È strano ritrovarmi qui dopo molto tempo a scrivere su questo blog... Quante cose
sono accadute, sia belle che brutte, sia a livello personale che collettivo... In effetti
non saprei da dove cominciare. Proviamo a cominciare dalla mia storia.
L'anno scolastico passato sono piacevolmente tornata alla scuola dell'anno precedente
come sostegno ad un bambino autistico e ho conosciuto una nuova collega che è stata
un po' il mio pilastro, sebbene alcuni pensieri non li condividessimo. Ho iniziato
l'anno scolastico come al solito, presentando una domanda per un concorso, questa
volta un po' più vicino, a M. Sembrava che fosse un segno del buon Dio, un chiaro
cammino da percorrere, in quanto in modo rocambolesco, il bando, dopo essere stato
chiuso alla fine di giugno (non avevo risposto perché si chiedeva la conoscenza
dell'inglese ed io ero stanca da morire dopo aver concluso un anno scolastico
abbastanza impegnativo), era stato riaperto per chiudere definitivamente il 16
settembre. Sembrava davvero un disegno tracciato apposta dal buon Dio, questa volta
quello giusto. Una mia amica di vecchia data si era appena trasferita là da poco, tutto
combaciava a pennello, molto probabilmente non sarei nemmeno stata sola ad
affrontare quella nuova realtà. Avevo alcune riserve, tuttavia si deve rispondere a
questa chiamata che sembrava così esplicita. Vincendo le ritrosie di mia madre perché
odia quella città per motivi personali, non tanto per la città in sé, faccio domanda e
poiché si trova vicino alla mia città, porto di persona la mia domanda. Ci vuole
veramente poco! In un giorno sono andata e tornata! Si è trovato persino il tempo di
curiosare in un mercato rionale vicino alla stazione! Provo il brivido di comprare per
la prima volta il libro per il concorso tramite internet... Caspita che ebbrezza, che
soddisfazione! Con un clic ecco il libro a portata di mano. Inizio a studiare, ma la
pacchia finisce immediatamente quando ricevo la convocazione per la supplenza.
Bellissimo, una grande grazia, nella medesima scuola per tre anni consecutivi è una
conquista, tuttavia il tempo deve essere diviso con grande sacrificio tra la scuola con
tutti gli impegni ad essa connessi, lo studio e le mie consuete passeggiate. Queste
ultime non devono mancare, mai. È una sana abitudine che ho da molto tempo e che,
da una parte, mi sono domandata cosa mi sarebbe successo all'ultimo dell'anno se non
l'avessi mantenuta, dall'altra mi aiutano a superare lo stress di tutti gli impegni.
Avendo la responsabilità di un determinato bambino e di alcune materie della classe,
sono più stabile, sebbene non del tutto e non sono esente dalle supplenze nelle altre
classi e quindi ad essere sballottata di qua e di là. Lo sballottamento è minore, ma
l'impegno è più grande. Conoscevo già il bimbo, come un segno profetico, lo avevo
conosciuto nel corso della mia prima esperienza di supplenza alle scuole del comune
di G. Anzi, a dire il vero, ve n'era un'altra. Un ponte lungo quasi quattro anni, chi è
maestra sa bene cosa vuol dire incontrare nuovamente a distanza di anni i suoi piccoli
alunni, inoltre quell'esperienza era stata un nodo cruciale. Le mie colleghe erano
stupende e, senza avvedersene, sono state proprio loro e quell'esperienza in generale a
riavvicinarmi alla scuola che pensavo di lasciare del tutto. Quanti grazie dovrei
disseminare qua e là!
Quando inizia la scuola, il tempo sembra prendere una rincorsa e, senza avvedersene,
ci si ritrova al 4 novembre. Primo avviso riguardo al concorso: scritto fissato per il 22
gennaio. Sembra che intercorra un tempo equo, anzi abbastanza distante rispetto
all'avviso. Tuttavia ci è voluto tutto: lo studio e la scuola si alternavano in un ritmo piuttosto regolare. Arrivato dicembre , gli impegni scolastici si sono intensificati
notevolmente. La nostra collega nuova era praticamente un vulcano di creatività che
ci ha regalato un'idea straordinaria quanto fortemente impegnativa: tutte le prime
avrebbero dovuto regalare ai genitori uno spettacolo unico di canti e balletti. Piccoli
frugoli un po' impacciati, si sono dati da fare tanto, con grande entusiasmo sebbene la
loro esigua età. Risultato personale: la settimana prima ha cominciato a fare le bizze
il mio cuore... Il mio cuore ha cominciato a fare dei balzi improvvisi che ho
riconosciuto come “extrasistole” accompagnate da una leggera anomalia della
pressione sanguigna... Rispetto ai miei soliti parametri. Non volevo più bere caffè,
non sentivo più il desiderio come una volta. Quando bevevo il mio caffè, nero e
abbondante dopo pranzo, lo facevo controvoglia e talvolta mi dimenticavo
addirittura. Non era di mia consuetudine. Da sempre, visto la mia pressione a
ranocchia, sento bisogno di bere caffè. Da 6 anni bevo caffè fatti da mia mamma
davvero forti. Ho dato la colpa allo stress... ma, siccome non mi piace valutare
solamente un'opzione, ho eliminato parte del caffè che prendevo e, nel medesimo
tempo, ho trovato un rimedio naturale tramite internet alle extrasistole: il
biancospino. Si è rivelato immediatamente un toccasana: il cuore si è calmato subito
e si è regolarizzato, anche se la pressione è rimasta sui livelli alti. Il 22 gennaio ho
affrontato lo scritto che ho passato con una buona votazione e mi hanno convocato
all'orale... il mio grande scoglio.. e poi l' inglese... e chi lo sa bene da affrontare una
conversazione? È vero che se scandivano bene, capivo le parole... ma non mi sentivo
assolutamente in grado di affrontare una tale situazione in una situazione stressante
come l'orale di un concorso. Ore 10 del 6 marzo.... acci! Ripasso come una matta, ma
pensando all'orario mi rincuoro: posso arrivarci tranquilla e nel pomeriggio andare
via...e... invece.... alla Fantozzi capisco che siamo un gruppo che affronterà l'orale
dalle 10 in poi e che la cosa potrebbe protrarsi fino alle 17/18,30 senza alcuna
interruzione, nemmeno per il pranzo!!! Non ci posso credere!! per la mia salute è
proprio veleno, non posso assolutamente mantenere quel ritmo serrato e saltare il
pranzo. Il Signore mi viene incontro in parte. Avendo paura di stare male, prendo
medicina e mangio un po', ma le mie condizioni di salute per tutto l' insieme della
situazione peggiorano: per l'inglese mi tranquillizzo perché non devo nemmeno
sostenere una conversazione, piuttosto leggere a voce alta una domanda e rispondere
su un foglio in autonomia a delle cose abbastanza semplici. La salute vacillante e
critica verso l'una, proprio quando le mie forze di solito collassano perché è orario di
pranzo, mi mettono in una situazione difficile... Tiro su una domanda sulla
legislazione che tratta proprio di un argomento su cui non sono sicura!!!! Non ci
posso credere! Nonostante celi il mio disappunto in una frase di preambolo
dimostrando di conoscere di che cosa tratta la legge e prendendomi tempo per
organizzare la mia risposta, comincio ad incespicare sulle parole... Umiliante da una
parte... La seconda domanda va molto meglio, l'affronto con decisione anche se
stupidamente non rispondo dicendo tutto quello che so con la paura di apparire troppo
saccente... Avevo desiderato che non ci fosse nessuno durante il mio colloquio... ed
invece dietro di me vi erano tantissime persone... Praticamente un incubo. Non so se
ho passato il concorso, se l'ho fatto, con un misero punteggio...che non serve a niente.
Eravamo troppe. Torno a casa, stanchissima... Ma... ci crederete? Passano nemmeno due giorni ed esce il concorso nella mia città... A pezzi come sono, devo continuare a
studiare ancora... No!!!!!!!!... ma questa ve la racconterò un'altra volta...
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