È da tanto che non scrivo su questo
blog, ma mi sono accadute tante cose! Troppo tempo senza lavoro, non
che fossi scontenta, però avevo veramente bisogno di fare qualcosa.
Di tanto in tanto mi veniva in mente il settembre dell'anno scorso
quando avevo cominciato a fare la badante a quella signora così
carina e simpatica. Era piacevole stare con lei: di origine inglese,
parlava volentieri di tante cose. Si interessava di tutto. Come orari
era un po' pesante, però, nonostante tutto non sono mai andata
veramente mal volentieri. Certo, purtroppo la mia salute era quella
che era e non avere un giorno di riposo ha influito leggermente. Gli
unici momenti un po' “difficili” erano quando di venerdì dovevo
fermarmi per il fine settimana. Per il resto andavo di buon grado.
Era una gioia varcare quella porta ed essere sempre accolta da un
sorriso. Gli anziani hanno molto da insegnare, la loro esperienza è
un tesoro prezioso. La signora si è ripresa presto e purtroppo ho
dovuto lasciare quella famiglia splendida. Poi, più niente. Ho
mandato tanti curriculum, soprattutto quando il concorsone scolastico
era finito, ma non ho avuto alcuna risposta. Ho passato qualche
giorno difficile, ma attraverso la preghiera intensa e la
partecipazione alla santa Messa, sono riuscita a superarli. Piena di
speranza, talvolta troppo, ho aperto a caso l' Ufficio Divino nella
parte delle date in cui si commemorano i santi, ovviamente dopo aver
pregato e chiesto la grazia di farmi conoscere la data in cui avrei
trovato un lavoro. 17 settembre. È uscita quella data. Speravo fosse
nella scuola, ma, passati i primi di settembre, ho pensato nuovamente
agli anziani. Sorpresa! Considerando che tramite internet mandavo
ogni giorno parecchi curriculum al giorno, non mi ricordavo di certo
il nome delle varie aziende contattate. Il 16 settembre suona il
cellulare: era per un colloquio conoscitivo. Il telefono era
squillato più volte e, in verità c'è stato anche un malinteso. Dio
ha messo le cose così in modo che conoscessi queste nuove persone.
Il giorno dopo ho sostenuto il colloquio e, per le condizioni che mi
hanno esposto e che non rivelo per non mettere nei guai l'azienda in
quanto in seguito si sono rivelate delle bufale, ho deciso di
imbarcarmi in una nuova esperienza: il lavoro porta a porta. Si
rappresentava un marchio prestigioso ed onesto e quindi ho deciso di
fare questa prova. I giorni precedenti sentivo dentro il cuore
aleggiare un'aria di attesa che è sfociata in quest'opportunità.
Era un ambiente decisamente maschile ma per me si è rivelato facile
da affrontare. Mi sembrava di conoscerli fin dall'inizio, ero l'unica
donna. L'unica cosa era che non riuscivo a fare contratti. Insistevo
un po', sopportavo le porte in faccia, ma avevo capito da subito che
non sarei mai riuscita ad estorcere un contratto senza il pieno
consenso del cliente. L'ambizione, i soldi, su cui facevano leva i
manager, su di me non attecchivano. Per me era importante ciò che
pensava il cliente, le sue scelte. Il rispetto delle sue scelte era
per me fondamentale. In seguito ho scoperto il resto e perciò ho
deciso di lasciare. Loro pensavano che non riuscissi a sopportare le
porte in faccia, ma non era quello, perché alcuni aprivano e mi
facevano entrare, si parlava: era che per me l'onestà è un punto
fondamentale. Lasciato quel lavoro mi si è presentata un'altra
opportunità forse più consona al mio carattere e vocazione: aiutare
un anziano. È in cantiere, domani dovrei andare a conoscerlo, ma già
penso che se il tutto andrà in porto, sarà una nuova e buona
opportunità.
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