mercoledì 29 agosto 2018

I segni

I segni... prima di continuare il discorso sui fatti concreti che si sono susseguiti,
vorrei soffermarmi un po' sulle parti spirituale ed emotiva, legata alla fede di questo
periodo così importante ed impegnativo per me. Da dieci anni in qua uso un modo
singolare, ma non raro tra i cristiani, di colloquiare con il Signore: dopo un momento
di preghiera apro a caso la Bibbia o il messalino o il Breviario. Fondamentale di
questo momento è la preghiera che lo precede. Spesso e volentieri ho ricevuto
risposta anche riguardo a talune date che mi interessavano ed erano importanti per
me. Ebbene, ho pregato il Signore usando questa tecnica e le frasi ricorrenti erano:
“riceverai la ricompensa”... “ti sarà restituito molto di più”.... e poi... una frase che ai
miei orecchi suonava alquanto sinistra visto la fatica che impiegavo nel fare questi
concorsi: un dispendio di energie fisiche ed emotive: “Non è ancora arrivato il
momento”.
Il dilemma che più volte mi assaliva era questo: ma è questa la volontà di Dio nei
miei confronti? Ritenevo e ritengo che l'insegnare per me sia una vocazione e ho
riletto ciò che c'era d'incomprensibile nel mio passato anche alla luce di ciò. Vista la
mia salute malferma e ultimamente ancor più debole del passato, il buon Dio ha
permesso quel grande sacrificio, per permettermi di mettermi al servizio dei bambini
senza sostenere altri pesi fisici e morali stressanti, come lo è un impegno comunitario.
Stavo percorrendo la strada giusta? Insomma, in poche parole, era giusto insistere nel
diventare insegnante? Mah, certamente a tutt'oggi non ho una risposta, la volontà di
Dio si valuta piano piano, passo dopo passo. Questo però non mi ha dispensato nel
domandare a coloro che mi erano accanto e potevano valutarmi dal punto di vista
professionale, se facevo bene ad insistere per quella strada o forse avrei dovuto
intraprenderne un'altra. La mia tenacia nel perseguire alcuni obiettivi nella mia vita
mi è “tristemente” nota, per cui avevo davvero bisogno di un loro parere. Ebbene,
tutte concordi nel dirmi che ero portata per quella strada. Allora quando è così, la mia
tenacia non si fa attendere.
Il giorno prima di sostenere l'orale di M. aprii nuovamente a caso il Messalino ed
ecco che mi apparve una frase che, a dire il vero, non mi piacque per niente: “Devi
sopportare questo peso”. Boh, mi domando ancora perché ho dovuto sopportare quel
peso visto la non brillante uscita. Mi domandavo: “Ma qual è il momento?”. A questo
punto mi tocca raccontare un fatto ancor più singolare.
Non so per quale motivo, ma il fatto di uscire dalla mia città mi è sempre parso quasi
più allettante di rimanere qua e quindi avrei desiderato passare il concorso di M. a
pieni voti... Prima di tenere l'orale, ho sentito un impulso a chiedere questo (è ancora
da verificare in modo pieno): “Se passerò il concorso di G., dammi un segno: che
veda il sindaco della mia città”...
Ci crederete o no, a tale domanda, ho visto il sindaco di G. per ben due volte!!!!!
È stato proprio così, anche se effettivamente avevo chiesto qualcosa di più anche se
questo non lo dico in quanto non l'ho ancora ottenuto. Poi il mio cuore... Riguardo al
mio cuore, molto probabilmente è stata la grande quantità di caffè. Dopo che è
passato un bel po' di tempo, nonostante un'altra ondata di stress, l'extrasistole non si è
più presentata.
Adesso vedremo se l'ultimo segno chiesto corrisponde a verità.

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