Sono le 9.23 e la giornata non sembra nemmeno quella di ieri. Verso le 14, ieri, è di nuovo nevicato. Sembra che sia stato il Signore ad accontentarmi: Lui sa che adoro la neve. Vero, non si è fermata, ma è stato uno spettacolo ugualmente. Tre volte quest'anno. A dicembre, il 14, l'undici febbraio e adesso, il 23 e 24. Sarà l'ultima volta davvero!
Visto che venerdì scorso ero arrivata in chiesa mentre già recitavano l'inno delle lodi, ieri sera ho pensato bene di puntare la sveglia cinque minuti prima, per arrivare in tempo. Erano le dieci e mezza quando decido di andare a dormire e mi addormento subito... Ma la notte si preannuncia leggermente agitata, come quella tra il venerdì e sabato. Comincio a sognare di mariti che uccidono le propri mogli. Il bello è che mi sveglio e cerco di dirmi di cambiare l'argomento dei sogni. E meno male che non seguo la cronaca nera! “Non sognare più dei mariti che cercano di uccidere le mogli!” Non c'è verso, richiudo gli occhi, perché il sonno stesso me li richiude, e sogno nuovamente di un marito che vuole uccidere la moglie. Niente. Il sogno è ansioso ed è brutto perché di solito, non faccio mai incubi, i miei sogni sono sempre molto sereni, nonostante rielabori alcuni avvenimenti che nella realtà mi hanno fatto molto soffrire. Nel sogno, stranamente, riacquistano una dimensione consolante. Dovrebbe essere il contrario, lo so, ma andatelo a dire al mio cervello! Meno male che è positivo! Ma stanotte questi mariti assassini, mi provocavano un po' più di ansia! Riapro gli occhi, decido di muovermi. Faccio un giro per casa e ritorno nel mio letto. Non fatico a riprendere sonno e sogno stranamente una certa Ragusa. Già, Ragusa, quella povera donna che tutti stanno cercando e pensano che sia stato il marito ad ucciderla. Nel sogno pulisco un marmo che nel passato ho conosciuto veramente bene. È di una chiesa, è macchiato. Vedo bene in volto questa ragazza che dicono si chiami Ragusa. Nella realtà non ricordo nemmeno qual è il suo volto. Vedo che si allontana da me. So che sta andando dal marito e mi aspetto l'urlo di disperazione e dolore della ragazza, uccisa da lui ed invece l'urlo non sopraggiunge. Lo attendo, sicura che avverrà, nel sogno era così... Ma la cosa strana è che non avviene. Perché questo sogno? Non ci farei caso se il protagonista, il marito assassino del primo sogno che mi tormentava, lo conoscevo bene e pur desiderando la morte della moglie, questa riusciva a sfuggire sempre dalle sue mani e a salvarsi. Non lo so. Ad ogni modo questa è stata la mia notte e quando Radio Maria mi ha riportato alla realtà ricordavo bene il volto di questa che si chiamava Ragusa. Bene, sono riuscita ad uscire prima delle 7.30, quindi sarei dovuto essere puntuale per le lodi sennonché durante il tragitto incontro una mia amica, di vecchia data, che non frequento spesso, ma che talvolta sento. Ecco. Feste del cane, quattro parole... e.... il ticchettio dell'orologio si fa più veloce. Mi ha fatto piacere vedere quest'amica, tanto che l'avevo chiamata ieri, ma questo incontro mi ha fatto arrivare nuovamente in ritardo... Ufff stavano già finendo di dire l'inno! Niente da fare, tanta volontà di farcela, e poi nuovamente il ritardo! È stato però un momento molto bello, intenso. Non mi era capitato mai prima, sebbene non sia la prima volta che recito le lodi in comunità. Ho sentito che eravamo davvero riunite nel Suo nome! Forse è stata questo che ha fatto la differenza. Ieri il vangelo raccontava della Trasfigurazione. Gesù non ha portato solamente un discepolo con sé ma tre. Le Lodi recitate da soli hanno, ovviamente una loro valenza, ma dette insieme ad altri, soprattutto che abbiano il sincero desiderio di unirsi a Dio e non lo fanno solamente per dovere, ti scaraventano nella dimensione del Tabor! Finita la Messa che è seguita alle lodi, desideravo ritornare, fare delle tende per rimanere lassù, non sola, ma con quelle persone. Non c'è stato contatto fisico, o chiacchiere inutili, ma tutti lì, è chiaro, sono laici, sono andati per incontrare Gesù per davvero e non per fare della preghiera uno strumento di egoismo e chiusura... Hanno sicuramente i loro difetti, come li ho io, ma ciò che conta è il desiderio di incontrare Cristo. Erano là per il suo nome e allora, “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Ed è stato così... Tanti cattolici, purtroppo, oltre alla Messa, non pregano e più non pregano e meno hanno voglia di pregare... questa è una verità.
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