Ho finito di pranzare e mi sento davvero sazia. Come dicevo nell'altro post, G, il mio amico si è inquietato perché gli ho rivelato chiaramente il mio pensiero riguardo al lavoro porta a porta, per certi modi a mio parere discutibile con cui fanno i contratti.
"Ignorante" è l'insulto che mi sono presa. Non volevo offenderlo, ma avere uno scambio, parlare su una cosa che non abbiamo affrontato mai. Ma che senso ha, se come agenti di vendita, possiamo rappresentare altri marchi, altre aziende? Allora nel momento in cui rappresenti l'altra società diventi automaticamente ignorante? Ma se eri sapiente fino al giorno prima, cosa ti è accaduto? Forse stiamo parlando di una sapienza di portafogli e basta. Ci sono rimasta un po' male ma poi ho riflettuto e ho trasformato la cosa in qualcosa che potrebbe farmi crescere. Sono la stessa del giorno prima, di quando G. mi ha dato dell'ignorante e cancellato da Facebook. Io penso che se si è nel giusto, anche se ci fanno notare qualcosa che a parer nostro non va bene, dobbiamo rimanere sereni, perché si ha la coscienza a posto. In fondo se è andata così, sicuramente era travestita da amicizia ma non lo era. I giorni scorsi lui, nel suo diario di Facebook, ha cominciato a scrivere cose a cui avrei potuto ribattere, ma non l'ho mai fatto. Ieri, però, non sono più riuscita a tacere e sono intervenuta mandandogli un messaggio privato, non pubblico. Per questo penso che la sua reazione sia esagerata, quasi da donna o come se avessi fatto centro. Non si spiega altrimenti il suo atteggiamento immediato che non ha dato spazio a repliche, talmente assertivo da essere cancellata da Facebook senza nessuno scambio di idee. Quel messaggio che ha lasciato nella bacheca sembrava un commento chiaro sulla mia esperienza nel lavoro porta a porta ma era riferito ad una sua amica che, come me, ha voluto fare esperienza e si è ritirata dicendo che non era un lavoro serio e onesto. Mah, non ho parole!
Nessun commento:
Posta un commento