accetta se stessi, più si ha la forza di migliorarsi. Decade quell'ansia che il perfezionismo, la non accettazione, provoca nel nostro spirito. Con un clima sereno di dialogo con noi stessi, ecco che qualcosa cambia, in meglio. Sicuro che alla base di tale dialogo deve esserci la sincerità. Basta con l'immagine che vorremmo avere o quella che ci appioppano gli altri! Guardiamo in faccia, con coraggio, la nostra vera immagine, diciamoci sinceramente chi siamo. La verità aprirà la porta del nostro cuore e lascerà filtrare la luce di Dio e quindi permetterà di vedere ancor meglio dentro di noi. È vero che san Giovanni Vianney, che pure era santo, quando domandò al Signore di fare luce completa sui suoi difetti,  si spaventò enormemente: i difetti erano talmente tanti che sapeva che senza la grazia di Dio, avrebbe meritato sicuramente l'inferno! Lui, che era santo, cosa dovremmo immaginare di noi? Il problema è questo: sovente andiamo a tu per tu con il nostro io da soli, senza Dio, perciò ci scoraggiamo, abbiamo paura, non ci accettiamo. Dovremmo chiamare invece Gesù e quindi interrogarci davanti a Lui, sinceramente sui nostri difetti. Allora il cammino si spoglierà di quell'ansia inevitabile che limiterebbe ineluttabilmente il nostro cammino spirituale. Ricordiamo invece, che Gesù è venuto per spezzare le catene dei nostri peccati! Dio usa infinita misericordia con noi, ci ama comunque, anche se siamo degli scapestrati. Mentre mi ritiro in solitudine con me stessa, m'immagino di avere davanti ai miei occhi Gesù crocifisso. Il suo amore per me lo ha portato a soffrire enormemente sulla croce, non solo fisicamente! Quanto amore ha avuto nei miei confronti, da spingerlo ad annientarsi per me! Eppur l'ha fatto, nonostante io abbia tanti difetti... con quale dolcezza mi guarda! Cambierò nella misura in cui considererò con misericordia ogni mio difetto. Allora dovrebbe essere automatico pensare che lo stesso amore Cristo lo ha per coloro che sono diversi da me e m'infastidiscono... Ma se Gesù mi ha sopportato durante questo dialogo, come non potrebbe accettare gli altri? Quindi, anch'io, come lui, devo accettare gli altri!

Freddo

Di nuovo freddo. Da ieri c'è un freddo abbastanza pungente. Finalmente la volontà di Dio si sta manifestando, almeno per certi versi. Se si domanda con sincerità qual è la sua volontà, prima o poi lui la farà conoscere. Mentre andavo verso la chiesa di Castelletto, mi ha preso un mal d'orecchio  terribile: mi doleva fortemente la parte sinistra della testa. Quel vento sibillino mi entrava nell'orecchio e... davvero, sarebbe stato più opportuno e prudente tornare a casa... Penso che il Signore provi
la nostra fedeltà su questo. Ci crederete o no, dopo un po' di tempo che sono stata in chiesa, il mal d'orecchio è passato.... Mai demordere! Bisogna sempre combattere! Se si tiene alla santa messa, sì!

lunedì 13 maggio 2013

Righi


Abbi pietà


Oggi è una giornata stupenda: nel cielo brilla un sole lavato, brillante. Quanti pensieri hanno sfiorato il mio cuore e la mia mente. L'aria nuova che mi circondava, mi riportava non so a quale periodo della mia vita, mentre un senso di solitudine sembrava ghermire il mio cuore. Solita fatica e malessere di tutti i giorni. “Signore, ti prego, fammi conoscere la tua volontà!” 

È vero che Dio non manifesta il suo volere apertamente, ma mi viene sempre in mente quello che pensava Maria Simma quando anche lei si trovava in difficoltà e non riusciva a capire quale fosse la volontà di Dio nella sua vita. Non è così semplice, seppur, prima o poi, Dio la faccia conoscere ai cuori che sono aperti alla sua azione. Lei desiderava trovare un biglietto sul quale ci fosse scritto cosa doveva fare per compiere la Sua volontà. È proprio così: si cercano segni, si continua ad invocare il suo nome. Il brutto è che talvolta il cuore sprofonda in un burrone di silenzio e sofferenza, di scuro totale. Non sai dove andare, cosa pensare. Mentre inspiravo quell'aria che mi riportava qualcosa alla mente ed una vaga serenità si affacciava nel mio cuore, mi domandavo pure io, cosa voleva Gesù. Un senso di abbandono stringe il cuore, non sai che cosa pensare, come fare a tirarti fuori da quel vortice che sembra ingoiare uno ad uno i tuoi pensieri. Pare di non riuscire più ad uscire da quella situazione di buio totale e si spera in cuor proprio che almeno qualcosina si sblocchi e lasci intravedere uno spiraglio di quello che dovrai fare. Si prega, si urla al cielo ma Lui non risponde. Spero che lo faccia presto ed abbia pietà di me...

Righi


Ieri sono andata con una mia amica a Righi. C'era un paesaggio stupendo ed era da un po' che stavo pensando di andarci, per godere la bellezza del panorama. Stavo pensando di andarci da sola, ma il Signore sembra che voglia accontentarmi anche nelle piccole cose, seppur sulla sua volontà ancora non si sia sbilanciato. C'era un sole bellissimo ed il panorama che si estendeva davanti al nostro sguardo, era da urlo. Una domenica un po' diversa dalle solite, con la gioia di essere all'unisono con la natura. Ultimamente la Madonna si sta rifacendo viva: le immaginette che spuntano sotto i miei occhi, combinazioni singolari... Come ad esempio una ragazza che ha ricevuto un messaggio sul cellulare prima di andare a Medjugorie e ha pensato che fossi stata io a mandarglielo. Non ero di certo io, in quanto non la conoscevo nemmeno! E così ha pregato per me a Medjugorie. Sono piccoli segni che mi danno coraggio e mi fanno capire che la Madonna sta intercedendo per me. Forse sta per accadere qualcosa d'importante nella mia vita. Chi lo sa. Ad un anno esatto dal mio martirio, sarebbe bene che la Madonna e mio padre stesso si facessero “vivi”! Almeno per farmi comprendere qual è la volontà di Dio. Adesso come adesso, tutto è avvolto dal buio, sebbene io non sia disperata!

venerdì 10 maggio 2013

Un funerale


Oggi sono andata a messa a San Nicola. Il tempo era nuvoloso, cupo. Dopo tre giorni di sereno, ecco nuovamente le nuvole. Ogni passo un’Ave Maria. Decido sempre di recitare il rosario subito, fin dalle prime ore della mattinata, quando mi metto in moto, perché purtroppo gli impegni o semplicemente la mente stessa, assorbono tutti i pensieri e così ogni attenzione e capacità di concentrazione.
Non era più capitato da tempo. Di solito i funerali cominciano alle 8.30, dopo la prima messa. Oggi invece, c’era un funerale proprio alle otto. Appena passate le otto, entra la bara. È di color nocciola chiaro, come quella di mio papà. Non posso dissociarmi da questo ricordo, è inevitabile. Il mio pensiero torna a quel giovedì 31 marzo in cui la bara di mio padre entrò in chiesa. Sembrava strano. Lui stava dentro quel letto di legno. Quand’ero piccola mi pareva impossibile che sarebbe giunto quel giorno. Eppure, eccolo là. Quel 31 marzo ricordai un sogno che feci proprio quando ero piccola: lui stava dentro una bara con quattro lumini, due posti sul capo, due ai piedi.  Si dice che sognare una persona morta le si allunghi la vita. Per me non fu così. La sua vita è stata relativamente breve. Giorno paventato e nello stesso tempo beato, perché mi ha fatto toccare con mano che l’eternità di cui tanto parlavo, di cui tanto ero interessata, esisteva e lui l’aveva varcata. Fu una sensazione profonda. Papà mi stava introducendo in un mistero di cui io parlavo sempre.
Oggi, avrei giurato che un becchino che ha portato la bara, stava pregando. È stata una semplice percezione, comunicata dal suo viso, raccolto, meditabondo. Ho pregato per l’anima di quella persona che ha varcato la soglia  dell’eternità. Quella persona era una donna e si chiamava Carmen. Il prete ha fatto una bellissima omelia, di poche parole ma eloquenti. Mi è rimasta impressa una frase:
“Oggi abbiamo accompagnato noi Carmen nell’ultimo suo viaggio, domani ci saranno altri che accompagneranno noi.”
So che è una riflessione un po’ triste, ma è opportuna. È vero, quando cadiamo nei peccati o nelle semplici imperfezioni, non pensiamo veramente che anche noi un giorno saremo dentro una bara e che qualcun altro celebrerà il nostro funerale. Come ho detto spesso noi cristiani, dovremmo vedere nella nostra morte, il dies natalis, il vero natale della vita vera.
Chissà dove sei, o anima! Mi domandavo, mentre come un’onda il ricordo di papà lambiva la mia mente. E ho pregato anche per lui. Il libro letto recentemente sulla testimonianza d Maria Simma, mi ha ricordato che le anime del Purgatorio sono potenti presso Dio, così ho domandato a quell’anima che era appena uscita dal corpo, di ottenermi una grazia. Se me l’avesse ottenuta, io mi sarei ricordata di lei e avrei offerto ogni giorno un sacrificio in suo suffragio. Ci crederete o no, dopo la santa Messa mi sono fermata a pregare un po’, mi ha raggiunto una persona che conosco e ha parlato proprio della grazia che avevo chiesto. Non mi conosce così tanto bene da poter toccare tale argomento. Il nostro rapporto si limitava ad un ciao e basta. Oggi, ha toccato quel discorso e accennato ad una soluzione concreta alla grazia chiesta segretamente a quell’anima. Incredibile!

mercoledì 8 maggio 2013

Sofferenza


Che fatica in questi ultimi giorni! Il corpo non risponde più! Il tempo varia ogni giorno ed è come se il mio cuore si schiantasse. Nell'altro blog ho fatto alcune riflessioni sul libretto che ho letto ultimamente di Maria Simma. È stato una grande fonte di riflessione. La vita eterna è una realtà su cui riflettere ogni giorno. Non lo si fa abbastanza, si teme. Non dovrebbe essere così, ci dovrebbe incoraggiare. Un argomento toccato nel libro è la sofferenza delle anime purganti. È una sofferenza dolce perché sanno che è necessaria. Non che non sia rigorosa, tuttavia si sottopongono ad essa volentieri, in quanto sanno che ottiene loro la visione beatifica completa di Dio. Quindi soffrono volentieri, con speranza. Dovremmo vivere la sofferenza terrena tenendo conto di questa prospettiva. Offrire le sofferenze, convinti che servano per la visione futura, completa, di Dio. Ecco la chiave. Bisogna avere tanta fede, certo, ma i segnali della presenza di Dio nella nostra vita talvolta sono evidenti. Siamo noi a non volerli vedere, perché abbiamo paura degli impegni che essa comporta. Mi accompagna questo pensiero in tale sofferenza del corpo... Come il gladiatore nell' arena, bisogna combattere, non lasciare che il corpo comandi se è in nostro potere! Non perché non bisogna curarlo, ma se gli dessimo tutto il potere, ci priverebbe delle bellissime gioie della vita, nascoste nelle piccole cose. Al contrario se lo curiamo troppo, siamo talmente distratti da lui e non possiamo ammirarle.

sabato 4 maggio 2013

Maggio



Oggi è una giornata bellissima. La luce dorata del sole bagna i palazzi, si riflette sullo specchio del mare, rimbalza sulle foglie color smeraldo. L'aria primaverile è splendida. Stamattina sono andata alla chiesa di sant'Anna. Ho pensato di offrire alla Madonna i classici fioretti. I fioretti sono i petali che comporranno la rosa da offrire a Maria il 31 maggio, festa della Visitazione. Bisogna ritornare a queste tradizioni. Alcuni pensano che la modernità e il cambiamento dello stile dell'uomo, abbiano svuotato del vero significato ciò che, un tempo, era basilare. I fioretti, i piccoli sacrifici sembrano essere stati ingoiati dal tempo, eppure sarebbe una pratica importantissima quanto meno educante. Attraverso l'esercizio dello spirito nel compiere piccoli atti che possono comportare dei sacrifici, lo spirito si fortifica e si rende idoneo a sostenere le battaglie più cruente e difficili. Se sarà allenato, riuscirà a vincere, ma se la battaglia lo troverà impreparato, sarà più propenso a soccombere a qualsiasi nemico e a cadere nella sua trappola.

A tale scopo ho ideato alcuni bigliettini in cui ho scritto delle pratiche. Ogni giorno ne pescherò uno e m'impegnerò a praticarlo per tutto il giorno. Ho notato infatti, che quando si apre la Bibbia o un libro sacro a caso, esce quello che Dio ha pensato per noi o, se gli abbiamo posto una domanda, attraverso quel versetto o brano, intende risponderci. Lì per lì, forse, non comprendiamo pienamente ciò che vuole comunicarci, ma il tempo farà il resto ed esplicherà quello che pareva incomprensibile.

giovedì 2 maggio 2013

Silenzio


Ieri è stato un giorno un po’ movimentato: sono andata a messa dalle Carmelitane e, passando per il castello, ho sentito delle urla. In un primo momento, ho pensato che fosse la solita lite fra donne, com’era capitato qualche giorno prima poco discosto da lì e che, comunque, si era fermata allo scambio di parole offensive, ma, avvicinandomi, ho notato, o almeno così sembrava, che si stessero picchiando. Mmmm… sembrava… ho attraversato per vederle bene di fronte e avere quindi la possibilità di poter dire chiaramente quello che accadeva in caso avessi chiamato la polizia. Davvero! Se le davano di santa ragione! Di solito sono gli uomini che vanno subito alle mani! Meno male che un uomo mi aveva preceduto nel chiamare i poliziotti e, quindi, queste hanno desistito nella lotta e permesso a me di  andare dove stavo andando. Cominciamo bene… 
Nonostante queste premesse, la giornata si è svolta tranquillamente. Non c’era un sole splendido come qualche domenica fa in cui si poteva ammirare tutta la costa ligure, però almeno aveva osato fare capolino, spuntare con la sua luce in quel cielo lattiginoso, dove talvolta andava ancora a rifugiarsi. È caldo adesso. In giardino sono sbocciate tutte le rose e basta un maglione per stare bene.
Sì, desidero andare a messa, continuo a pregare ma non sento più nulla. Il mio cuore è nella pace assoluta, ma se dovessi affermare che la sento principalmente al momento della Messa o ancor più al momento della Comunione, mentirei. Nulla, più nulla, come se fosse un’altra persona ad andare a Messa, a pregare il Rosario e l’Ufficio. Un’altra persona, non io. È odioso, il mio cuore cerca Dio ugualmente, ma Egli è avvolto nel silenzio più assoluto, più profondo. Che cosa ne sarà di me? Eppure, come ho già raccontato, il mio cuore è rimasto fedele a Lui, non desidera altro, ma non sente nulla: è come se attorno a lui si sia fatto deserto. Mi piace la natura, ma quando lo cerco nel suo volto, non sento la sua presenza. Non più. Dove sei? Come emergere da questo vischioso lago, dove non sento nemmeno le mie parole?

lunedì 29 aprile 2013

Per il centro storico


Ieri pomeriggio, verso le tre, sono andata a fare una passeggiata in centro: obiettivo, comprare l'auricolare per il cellulare. Prima sono andata a Sottoripa. Non c'era tanta gente in giro, il tempo teneva ancora. Qualche turista passeggiava dirigendosi verso il porto antico, gremito di bancarelle. Prima delle quattro, avevo già terminato la mia missione: l'auricolare funzionava perfettamente. Mi sono diretta verso Brignole passando per via san Lorenzo. Là c'era sicuramente molta più gente. Quanti turisti quest'anno! Davanti alla chiesa c'era il solito uomo o ragazzo, vestito da frate che levitava! È uno che offre lo schow della levitazione. Ci sarà pure qualche trucco! Tutte le sante domeniche, alcune p
ersone, raggruppate davanti a lui, estasiate, cercano di scoprire il modo con cui rimane in levitazione. Invano. Lui non parla, sta solo lì, e basta. La gente lo guarda e poi, paga dello spettacolo, va avanti. In via XX Settembre, invece, c'era poca gente. Camminavo in fretta. Oggi era la giornata della stranezza...
Dopo aver fatto un salto in un grande negozio di Brignole alla ricerca di un cavo USB che poi non era quello giusto, sono passata per Circonvallazione a Monte. Verso san Nicola ecco uno con i semi-  trampoli... Mah, era proprio il giorno delle stranezze!!!
Sono rientrata verso le cinque e qualcosa, in tempo: ha cominciato a piovere a dirotto... E secondo voi, che tempo farà oggi??? Pioggia, che domande!

domenica 28 aprile 2013

Giornate di pioggia intensa

Giornate di pioggia intensa… Il cielo è cupo e non ha intenzione di far uscire il sole. Sono giornate strane, caratterizzate da un po’ di sonnolenza e di lotta con il proprio io. Di mattina facevo una fatica enorme ad alzarmi: sveglia alle 6.45, per andare a messa nella chiesa di sant’Anna. Ho deciso di andare a sant’Anna per fare una piccola passeggiata e poi, detto fra noi, è una chiesetta tranquilla, in cui l’atmosfera induce al raccoglimento. Prego molto per capire la volontà di Dio nella mia vita. Non è una cosa così semplice. Si sono aperte numerose strade ed io non sono in grado di sceglierne una. Una cosa però l’ho scoperta. In passato avevo considerato il giorn
o in cui mi ero legata al Signore, un giorno in cui in fondo avevo coronato il mio sogno. Meditavo spesso sulla sua autenticità, però, da una parte, qualche volta, lo consideravo come un gesto inevitabile. Non era così, me ne accorgo adesso: il giorno in cui avrei dovuto unirmi totalmente e definitivamente al Signore, si è frantumato spandendo i vetri per ogni dove, in modo doloroso, che ferisce, ma la sostanza è rimasta. Rimango fedele a quella promessa, anche se le occasioni per infrangerle non mancano. Talvolta il silenzio di Dio colpisce il mio cuore che attende il messaggio che cambierà finalmente la sua vita, in modo definitivo. È importante impegnarsi nel compiere la volontà di Dio che, sì, è un progetto concreto da svolgere ma, sostanzialmente rimane il vivere l’amore pienamente. È il modo che muta, però il messaggio è quello. “Prima o poi si farà sentire” mi ha detto qualcuno, ma per adesso è un silenzio spettrale. Nel frattempo, ho deciso di scrivere un libro. Interessante, vero? La mia passione è sempre stata quella di scrivere. Scrivevo fin da quando avevo sette anni. Ricordo il primo diario. Vedevo mia sorella scrivere il suo, per cui volevo tentare l’impresa anch’io. Mia sorella m’incoraggiò e scelsi un quaderno di Braccio di Ferro. Alcune vignette campeggiavano sulla copertina. Qualche volta ho ripreso quel diario e l’ho riletto. La scrittura era acerba, intervallata da disegnini. Le espressioni erano ricopiate da mia sorella, invero, che era un po’ il mio modello, essendo più grande di me di cinque anni. Lei leggeva quello che scriveva nel suo ed io riproducevo nel mio… Interessante, vero? Eppure è stato un bellissimo esercizio che mi ha aiutato nel tempo: infatti, sembrava che avessi più predisposizione per i numeri, tuttavia amavo molto leggere. M’immergevo nella lettura di ogni libro, tanti dei quali sono rimasti nella mia memoria e hanno formato il mio modo di pensare e  valutare le cose. I libri sono strumenti molto importanti. Questo mi riporta alla mente a un episodio letto su un libro intitolato “La casa di tutti”. Non era certo un racconto. Non ricordo chi era l’autore, so che era un prete che aveva meditato parecchio sulla morte, anche in seguito alla sua visione, certificata dalla Chiesa, della mamma morta. In questo libro aveva meditato sulla grande responsabilità di chi scrive racconti non ortodossi: molti di coloro che hanno letto questi, al momento della morte, erano andati in Purgatorio o all’Inferno, a causa della loro prevaricazione. Colui che scrive deve stare molto attento al contenuto del suo libro, dovrà poi scontare i suoi errori nell’aldilà.