Ieri era una bellissima giornata: un bagno di sole invogliava ad uscire di casa. Vaghi odori particolari stuzzicavano l'olfatto facendo ritornare alla mente il sapore di un passato sepolto nella mente. Odori antichi di esperienze trascorse! Giorni di luce e di sentimenti ormai sepolti dalla fitta coltre del tempo. Tutto sembra emergere da quella luce intensa del sole, brilla, si cela ed ammicca ancora. Queste giornate fanno crescere il desiderio di vivere, di respirare l'aria primaverile, di assaporare ogni momento con intensità e di mettersi in contatto con lo stupore della creazione. No, decisamente, non si poteva stare in casa, per poter maturare interiormente un buon rapporto con il mondo intero. Così ho deciso di andare a piedi al Santuario della Madonna del Monte, anche perché devo strapparle una grazia particolare ed importante. È una salita abbastanza stancante, invero, ma la cosa più straordinaria è che anche se parto da casa alle tre , riesco a rientrare per le sei in punto. Non chiedetemi come faccio, perché non lo so nemmeno io. Certo, non è il santuario della Madonna della Guardia, però è un luogo solitario di preghiera. Mentre salivo per la creuza, ecco aprirsi davanti a me un panorama stupendo: i monti erano innevati, vestiti di un bianco mantello, splendido sotto il sole, vago ricordo della giornata precedente di freddo e di neve. È un tempo incredibile! Avantieri il termometro segnava 2 gradi, ieri toccava i 18 in certi punti. Incredibile! Ma vero! Quella neve era il ricordo del freddo del giorno prima. Faceva impressione in quel caldo, sentore vago della primavera che timidamente fa capolino ad un inverno ormai morente. Ho chiesto quella grazia alla Madonna, pensando ad un'omelia che aveva toccato il mio cuore in un determinato momento della mia vita. Si trattava del paralitico che cercava di entrare nella piscina di Siloe, ma non vi riusciva perché qualcun altro entrava prima di lui. Il prete aveva commentato semplicemente: verrà anche il vostro momento, il momento in cui riuscirete ad entrare nella piscina di Siloe... Eh già, sto aspettando proprio quel momento! La Madonna ha avuto per me una risposta tutta spirituale: dedicatevi alla preghiera e alla lettura, nella lettura è Dio che vi parla. Ha ripreso quello che i confessori (due diversi confessori) mi avevano consigliato! È straordinario come Dio parla alle nostre anime. È proprio vero: “non preoccupatevi di cosa mangerete o di come vestirete, guardate i gigli del campo, non tessono e non filano, ma la loro veste è meravigliosa... Guardate gli uccelli del cielo... nessuno li pasce se non Dio solo!”
mercoledì 20 marzo 2013
lunedì 18 marzo 2013
Ancora neve
Nevica nuovamente!!!! straordinario! Stamattina mi sono alzata verso le sette, perché sia sabato che domenica mi sono svegliata molto presto. Ho detto le Lodi dopo la Santa Messa. Ma che sorpresa! Ho aperto la finestra e ho visto che la neve aveva ricoperto i tetti delle case. Sì, avevano previsto la neve, però si pensava sulle alture. Quando sono uscita, ho visto le macchine con sul tetto cumuli di neve. Bello. Un vento fortissimo sputava sul viso la neve: mai come quest'inverno avevo compreso le parole della canzone, La guerra di Piero, che diceva: “il vento ti sputa in faccia la neve”. Sembrano dei proiettili, che colpiscono il volto. 2 gradi. Freddo, eppure la primavera è ormai alle porte. I giorni scorsi ho fotografato i fiori sbocciati sugli alberi.
sabato 16 marzo 2013
La morte
Una giornata bellissima ma fredda. Un sole splendido brilla, illuminando il mare e i palazzi. Domani, dicono, sarà nuovamente brutto: pioggia e un po' più caldo. “Marzo, marzo pazzerello, guarda il sole, piglia l'ombrello”, recitava una filastrocca infantile, vera, verissima. Tutto, in questi giorni così luminosi, sembra emergere come stelle in un cielo notturno. Brilla, cambia colore.
Una mia vicina si sta spegnendo. Marzo, per me, è sempre un mese drammatico. La sua morte imminente, fa riemergere alcuni dolorosi ricordi e nello stesso tempo si fa ponte all'annuncio di una vita vera. È un ponte che congiunge il terreno con l'eternità e si crea automaticamente al momento dell'agonia,sia nella persona che sperimenta e vive l'agonia in prima persona, sia in coloro che le stanno accanto. È un ponte che trasmette pace. Penso che stia morendo in pace ed è curiosa la dinamica. Ella non pensa più alle cose terrene, è tutta proiettata verso quelle eterne. È una persona che ha sempre pregato, religiosa, dal temperamento un po' all'antica ma consono all'età che porta. Non le interessa più nulla, ma non ha nemmeno quell'espressione di nostalgia per la vita terrena che ho visto in persone sicuramente più impegnate nella chiesa e con un certo ruolo, voglio dire che non ha quell'attaccamento malsano alla vita, per cui la morte la fa cadere in panico e ribellarsi a Dio. La sta accettando lucidamente, come un inesorabile epilogo di un capitolo della sua storia, quella terrena. È venuto il prete a darle l'olio santo e il Viatico, per sua richiesta. Il suo interesse si è ormai proiettato totalmente in quella dimensione! È grata verso coloro che le stanno vicino e senza timore, ha disposto che cosa fare in caso di morte. Terribile, sconvolgente. Il prossimo è sempre un libro su cui si deve leggere una storia e imparare. Devo essere sincera. Sono rimasta molto delusa, perché raramente ho trovato nei religiosi questo anelare alla vita eterna, anche nel letto di morte, quel desiderio di raggiungere l'eternità. Ho trovato spesso paura, desiderio di ritornare a vivere quella vita terrena che ormai stavano per lasciare inesorabilmente. Questo mi riporta ad un aneddoto raccontato da Maria Simma e che sto sperimentando sulla mia pelle... prima non ci credevo così fermamente.
Ha raccontato che in un hospice, erano ricoverate due persone: un giovane prete e una signora giovane anch'ella, che aveva condotto una vita di peccato, ma che ora si pentiva sinceramente e si affidava alla misericordia di Dio, offrendogli la sofferenza per scontare il proprio peccato, coraggiosamente, desiderosa di unirsi a Dio. Il prete, invece, in un discorso fra loro, aveva affermato che aveva paura di chiedere a Dio di scontare sulla terra i suoi peccati e quindi fare il suo purgatorio. Morirono entrambe ed apparirono ad un'infermiera che li aveva curati amorevolmente, anche dal punto di vista spirituale: il prete era in purgatorio che soffriva per i peccati che non aveva scontato sulla terra, mentre la donna, dopo un periodo breve di sofferenza, si trovava già nel gaudio del paradiso. Chi ha orecchie per intendere, intenda!
giovedì 14 marzo 2013
Cimitero Staglieno
Nei giorni scorsi mi sono
recata al cimitero di Staglieno. Ormai ci vado regolarmente quasi
ogni settimana per pregare sulla tomba di papà, ma qualche volta la
motivazione è differente: fare fotografie alle statue. Come si sa,
il cimitero di Staglieno è monumentale, racchiude la spiritualità
di una città. È la città silenziosa... Come l'ha definita chi ha
scritto un libro su di esso. Un tempo dove si seppellivano i morti,
veniva chiamata necropoli. Dal greco: necros: morte, polis: città.
Città della morte. Con il cristianesimo è mutato pure il concetto
della morte e la visione di essa: non si può più quindi chiamarla
necropoli, ma cimitero. Le parole sono l'espressione della mentalità
di un popolo intero. È capitato però, un avvenimento che sembra
normale nel cimitero, forse per via delle leggi di riesumazione e
così via. Se uno si reca spesso al cimitero, può notare che
talvolta ci sono delle tombe aperte. Sovente il contenuto della tomba
viene pietosamente nascosto da qualche telo raccapezzato chissà dove
che, puntualmente le intemperie, soprattutto il vento, pensano a far
scivolare. Questa volta si trattava di quelle lastre di marmo che
stanno a mo' di pavimento e non avevano nemmeno cercato pietosamente
di celarne il contenuto! Ed ecco la bara. Fa impressione, soprattutto
in chi ha già assistito ad una sepoltura. È il momento forse più
doloroso di tutti, il distacco definitivo da quel corpo caro. Sebbene
non sia affidato alla terra, ma vi si ponga una lastra sopra, fa un
po' di senso. Mi ha fatto riflettere sul vero senso della vita. Mi
hanno sorpreso dei pensieri un po' strani, ovvero ho cominciato a
vedere la gente con occhio diverso. Tutti, cioè, siamo destinati a
quello, a sdraiarci in quel letto di legno zincato. So che molti
faranno gesti di scongiuro, però, è quella la nostra “fine”...o
meglio, il nostro inizio. Che mistero grande la morte!
Da quanto tempo!
Da quanto tempo!
Effettivamente ho avuto parecchi problemi con il pc e quindi ho
dovuto lasciar perdere i miei post. Nel frattempo non è successo
nulla vero? In fondo hanno eletto solamente un altro papa! Sembra
essere passato pochissimo tempo dalle dimissioni di Benedetto XVI e,
nello stesso tempo, tantissimo. L'attesa è stata spasmodica: ero
curiosa di vedere chi avrebbe preso il timone di Pietro in questo
periodo difficile. Scordiamo sempre che il miglior interprete della
storia è sempre Dio. Sono anche gli uomini che costruiscono la
storia, però è Dio che possiede le redini e la guida. E meno
male... sappiamo che anche dietro ad un evento inspiegabile che può
portare al dubbio si cela sempre un progetto di Dio che forse noi, al
momento non comprendiamo. Ed ecco il nuovo papa, semplice, genuino!
Quello, insomma, che si è scelto Dio. È stato strano vedere una
nuova persona affacciarsi da quella finestra, con lo stesso vestito
di Benedetto XVI. Non lo è stato per Benedetto XVI. Non chiedetemi
il motivo. Forse perché Benedetto XVI non è morto, invece Giovanni
Paolo II sì e quindi era naturale che gli subentrasse un altro,
seppur fosse diversissimo da lui. Era una persona che lui stimava...
Insomma, avrebbe continuato il suo cammino! Non mi sbilancio nel dire
la mia opinione, se non: vedremo. Per adesso sembra una persona molto
semplice e il fatto che fra tutti i nomi abbia proprio scelto
“Francesco”, mi entusiasma, ma di certo, come potete ben intuire,
non dovrebbe bastare solamente questo. Ogni cosa non succede mai a
caso e perciò c'è un senso a tutto questo. Sono contenta, basta,
adesso si vedrà.
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