Mattino... un mattino come tanti, estivo. È domenica: si vede dalle strade deserte, dal silenzio insolito che avviluppa la città. Il cielo sopra la mia testa è screziato di bianco, un piccolo velo destinato a sciogliersi sotto l'ardore dei raggi di sole.
Passo dopo passo, con passo spedito attraverso le strade. Mi rimbalzano i pensieri degli altri nella mia mente, si riflettono alla luce del sole come le rondini che solcano l'aria, come un mare inesplorato, verso sentieri e lidi sconosciuti. Garriscono felici, rincorrendosi velocemente, riportando le menti a compiere un viaggio indietro nel tempo, nel silenzio del mattino. Sentimenti profondi, pomeriggi assolati, la speranza dell'estate e del riposo... ma poi il desiderio di ricominciare la solita routine, di rivedere i banchi di scuola e sentire il freddo dell'inverno sotto la coltre dei maglioni, sperando che quel cielo bianco si decida a lasciare piccoli fiocchi bianchi, simili a cotone. Così trascorrono le giornate, veloci, rotolando sul filo dei miei pensieri, facendo viaggi avventurosi nel passato, nel presente e nel futuro, velocemente, come solo il pensiero può fare.
Il giardino inondato di luce mi riporta a tanti anni fa. Davanti a me, non c'è più mio papà che giocava a calcio. Mi piaceva fare evoluzioni, il pallone andava avanti e indietro, in un ritmo costante mentre talvolta il gatto si prendeva la briga di cercare di rubarcelo per attirare la nostra attenzione. Il pallone, troppo grosso, lo travolgeva e il gatto rinunciava ai suoi tentativi, limitandosi a seguirlo con lo sguardo sperando che prima o poi quel ritmo si spezzasse. E poi il banchetto, il profumo e i suoni dell'estate, la tranquillità dei pomeriggi spezzati dal maltempo, dal fragore delle piogge e il desiderio di sentire freddo, di rivedere il cielo coprirsi del suo manto bianco.... Così il tempo trascorre, come un fiume verso la valle, inciampando nelle pietre, spumeggiando felice... Corri, tempo, corri verso l'eternità, quell'eternità che incuriosisce e che suscita timore... sempre...