È ormai passato un altro anno scolastico, pieno di difficoltà, di gioie, di dolori, di speranze e di attese... Non sembra vero poter respirare a pieni polmoni senza pensare di dover correre da una parte all'altra per raggiungere un luogo velocemente oppure fare o terminare qualcosa. La vita è stata una corsa e parallelamente una ricerca affannosa di Dio.
Nel caos delle cose da fare, nell'impegno della cura dei bambini, nello spirito è emersa una gran voglia di rimanere in contatto con Dio, assaporare quei momenti unici in cui si sperimenta la pienezza....
Quante volte mi sono messa a pregare con il breviario, la mattina presto, quando la città era ancora immersa nel buio della notte... quante volte mi sono tuffata nelle vie ancora addormentate, illuminate dalla luce metallica dei lampioni per correre a messa... e poi, distratta, intenta a raccogliere frammenti di attenzione, di pensieri intricati e prove di slanci dello spirito effettuati da ali tarpate, stavo lì, davanti al Santissimo, incapace di provare qualcosa o di riflettere in modo più profondo, perché la mente era troppo stanca, esausta, incapace di andare oltre alla lista degli impegni. Quante cadute nel buio della notte, alla ricerca di Colui che mi aveva creato e di praticare la vera carità!
E tutt'attorno era il deserto: il desiderio forte di volare verso il sole del Creatore, di trovare il tempo in cui ero meno esausta per immergermi nella meditazione. Più mi alzavo presto, più la mente era aggredita dalla sabbia del deserto che avanzava, scaraventata dal vento della solitudine e dell'abbandono. Non so che cosa mi ha fatto andare avanti nel recitare le preghiere e nell'essere presente alla Santa Messa ogni giorno, quando gli orari del lavoro me lo permettevano... perché a volte sembravano gesti inutili, compiuti solamente per espletare un dovere. Ciò era ancora più doloroso e acuiva la solitudine del deserto. Capivo che oltre al dovere, non riuscivo ad elevarmi da terra e quindi a vedere altri orizzonti. Prevaleva sempre la stanchezza, la spossatezza, la velocità nel recitare le preghiere, perché meglio dire quattro parole che niente...
Adesso cerco di tornare a galla, di riemergere da quella tempesta che mi ha tolto il fiato, di ritagliarmi del tempo per poter stare con il mio Signore e godere la Sua presenza, per poter praticare la vera carità. Il desiderio vi è sempre stato e spero che in parte, inavvertitamente, si sia concretizzato.