sabato 25 maggio 2013
Meditazione
Accettare gli altri
Accettare la diversità degli altri non è facile, soprattutto per caratteri esplosivi ed effervescenti come il mio. Scontrarsi con la diversità degli altri è motivo di arricchimento e di crescita. Ci sono, infatti, alcuni lati del carattere degli altri che ci danno fastidio. Questa difficoltà non è da poco: accettare se stessi e gli altri, è la base della carità cristiana. Primo passo dell'umiltà è quello di accettare se stessi, soprattutto i nostri difetti che ci disturbano, ci rendono odiosi. Certo è, che l'accettazione di noi stessi deve però essere accompagnata da un desiderio profondo di cambiare. Sembra un paradosso, ma più si accetta se stessi, più si ha la forza di migliorarsi. Decade quell'ansia che il perfezionismo, la non accettazione, provoca nel nostro spirito. Con un clima sereno di dialogo con noi stessi, ecco che qualcosa cambia, in meglio. Sicuro che alla base di tale dialogo deve esserci la sincerità. Basta con l'immagine che vorremmo avere o quella che ci appioppano gli altri! Guardiamo in faccia, con coraggio, la nostra vera immagine, diciamoci sinceramente chi siamo. La verità aprirà la porta del nostro cuore e lascerà filtrare la luce di Dio e quindi permetterà di vedere ancor meglio dentro di noi. È vero che san Giovanni Vianney, che pure era santo, quando domandò al Signore di fare luce completa sui suoi difetti, si spaventò enormemente: i difetti erano talmente tanti che sapeva che senza la grazia di Dio, avrebbe meritato sicuramente l'inferno! Lui, che era santo, cosa dovremmo immaginare di noi? Il problema è questo: sovente andiamo a tu per tu con il nostro io da soli, senza Dio, perciò ci scoraggiamo, abbiamo paura, non ci accettiamo. Dovremmo chiamare invece Gesù e quindi interrogarci davanti a Lui, sinceramente sui nostri difetti. Allora il cammino si spoglierà di quell'ansia inevitabile che limiterebbe ineluttabilmente il nostro cammino spirituale. Ricordiamo invece, che Gesù è venuto per spezzare le catene dei nostri peccati! Dio usa infinita misericordia con noi, ci ama comunque, anche se siamo degli scapestrati. Mentre mi ritiro in solitudine con me stessa, m'immagino di avere davanti ai miei occhi Gesù crocifisso. Il suo amore per me lo ha portato a soffrire enormemente sulla croce, non solo fisicamente! Quanto amore ha avuto nei miei confronti, da spingerlo ad annientarsi per me! Eppur l'ha fatto, nonostante io abbia tanti difetti... con quale dolcezza mi guarda! Cambierò nella misura in cui considererò con misericordia ogni mio difetto. Allora dovrebbe essere automatico pensare che lo stesso amore Cristo lo ha per coloro che sono diversi da me e m'infastidiscono... Ma se Gesù mi ha sopportato durante questo dialogo, come non potrebbe accettare gli altri? Quindi, anch'io, come lui, devo accettare gli altri!
Freddo
Di nuovo freddo. Da ieri c'è un freddo abbastanza pungente. Finalmente la volontà di Dio si sta manifestando, almeno per certi versi. Se si domanda con sincerità qual è la sua volontà, prima o poi lui la farà conoscere. Mentre andavo verso la chiesa di Castelletto, mi ha preso un mal d'orecchio terribile: mi doleva fortemente la parte sinistra della testa. Quel vento sibillino mi entrava nell'orecchio e... davvero, sarebbe stato più opportuno e prudente tornare a casa... Penso che il Signore provi
la nostra fedeltà su questo. Ci crederete o no, dopo un po' di tempo che sono stata in chiesa, il mal d'orecchio è passato.... Mai demordere! Bisogna sempre combattere! Se si tiene alla santa messa, sì!
lunedì 13 maggio 2013
Abbi pietà
Oggi è una giornata stupenda: nel cielo brilla un sole lavato, brillante. Quanti pensieri hanno sfiorato il mio cuore e la mia mente. L'aria nuova che mi circondava, mi riportava non so a quale periodo della mia vita, mentre un senso di solitudine sembrava ghermire il mio cuore. Solita fatica e malessere di tutti i giorni. “Signore, ti prego, fammi conoscere la tua volontà!”
È vero che Dio non manifesta il suo volere apertamente, ma mi viene sempre in mente quello che pensava Maria Simma quando anche lei si trovava in difficoltà e non riusciva a capire quale fosse la volontà di Dio nella sua vita. Non è così semplice, seppur, prima o poi, Dio la faccia conoscere ai cuori che sono aperti alla sua azione. Lei desiderava trovare un biglietto sul quale ci fosse scritto cosa doveva fare per compiere la Sua volontà. È proprio così: si cercano segni, si continua ad invocare il suo nome. Il brutto è che talvolta il cuore sprofonda in un burrone di silenzio e sofferenza, di scuro totale. Non sai dove andare, cosa pensare. Mentre inspiravo quell'aria che mi riportava qualcosa alla mente ed una vaga serenità si affacciava nel mio cuore, mi domandavo pure io, cosa voleva Gesù. Un senso di abbandono stringe il cuore, non sai che cosa pensare, come fare a tirarti fuori da quel vortice che sembra ingoiare uno ad uno i tuoi pensieri. Pare di non riuscire più ad uscire da quella situazione di buio totale e si spera in cuor proprio che almeno qualcosina si sblocchi e lasci intravedere uno spiraglio di quello che dovrai fare. Si prega, si urla al cielo ma Lui non risponde. Spero che lo faccia presto ed abbia pietà di me...
Righi
Ieri sono andata con una mia amica a Righi. C'era un paesaggio stupendo ed era da un po' che stavo pensando di andarci, per godere la bellezza del panorama. Stavo pensando di andarci da sola, ma il Signore sembra che voglia accontentarmi anche nelle piccole cose, seppur sulla sua volontà ancora non si sia sbilanciato. C'era un sole bellissimo ed il panorama che si estendeva davanti al nostro sguardo, era da urlo. Una domenica un po' diversa dalle solite, con la gioia di essere all'unisono con la natura. Ultimamente la Madonna si sta rifacendo viva: le immaginette che spuntano sotto i miei occhi, combinazioni singolari... Come ad esempio una ragazza che ha ricevuto un messaggio sul cellulare prima di andare a Medjugorie e ha pensato che fossi stata io a mandarglielo. Non ero di certo io, in quanto non la conoscevo nemmeno! E così ha pregato per me a Medjugorie. Sono piccoli segni che mi danno coraggio e mi fanno capire che la Madonna sta intercedendo per me. Forse sta per accadere qualcosa d'importante nella mia vita. Chi lo sa. Ad un anno esatto dal mio martirio, sarebbe bene che la Madonna e mio padre stesso si facessero “vivi”! Almeno per farmi comprendere qual è la volontà di Dio. Adesso come adesso, tutto è avvolto dal buio, sebbene io non sia disperata!
venerdì 10 maggio 2013
Un funerale
Oggi sono andata a messa a San Nicola. Il tempo era nuvoloso, cupo. Dopo tre giorni di sereno, ecco nuovamente le nuvole. Ogni passo un’Ave Maria. Decido sempre di recitare il rosario subito, fin dalle prime ore della mattinata, quando mi metto in moto, perché purtroppo gli impegni o semplicemente la mente stessa, assorbono tutti i pensieri e così ogni attenzione e capacità di concentrazione.
Non era più capitato da tempo. Di solito i funerali cominciano alle 8.30, dopo la prima messa. Oggi invece, c’era un funerale proprio alle otto. Appena passate le otto, entra la bara. È di color nocciola chiaro, come quella di mio papà. Non posso dissociarmi da questo ricordo, è inevitabile. Il mio pensiero torna a quel giovedì 31 marzo in cui la bara di mio padre entrò in chiesa. Sembrava strano. Lui stava dentro quel letto di legno. Quand’ero piccola mi pareva impossibile che sarebbe giunto quel giorno. Eppure, eccolo là. Quel 31 marzo ricordai un sogno che feci proprio quando ero piccola: lui stava dentro una bara con quattro lumini, due posti sul capo, due ai piedi. Si dice che sognare una persona morta le si allunghi la vita. Per me non fu così. La sua vita è stata relativamente breve. Giorno paventato e nello stesso tempo beato, perché mi ha fatto toccare con mano che l’eternità di cui tanto parlavo, di cui tanto ero interessata, esisteva e lui l’aveva varcata. Fu una sensazione profonda. Papà mi stava introducendo in un mistero di cui io parlavo sempre.
Oggi, avrei giurato che un becchino che ha portato la bara, stava pregando. È stata una semplice percezione, comunicata dal suo viso, raccolto, meditabondo. Ho pregato per l’anima di quella persona che ha varcato la soglia dell’eternità. Quella persona era una donna e si chiamava Carmen. Il prete ha fatto una bellissima omelia, di poche parole ma eloquenti. Mi è rimasta impressa una frase:
“Oggi abbiamo accompagnato noi Carmen nell’ultimo suo viaggio, domani ci saranno altri che accompagneranno noi.”
So che è una riflessione un po’ triste, ma è opportuna. È vero, quando cadiamo nei peccati o nelle semplici imperfezioni, non pensiamo veramente che anche noi un giorno saremo dentro una bara e che qualcun altro celebrerà il nostro funerale. Come ho detto spesso noi cristiani, dovremmo vedere nella nostra morte, il dies natalis, il vero natale della vita vera.
Chissà dove sei, o anima! Mi domandavo, mentre come un’onda il ricordo di papà lambiva la mia mente. E ho pregato anche per lui. Il libro letto recentemente sulla testimonianza d Maria Simma, mi ha ricordato che le anime del Purgatorio sono potenti presso Dio, così ho domandato a quell’anima che era appena uscita dal corpo, di ottenermi una grazia. Se me l’avesse ottenuta, io mi sarei ricordata di lei e avrei offerto ogni giorno un sacrificio in suo suffragio. Ci crederete o no, dopo la santa Messa mi sono fermata a pregare un po’, mi ha raggiunto una persona che conosco e ha parlato proprio della grazia che avevo chiesto. Non mi conosce così tanto bene da poter toccare tale argomento. Il nostro rapporto si limitava ad un ciao e basta. Oggi, ha toccato quel discorso e accennato ad una soluzione concreta alla grazia chiesta segretamente a quell’anima. Incredibile!
mercoledì 8 maggio 2013
Sofferenza
Che fatica in questi ultimi giorni! Il corpo non risponde più! Il tempo varia ogni giorno ed è come se il mio cuore si schiantasse. Nell'altro blog ho fatto alcune riflessioni sul libretto che ho letto ultimamente di Maria Simma. È stato una grande fonte di riflessione. La vita eterna è una realtà su cui riflettere ogni giorno. Non lo si fa abbastanza, si teme. Non dovrebbe essere così, ci dovrebbe incoraggiare. Un argomento toccato nel libro è la sofferenza delle anime purganti. È una sofferenza dolce perché sanno che è necessaria. Non che non sia rigorosa, tuttavia si sottopongono ad essa volentieri, in quanto sanno che ottiene loro la visione beatifica completa di Dio. Quindi soffrono volentieri, con speranza. Dovremmo vivere la sofferenza terrena tenendo conto di questa prospettiva. Offrire le sofferenze, convinti che servano per la visione futura, completa, di Dio. Ecco la chiave. Bisogna avere tanta fede, certo, ma i segnali della presenza di Dio nella nostra vita talvolta sono evidenti. Siamo noi a non volerli vedere, perché abbiamo paura degli impegni che essa comporta. Mi accompagna questo pensiero in tale sofferenza del corpo... Come il gladiatore nell' arena, bisogna combattere, non lasciare che il corpo comandi se è in nostro potere! Non perché non bisogna curarlo, ma se gli dessimo tutto il potere, ci priverebbe delle bellissime gioie della vita, nascoste nelle piccole cose. Al contrario se lo curiamo troppo, siamo talmente distratti da lui e non possiamo ammirarle.
sabato 4 maggio 2013
Maggio
Oggi è una giornata bellissima. La luce dorata del sole bagna i palazzi, si riflette sullo specchio del mare, rimbalza sulle foglie color smeraldo. L'aria primaverile è splendida. Stamattina sono andata alla chiesa di sant'Anna. Ho pensato di offrire alla Madonna i classici fioretti. I fioretti sono i petali che comporranno la rosa da offrire a Maria il 31 maggio, festa della Visitazione. Bisogna ritornare a queste tradizioni. Alcuni pensano che la modernità e il cambiamento dello stile dell'uomo, abbiano svuotato del vero significato ciò che, un tempo, era basilare. I fioretti, i piccoli sacrifici sembrano essere stati ingoiati dal tempo, eppure sarebbe una pratica importantissima quanto meno educante. Attraverso l'esercizio dello spirito nel compiere piccoli atti che possono comportare dei sacrifici, lo spirito si fortifica e si rende idoneo a sostenere le battaglie più cruente e difficili. Se sarà allenato, riuscirà a vincere, ma se la battaglia lo troverà impreparato, sarà più propenso a soccombere a qualsiasi nemico e a cadere nella sua trappola.
A tale scopo ho ideato alcuni bigliettini in cui ho scritto delle pratiche. Ogni giorno ne pescherò uno e m'impegnerò a praticarlo per tutto il giorno. Ho notato infatti, che quando si apre la Bibbia o un libro sacro a caso, esce quello che Dio ha pensato per noi o, se gli abbiamo posto una domanda, attraverso quel versetto o brano, intende risponderci. Lì per lì, forse, non comprendiamo pienamente ciò che vuole comunicarci, ma il tempo farà il resto ed esplicherà quello che pareva incomprensibile.
giovedì 2 maggio 2013
Silenzio
Ieri è stato un giorno un po’ movimentato: sono andata a messa dalle Carmelitane e, passando per il castello, ho sentito delle urla. In un primo momento, ho pensato che fosse la solita lite fra donne, com’era capitato qualche giorno prima poco discosto da lì e che, comunque, si era fermata allo scambio di parole offensive, ma, avvicinandomi, ho notato, o almeno così sembrava, che si stessero picchiando. Mmmm… sembrava… ho attraversato per vederle bene di fronte e avere quindi la possibilità di poter dire chiaramente quello che accadeva in caso avessi chiamato la polizia. Davvero! Se le davano di santa ragione! Di solito sono gli uomini che vanno subito alle mani! Meno male che un uomo mi aveva preceduto nel chiamare i poliziotti e, quindi, queste hanno desistito nella lotta e permesso a me di andare dove stavo andando. Cominciamo bene…
Nonostante queste premesse, la giornata si è svolta tranquillamente. Non c’era un sole splendido come qualche domenica fa in cui si poteva ammirare tutta la costa ligure, però almeno aveva osato fare capolino, spuntare con la sua luce in quel cielo lattiginoso, dove talvolta andava ancora a rifugiarsi. È caldo adesso. In giardino sono sbocciate tutte le rose e basta un maglione per stare bene.
Sì, desidero andare a messa, continuo a pregare ma non sento più nulla. Il mio cuore è nella pace assoluta, ma se dovessi affermare che la sento principalmente al momento della Messa o ancor più al momento della Comunione, mentirei. Nulla, più nulla, come se fosse un’altra persona ad andare a Messa, a pregare il Rosario e l’Ufficio. Un’altra persona, non io. È odioso, il mio cuore cerca Dio ugualmente, ma Egli è avvolto nel silenzio più assoluto, più profondo. Che cosa ne sarà di me? Eppure, come ho già raccontato, il mio cuore è rimasto fedele a Lui, non desidera altro, ma non sente nulla: è come se attorno a lui si sia fatto deserto. Mi piace la natura, ma quando lo cerco nel suo volto, non sento la sua presenza. Non più. Dove sei? Come emergere da questo vischioso lago, dove non sento nemmeno le mie parole?
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