venerdì 18 aprile 2025

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

 Quante volte questa domanda ha echeggiato nel nostro spirito, così drammatica, così piena di significato, di sgomento assoluto...! "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".

È un versetto di un salmo, è l'esclamazione di Gesù sulla croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Quante volte ci siamo guardati attorno disperati, cercando un conforto, mentre il nostro spirito affondava, sempre di più, nella melma del dolore! 

Chiunque si è trovato in momenti di sofferenza profonda, momenti in cui il buio ha attraversato l'anima fin nella sua essenza, lasciandola in un deserto inanimato e avvolto da un silenzio sconvolgente, anche i santi. A volte la sofferenza piomba nella vita sconvolgendola, togliendoti certezze o creando grande insicurezza riguardo al futuro. 



In seguito, l'anima, sanguinante, alza gli occhi al cielo in cerca di un conforto, in cerca di quel Dio che spesso ha invocato e che in quel momento sembra totalmente assente... Non c'è più, non c'è nemmeno nel sussurro del vento: tutto attorno sembra spegnersi e lentamente svanire come un lumicino che perde piano piano il suo vigore: il fisico che sente che le forze lo stanno abbandonando; la gente che insulta, che storce le labbra e non comprende; un silenzio irreale che inghiotte tutto e le fauci del nulla lentamente ingoiano lo spirito e il corpo che gradatamente muoiono...

Ma ecco che Gesù alza lo sguardo in un ultimo abbraccio all'Umanità ferita: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". E dopo aver spirato, ecco un terremoto possente che fa fremere gli inferi. 

Quando tutto sembra perduto, nella sofferenza più profonda, nell'abbandono di tutto e di tutti, nella solitudine che urla più di ogni altra cosa la sua agonia, Gesù consegna il suo spirito al Padre. Giuda lo aveva consegnato agli uomini per ucciderlo e Gesù si consegna al Padre. È la Pasqua, è un passare da uno stato all'altro... e Dio richiude le acque del Mar Rosso travolgendo l'inferno e chi aveva voluto il male di Gesù, e lo Spirito del Suo diletto Figlio si ricongiunge finalmente a Lui, perché le scritture sono compiute, perché tutto ormai è completo.

Anche nella nostra esperienza, quando tutto sembra essere perduto, quando un terremoto scuote profondamente la nostra vita, e abbiamo il coraggio di consegnare il nostro spirito al Padre, il Mar Rosso si richiude e travolge le nostre paure, le nostre sofferenze e il nostro spirito si perde nel Padre.

"Padre, nelle tue mani affido il mio spirito".

sabato 15 marzo 2025

Quaresima

 Finalmente Quaresima... il momento dedicato alla preghiera, alla riflessione... almeno, così ho pensato quando si stava avvicinando il mercoledì delle ceneri. E invece cosa è capitato? 






Un delirio... tra salute e lavoro hanno fatto a gara per non farmi andare a messa, oppure a non avere nemmeno il tempo di pregare in santa pace. È quella strada che non avevo pensato di percorrere, ma è quella che Dio mi ha messo davanti: quella accidentata, completamente diversa da come me la ero prospettata, eppure quella che Lui ha scelto per me. Allora è difficile accettare completamente quella strada, soprattutto quando era l'opposto quella immaginata. Procediamo, anche se è dura...

mercoledì 15 gennaio 2025

Ricordando

 Ieri sera, poco dopo le 20, nella via dove abito c'è stato un incidente mortale. La cosa stranissima è che ieri si è ripetuta una certa dinamica di avvenimenti e pensieri dell'anno in cui accadde l'incidente a me. Quella sera dovevo rientrare a lavoro e non volevo, sentivo un'angoscia e una ritrosia marcate, ma ero andata ugualmente e purtroppo ho subito quell'incidente stradale grave dal quale, nonostante i traumi gravi, mi sono salvata.



Anche ieri dovevo rientrare a lavoro nel pomeriggio e mi ha afferrato la stessa angoscia e ritrosia di quell'anno e il ricordo dell'incidente mi ha assalito fortissimo. Alla fine, al lavoro, ho dimenticato tutto e sono rientrata a casa illesa. Purtroppo non è stato così per il centauro che, poco più su del punto in cui era accaduto a me, ha scontrato una macchina che procedeva in senso inverso e nell'impatto ha perso la vita. Tale avvenimento mi ha scosso profondamente, ho pregato tanto per lui, ma ho faticato non poco a prendere sonno. Che tragedia! Dio ci chiama quando meno ce lo aspettiamo, non sappiamo né l'ora né il giorno. Dobbiamo essere vigilanti e assaporare la vita in ogni suo istante, anche quello più difficile. La vita è un dono, ci è stata prestata e non dobbiamo sciuparla. Dio potrebbe chiamarci in ogni istante.

domenica 12 gennaio 2025

Lo Spirito Santo

 Oggi c'è molto freddo sebbene splenda il sole. Oggi è la festa del Battesimo del Signore. Si conclude, così, il tempo di Natale. 



Sono andata a messa presto dicendo il Rosario per strada e nel mio spirito sono accadute tante cose. Mi sento felice, tranquilla, con il cuore pieno di pace. I ricordi riaffioravano nella mia mente seguendo il ritmo della liturgia e delle letture. Durante la consacrazione del pane e del vino, ho risentito, come tantissimo tempo fa, la presenza dell'infinito. La mia mente, allora, è tornata indietro nel tempo, quando nel lontano ottobre del 1994 sentii la presenza tangibile di Gesù e la forza del Suo Spirito. Era l'infinito che io cercavo e avevo compreso, con la grazia dello Spirito Santo, che era racchiuso nella natura, nel mio cuore, nell'Ostia che diventava Corpo e Sangue di Cristo. L'infinito racchiudeva il concetto di vita eterna e il mio cuore si era dilatato alla presenza del Signore. Che gioia! Tutto, la vita, ciò che accadeva di bene e di male, gli incontri, avevano un significato profondo, infinito, gioioso. Ed è proprio così, ogni giorno accade ciò che abbiamo celebrato nel Santo Natale e con il Battesimo di Gesù: l'Infinito si china sulla realtà limitata del mondo e la trasforma definitivamente.

martedì 31 dicembre 2024

Natale e Capodanno, tuffo nel passato e nel presente

 Oggi è una giornata bigia, ma tranquilla, senza vento. 

È il quarto Natale che passo nella mia casetta. Nella prima domenica di Avvento ho preparato l'albero e il presepe. Ci sono stati dei momenti che ho assaporato quella gioia genuina che solo l'esperienza spirituale può donare. 

La città si è illuminata, si è rivestita a festa. A Natale c'è sempre un clima particolare. Le giornate sono corte, il sole ha fretta di nascondersi dietro l'orizzonte del mare e quel buio mi dona tanta pace, mi riporta a momenti lontani, a momenti che non si possono più rivivere, perché alcune persone non ci sono più. 

Sono ricordi genuini, che donano pace e gioia. Mi riporta alle serate passate da una conoscente in corso Sardegna. La macchina correva squarciando il buio con i suoi fanali. A volte l'asfalto brillava per la pioggia e rifletteva come uno specchio vacuo, difettoso, le luci delle illuminazioni delle strade. Dicembre era un mese speciale, talvolta regalava i brividi sotto il cappotto, regalava giornate umide, fredde e buie che si potevano contemplare attraverso il rettangolo dei finestrini dell'auto e della scuola. Il cielo era talmente adombrato, scuro, che in aula si doveva accendere la luce, perché altrimenti non si vedeva nulla. Sembrava che la notte avesse fretta di scendere e inglobare tutto nel suo colore viola: i palazzi e gli alberi scomparivano lentamente sotto questo telo scuro. Il giorno dell'Immacolata a casa mia era una grande festa. Mio padre andava nel sottoscala e prendeva le scatole contenenti l'albero, il presepe e tutti gli addobbi di Natale. Tra le palline, facevano capolino i lavoretti e i biglietti che preparavamo a scuola. Avevano un odore buono, particolare, e un colore singolare. Tutto brillava dentro quelle scatole che piano piano si svuotavano. Finalmente l'Albero prendeva il suo posto sul tavolino della cucina. I suoi lunghi capelli d'angelo argentati invitavano i gatti a fare le loro marachelle. Quando ero piccola, sotto l'Albero non appariva nulla se non il 24 dicembre, quando tornavamo dalla messa di mezzanotte. Noi donne andavamo a messa insieme ai conoscenti, qualche volta anche gli uomini si univano a noi. Per me era un momento speciale quello, faticoso, ma speciale. Ormai il buio aveva ingoiato completamente la città, ma lo scampanio felice delle campane delle chiese, squarciava il silenzio. Ci accoglieva sempre il silenzio della chiesa e nell'aria si percepiva il momento trepidante dell'attesa e, quando finalmente le campane risuonavano, la mia domanda si faceva pressante: "Gesù Bambino è nato?". Ricordo che ci credevo davvero e la mia fede infantile non lasciava spazio ai dubbi. Per me quello era il momento in cui Gesù Bambino nasceva e sapevo che ogni anno si ripeteva il grande miracolo. Natale era davvero giunto e non era solamente regali, era la gioia di una Nascita attesa, di un miracolo che mi piaceva contemplare ogni anno. Dopo la Santa Messa era tempo di ritornare a casa. Gli occhi erano ormai spalancati dallo stupore e adesso c'era il momento dell'apertura dei regali. Per me li portava sempre Gesù Bambino.

Da quelle scatole che giacevano nel sottoscala, usciva anche il Presepe con le sue numerose statuine e prendeva posto nel corridoio dell'ingresso. Mentre l'albero veniva allestito da noi bambine e nulla veniva ritoccato dagli adulti, il Presepe era un'arte. Quando riponevamo le statuine prendevano vita e si ripercorreva la storia della Natività... sempre... ed erano gli adulti, poi, a riporre bene le statuine quando noi sbagliavamo, perché quella era una cosa seria...

Dopo Natale, ecco Capodanno! Si aspettava con trepidazione il Nuovo Anno: lo guardavo con curiosità, ma salutavo quello Vecchio con tanta nostalgia... Mi chiedevo se gli altri avessero la mia stessa sensazione.... chissà!

Ho conservato questa sensazione lungo gli anni; Natale è sempre la mia festa preferita e saluto il vecchio sempre con molta nostalgia...

martedì 23 luglio 2024

Carità

 Ieri, vedendo il film sul 28 su Sant'Antonio Maria Claret, ho riflettuto su me stessa... Come vorrei testimoniare Cristo agli ultimi, avere carità verso il prossimo come l'aveva lui! Mi sono profondamente commossa, anche perché il film ha dimostrato come tanti schiavi venivano trattati in modo disumano, fino ad essere impiccati per intimidire Claret e quindi desistere nella sua opera di carità. I santi danno fastidio, interrogano, scuotono le coscienze. Sono convinta che bisognerebbe vedere molti più film di questo genere che mostrino che si può vivere la vita in modo differente, dandole un significato sublime. E mi sono sentita chiamata in causa anch'io. Che desiderio profondo di imitarlo! 



Certamente il cammino di santità non è facile, ma come diceva il vangelo di oggi, senza di Lui non possiamo far nulla. Egli mi donerà la grazia per diventare santa, per testimoniare Gesù nella mia vita. Capisco che è opportuno crescere in contemporanea sia umanamente che spiritualmente. Bisogna essere liberi dal passato, dalle catene che mi tengono imprigionate in condizioni che io non ho chiesto e che Dio ha permesso nella mia vita. Spezzare quelle catene è difficile, ma non impossibile, perché Dio è onnipotente. Ho sperimentato nella mia vita che Lui mi ha liberato o ottenuto ciò che avevo chiesto per servirlo meglio, ma il cammino di santità, essendo un cammino di umiltà, rimane molto nascosto, sembra di essere sempre allo stesso punto, o peggio, di essere tornati indietro.

Io voglio però seguire Gesù, che mi dia la forza, la speranza, la fede, la carità necessarie per farlo!

domenica 21 luglio 2024

Organizzazione

Finalmente, dopo tanto tempo, sono riuscita a organizzare la mia giornata inserendo la meditazione. Il passo successivo sarà quello di trovare tempo per la contemplazione. Contemplazione e meditazione sono due cose molto differenti e tutte e due sono fondamentali nella vita cristiana. 

Stamattina sono andata dai Francescani con la mia bicicletta. Durante il percorso sono riuscita a recitare parte del Rosario, ovviamente una sola decina: in 5 minuti arrivo a destinazione... e comunque stando sempre molto attenta alla strada.

Avrei tanta voglia di vedere le montagne, ma la mia salute mi blocca ancora, sia quella spirituale che quella fisica. Risento il bisogno di partecipare ogni giorno alla Santa Messa e in montagna questa cosa, mi sa che non sarà possibile. Allora ho affidato la cosa a Dio, Lui sa meglio di chiunque altro qual è il mio bene sia per la salute fisica che spirituale. Considerando solamente la salute fisica ce n'è, visto che quando ancora stavo meglio la glicemia aveva fatto i suoi sbalzi, così come la pressione... per non parlare del sonno! L'orologio non riusciva nemmeno a segnare il RHR del sonno... Per lui ero sempre sveglia. Nello stesso tempo sento il bisogno di staccare a livello psicologico con l'ambiente in cui mi trovo sempre...

Vedremo cosa Dio disporrà, lui è sempre molto fantasioso.