venerdì 15 novembre 2013

Preghiera

Giornate davvero dure. Stamattina mi sono alzata un poco più tardi, alle 7.10, tanto non dovevo andare da S. e poi ero tanto stanca per la grande camminata di ieri. Essendo sciopero generale ieri sono andata e tornata a piedi e nel pomeriggio sono uscita con mia madre. Mi sento un poco nervosa, il dover sopportare le minacce e le ire del signor S. mi hanno un po' sfibrato. E pensare che ieri mattina avevo pregato tanto il Signore per la sua conversione! Certamente, anche per la mia: gli ho chiesto di illuminarmi sul modo da adottare nei suoi confronti, per fargli accettare l'aiuto che gli offrivo e che lui ostinatamente rifiuta. Fino ad avantieri era abbastanza gestibile. Cercavo di fargli giungere l'aiuto nonostante il suo rifiuto, tentando di fare leva sul suo carattere. Fino a quel momento tutto andava bene, nonostante le velate minacce verso chi mi aveva mandato là e aveva più potere di me. Tuttavia si poteva andare avanti, ingoiando rospi e cercando di ingannarlo benevolmente, ovviamente....Dal momento che ha capito che io ero amica della sua nemica tutto è cambiato. È diventato a tratti violento e ieri, se non c'era un parente a fermarlo... non so... Sono nervosa io, figurarsi un vecchietto di 86 anni! Questo lo capisco, ma di fronte alle minacce che poi diventano atti, non ci sto.
Stamattina mi sentivo tanto impotente. Possibile che il Signore non ascolti? Sono andata a messa cercando anche in questo buio di trovare una luce nella fede, di aggrapparmi a Lui, di pensare che prima o poi mi darà un aiuto e permetterà che viva una vita normale, sì, difficile come può essere la vita, ma con difficoltà nel lavoro superabili e non impossibili rischiando anche la vita! Non si sa mai cosa possa frullargli nel cervello. Poi la pace è scesa nel mio cuore, gli ho chiesto di intervenire in qualche modo... E sì, la fede si prova nei momenti più difficili e non quando tutto va bene, altrimenti rimane una fede superficiale, liturgica e basta... Oh Signore affido la mia vita a te... Soccorrimi nella tua bontà...

mercoledì 13 novembre 2013

Ci sei, o Dio?

Cammino per le strade di Genova. La luce del sole cola sui palazzi, sulle strade, sul verde dei monti. La gente cammina veloce, mi sfiorano pensieri strani che a tutta prima paiono un po' lugubri: tutti, giovani, anziani, bambini, camminiamo verso una meta unica, la morte. Sembra strano: viviamo, ci muoviamo, lottiamo per i nostri ideali, anche umani... ma un giorno riposeremo sotto terra. Che cosa è servita la nostra vita? Alla soddisfazione delle nostre esigenze? A quale pro? Spendiamo la vita non per valori eterni e nelle nostre mani rimane un pugno di sabbia che sguscia attraverso le fessure delle nostre dita. Eternità. Questa deve essere la nostra meta. Intanto l'autobus corre per le strade: i semafori, i palazzi, le aiuole corrono veloci. Mi avvicino alla meta. Il sole entra dai finestrini, illuminando i seggiolini. La mia mente s'affolla di pensieri che si dissolvono in sospiri profondi. Vorrei lavorare, anche trovare difficoltà, ma non così tante. Talvolta mi sfiora un pensiero legittimo: Signore, ma se tu ci sei, perché stai agendo in questo modo nella mia vita? In fondo non ho scelto io questa strada, me l'hai posta tu davanti. Fosse stato per me non sarei nemmeno qui. Certo che ho sbagliato. La mia vita è piena di sbagli ma sbagli dei quali non ho nessun rimpianto: quando ho fatto quelle scelte ero consapevole dei miei reali desideri. Adesso mi tocca accettare questa realtà. L'inconscio trapela un desiderio profondo di un'identità differente. Proprio per questo non mi do ragione delle difficoltà che sto incontrando adesso nel lavoro. Tu, Dio, hai permesso tutto questo! Cosa sta succedendo dall'anno scorso nella mia vita? Perché nell'ambito lavorativo dal 2012, si sono risvegliate difficoltà impensabili! Mi dico basta. Me lo ripeto per scuotermi. Mi rivolgo perciò a Dio al quale ho fatto notare che le cose sono impossibili da vivere. Deve darmi lui le armi per sconfiggere gli ostacoli che mi si presentano insormontabili! Tutto ad un tratto gli affido la mia situazione, le difficoltà, e mi convinco che mi darà la forza e la grazia necessaria per affrontare la cosa. La situazione si ribalta. Le cose migliorano, non abbastanza da rendere le cose totalmente fluide, però mi ha un po' illuminato su come agire...

Fede

Che giornate! Dopo aver finalmente trovato un direttore spirituale, è stato trasferito niente meno che in Africa, definitivamente! Tutte le volte che trovo un direttore spirituale mi capita di perderlo immediatamente. 
Poi il lavoro. Ovviamente non è così semplice come potrebbe sembrare: due ore sudate e a volte lottate. Non posso entrare nei particolari, basta dire che il carattere del signor S, non permette a nessuno di poterlo aiutare! Un aiuto di cui ha assolutamente bisogno! Mi fa pena e mi ritrovo a lottare spesso con lui... a fatica, a volte debbo usare dei sotterfugi rischiando le ire del pelide S.!!!! meno male che sono solamente due ore e difficilmente mi spavento, altrimenti avrei già lasciato come hanno fatto le altre.
Stamattina ho riacquistato vigore, affidando tutto a Gesù, pensando che Lui stesso mi avrebbe dato la forza di compiere questo lavoro. Ho pregato per la conversione del signor S e dei suoi parenti. Non può lasciarmi sempre in difficoltà mischiando ancor di più le carte e sconvolgendo una realtà che potrebbe essere vivibile. Non è possibile!
Stamattina sono andata a messa a s. Anna. È più lontano ma l'ho gustata molto di più. Una funzione raccolta, vissuta. Ho avuto il tempo di dire anche le lodi, tornare a casa e raccogliere tutte le mie forze per affrontare le fatidiche due ore... 

martedì 5 novembre 2013

Lettera a papà

Ciao papà. Questi che scrivo adesso, sono i pensieri che come una marea lambiscono la mia mente quando sono ai piedi della tua tomba. Tu adesso puoi sapere l'importanza e la motivazione di certe mie scelte e come il mio cuore sia rapito dal fascino dell'eternità. Sai che amo profondamente la mia vita e la voglio vivere con intensità e passione, anche i momenti più difficili e tristi. Per questo motivo amo e desidero la vita eterna: se già è così bella questa terrena, chissà come sarà quella dell'aldilà? Certo che mi manchi, ma sapere di avere qualcuno a me molto caro già in cielo, mi sembra di possedere una protezione super alla quale spesso mi rivolgo e “pretendo” come figlia. Uomo di mare, abituato a navigare, hai comandato la tua navicella in mezzo ai marosi, fiero nelle tempeste, pieno di dignità di fronte alla malattia. Noi abbiamo spesso un concetto sbagliato di dignità: non è fare lavori “nobili” alla scrivania, essere ricchi di denaro e di stima degli altri: la dignità è saper affrontare con coraggio la vita, anche quando siamo apparentemente senza forza e appoggio umano. Quanti santi lo hanno dimostrato! Questo dovrebbe aiutare a farci riflettere e persino consolarci...
Grazie, papà, di esistere... Già, perché anche adesso sei presente, accanto a me, in modo diverso ma non meno intenso.
Alessandra