sabato 27 luglio 2019

Segni dal cielo

Oggi è una giornata bigia, solcata da temporali che scaricano di tanto in tanto sulla città il loro pianto. Li aspettavamo con ansia: il calore dei giorni precedenti ci faceva boccheggiare e rivoli di sudore scendevano dalle nostre schiene e dalle nostre fronti.
Ho iniziato la novena a padre Picco, un sacerdote gesuita morto in concetto di santità nel 1947. sto pregando per la mia stabilità. Tale segno fa parte anche della presenza di papà in paradiso. Il primo, l'ammorbidimento di una mia amica riguardo e certe idee e modi di fare l'ho già ottenuto... e, a dire il vero, visto le premesse, pensavo fosse impossibile rispetto a questo secondo segno.
Vedremo che cosa mi riserverà il futuro prossimo...

mercoledì 17 luglio 2019

Combattimento spirituale

Per superare certi difetti, bisogna attuare una strategia di battaglia. Dobbiamo ricordare le parole di Gesù che affermavano che il Regno di Dio appartiene ai violenti. Non faceva capo a coloro che fanno del male agli altri, piuttosto chi si mette in guerra con i propri difetti, imperfezioni e peccati. Il cammino cristiano è anche questo. Bisogna affidarsi a Dio, affidargli la propria battaglia, in fondo nell'Antico Testamento, Dio era prode in guerra. La guerra del Nuovo Testamento è differente da quella del Vecchio, è stato un crescere nella consapevolezza dell'identità di Dio fin quando non si sono create le condizioni favorevoli sia storiche che spirituali del popolo, per accogliere il Figlio mandato dal Padre. È vero che apparentemente l'annuncio di Cristo è stato un fallimento, ma in concreto, poiché vi era la mano di Dio, quella manciata di uomini, sono riusciti a divulgare la buona novella a tutto il mondo conosciuto e, quando le scoperte geografiche e scientifiche, hanno aperto mondi nuovi, non ha avuto più confini. Dio agisce, ma la storia ci insegna che bisogna combattere e che al nostro fianco ci sarà Lui che guiderà la nostra mano, il nostro spirito. Ancora il Nuovo Testamento ci insegna che dobbiamo prima attuare una strategia per assicurarci di possedere le armi e le forze giuste per combattere il nemico, il peccato, i difetti. Tanto più sono radicati in noi, tanto più le ferite sono del tempo della nostra infanzia, più fatichiamo a debellarle. Allora si va a tentativi, analizzando i motivi per cui cado in quel difetto e qual è la sua origine. A seconda di ciò che l'analisi rivelerà al nostro cuore dobbiamo trovare una strategia mirata. Agli inizi sicuramente il nostro cuore sanguinerà, poi piano piano si riuscirà a superare quella situazione. Eh sì, bisogna conoscersi davvero per fare questo lavoro e pregare tanto di accettarci, perché è possibile che il buon Dio, nonostante tutti i nostri sforzi ci lascerà con il nostro difetto perché ci conosce ancor di più di noi stessi e ci serve per avere l'umiltà.
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martedì 16 luglio 2019

Cammino

Oggi voglio parlare di un “problema” di molte persone e che riesco a comprendere appieno perché, a suo tempo, è stato anche mio.
Sono passati molti anni da quando l'ho superato e riconosco che non sarei sicuramente riuscita a farlo senza la grazia di Dio.
Verso i 15 anni non credevo in Dio, ero una che appoggiava la scienza in tutto e per tutto e quindi affermavo che si doveva credere solamente a ciò che si vedeva ed era verificabile. Forte di tali teorie, ero altresì convinta pienamente che Dio non esistesse. Solamente in seguito ho compreso che scienza e fede non si davano i pugni, ma che si potevano completare a vicenda. Coloro che sono stati grandi scienziati, infatti, erano anche credenti. In effetti come ho spiegato qualche giorno fa, più si sa e più si sa di non sapere. Si comprende che sono tante le cose che l'uomo non può giungere a conoscere perfettamente. A parte questo, ero convinta che la Chiesa non meritasse la nostra fiducia perché davvero peccatrice. Gli uomini e donne di Chiesa, soprattutto quelli e quelle più impegnati, erano portatori di enormi scandali. Non credevo nella Confessione/Riconciliazione come sacramento. Ero arrivata a credere che avrei potuto confessare direttamente al buon Dio i miei peccati senza passare dal prete. Così la pensano i protestanti. In fondo anch'io ero in protesta contro la Chiesa e i suoi modi di fare. Di fatto non andavo nemmeno a messa e non ricevevo la Comunione, la ragione vera di questo era perché desideravo essere libera da ogni vincolo e quindi da ogni dovere verso la religione. Erano passati i tempi in cui leggevo il Vangelo o la storia di Gesù di sera prima di addormentarmi o quelli in cui desideravo ardentemente ricevere la Comunione. Il fatto è che la scienza e gli scandali della Chiesa c'entravano fino a un certo punto. Alla base di tutto questo, c'era un interrogativo che mi logorava. Ero stata a contatto con la sofferenza dei bambini e anche quella degli adulti e non riuscivo a capacitarmi del fatto che Dio potesse permettere tutto quel male. Come poteva Lui che aveva guarito malati, perdonato i peccati, Lui che predicava la felicità permettere tutto questo male, soprattutto degli e sugli innocenti?
Ironia della sorte, chi si prese la briga di convertirmi (e ce la fece) era proprio una biologa! O meglio le cose andarono in un determinato modo per cui mi avvicinai a Dio una volta per tutte.
Questa persona davanti al mio dolore mi portava sempre davanti a Dio, al suo amore. Mi diceva di affidargli il mio dolore. Io che cosa ne potevo sapere se non mettevo più il piede in Chiesa? Non riuscivo a comprendere le sue parole. Per me erano distanti anni luce dalla mia realtà. Fu un pomeriggio estivo, uggioso, di vento e di mare mosso, in cui Dio si fece presente. Fino ad allora tutte le parole della biologa si erano dissolte come nebbia al sole. Talvolta avevo provato a pregare, raccontandogli il mio dolore, ma effettivamente non riuscivo del tutto ad accostarmi a Dio e a comprendere che Lui era la Gioia! Lei ha fatto parte del mio cammino. Sì, perché nella mia ribellione ero in cammino alla ricerca di Dio: apparentemente lontana da Lui, mi stavo avvicinando per gettarmi tra le sue braccia per sempre. Mi accorgevo che, finché avrei sentito quella opprimente tristezza, sarei stata lontana da Dio e qualcosa non andava o almeno non del tutto. Quella tristezza però serviva per gettarmi definitivamente fra le sue braccia e capire in modo appieno che Lui era la gioia.
Ritorniamo al giorno di pioggia che non fu come quello di Andrea e Giuliano che si incontrarono e scontrarono con Licia nel famoso cartone animato degli anni 80 “Kiss me Licia”. Però il risultato fu più o meno il medesimo perché fu il momento in cui mi innamorai di Dio.
Cullata dallo sciabordio delle onde, in un silenzio impenetrabile, sentii chiaramente la forte presenza di Dio. Era una presenza invisibile, ma che esprimeva principalmente tre cose: sono invisibile, ma sono ugualmente reale e mi dimostro nella forza del tuo “sentire”; Io sono la pace; Io sono l'infinito... e in quel momento quel sentire, era una Presenza scissa dai miei sentimenti... perché in quel momento Lui era l'ultimo dei miei pensieri e mi ha dato la percezione esatta che io come umana non potevo comprendere del tutto l'infinito, ma che esisteva ed era uno dei suoi attributi; compresi che Lui non mi aveva abbandonato e che mi era sempre stato vicino. Fu un attimo. Dimostrazione che la Sua Presenza era reale era che da quel momento cominciai a frequentare nuovamente la Chiesa e i Sacramenti. Non ebbi più dubbi veri della Sua esistenza.
Fu poi un cammino: quel giorno avevo sì visto la luce, ma fu il principio di un cammino anche abbastanza faticoso perché dovevo imparare tante cose e piano piano lasciare che il Suo Amore mi plasmasse fin nel profondo del mio spirito, che tutto si concretizzasse anche nelle opere, sempre imperfette. Per farla breve il mio cammino in salita mi ha portato a vedere nella Chiesa mia Madre. Non mi sento mai sola e, nonostante i numerosi sbagli dei suoi membri non riesco ad allontanarmi da Lei. So bene e ne ho avuto esperienza, che ci sono persone che non corrispondono ai dettami del Vangelo, ma che io stessa non riesco ad essere ciò che vorrei essere. Più vado avanti nel mio cammino, più mi accorgo che tante sono le macchie della mia anima, il desiderio di fare del bene soffocato dal male e dai miei limiti fisici e psicologici. Per cui anche gli altri possono sbagliare, chi più chi meno.... e poi è venuto il momento in cui ho visto Cristo come l'unico mio Sposo e lo sarà sempre, nonostante l'uomo abbia cercato di soffocare questo desiderio. E ho capito che nessun uomo può prendere il posto di Cristo, nessuno, perché è il mio amore più grande, Colui che mi ha supportato nei momenti di bisogno, Colui che mi ha sempre amato nonostante i miei immensi limiti ed errori. Lui solo, nessun altro. Anche se la Chiesa mi ha ferita, anche se io non so bene del tutto ancora come concretizzare questo amore, Dio è il mio unico amore da cui dipendono tutti gli altri affetti, Dio è l'unica Persona di cui mi sono innamorata veramente...

venerdì 12 luglio 2019

Cammino spirituale

Siamo imperfetti, non c'è niente da dire, ma la cosa che dispiace molto a chi è impegnato in un cammino di perfezione è cadere... nell'imperfezione! Dopo tanto pregare e cercare di migliorarsi, ecco che si cade nelle cose più banali. Come fare? Brucia tanto essere caduti davanti agli altri e su una cosa alla quale si era lavorato parecchio per cambiarla, per razionalizzarla. Allora bisogna ricominciare, se davvero si vuole camminare verso Dio. Sbagliare davanti agli altri è salutare perché insegna l'umiltà e aiuta a comprendere cos'è la vera santità. Sì, perché non sbagliare mai implica la stima altrui o almeno un tornaconto personale e un non inquadrare bene l'identità della vera santità. È l'amore che santifica. Offrire a Dio ogni istante, anche i propri sbagli, unendolo alla vita di Cristo. Non dico di lasciare un cammino di perfezione, ma il sacrificio, l'offerta di questi attimi aiuteranno a sapersi dominare di più... e poi Dio farà il resto. Noi mettiamo solamente l'un per cento, il resto lo farà Dio e se non lo farà, vorrà dire che è per il nostro bene. Ricordiamo san Paolo quando disse che Dio gli aveva lasciato un spina nel cuore... un inviato di satana...“Ti basta la mia grazia”, l'aiuto, l'amore gratuito di Dio per la nostra piccolezza e la nostra imperfezione. Egli ci ama gratuitamente.

domenica 7 luglio 2019

Domenica

Pian piano riaffioro dal torpore del sonno, il silenzio lacerato dalle strida dei piccoli gabbiani che solcano il cielo per imparare a volare, accompagnato dalle grida festose di quelli adulte. Ore 5.30, ancora un po' di tempo prima di scendere dal letto ed iniziare la giornata. L'aria sembra scura, forse oggi è nuvoloso. Il tempo corre e mentre sono scivolata nuovamente in un sonno leggero, la sveglia suona e si ci deve alzare, anche perché stamattina si esce presto per andare a messa. Mi sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo, esattamente di un anno fa, quando me ne andavo a messa dai padri Cappuccini molto presto per poi aver tempo di studiare.
L'aria al mattino presto si veste di un qualcosa di speciale, come se il sole alzandosi lentamente dal suo giaciglio e spennellando di colori delicati il creato, volesse creare qualcosa di misterioso e volesse così alludere al fatto che ogni giorno è un dono di Dio, singolare e che ha il suo carico di sorpresa meravigliosa. Questa volta però non sono sola, viene A.
Il cielo è in effetti scuro... ma la pioggia con questo caldo sembra destinata ad essere un miraggio. Il dono della tranquillità al mattino presto non ha pari e come se il tempo indugiasse nella serenità di un giorno senza tramonto. Il vento gioca con le fronde degli alberi, a volte con delicatezza, altre con più arroganza, scagliando le inermi foglie sull'asfalto...
Anche noi siamo in cammino verso la domenica senza tramonto, inesorabilmente. La bellezza di questo creato nasconde questa favolosa realtà...

Doni

Ci sono certe cose nella vita che non si possono spiegare e che se ce le raccontassero, non ci crederemmo. Così è accaduto a me. A volte mi capita di fare sogni che anticipano la realtà che accadrà. Me ne accorgo perché mi si stampano nella mente e non riesco a scordarmeli nemmeno a distanza di anni e anni. Me ne avvedo maggiormente ultimamente, perché il mio futuro, rispetto a prima, ha molte incognite o strade da percorrere. L'ultimo sogno trattava proprio di una mia collega e amica. Non racconto il sogno per riservatezza, ma esso aveva il ben preciso scopo di indurmi a pregare per lei. Alcune volte chiedo io stessa un segno attraverso il sogno... qualche volta mi viene concesso, ma il più delle volte no. È una cosa curiosa. È vero anche che questi sogni non mi concedono una pappa pronta, ma vanno soggetti a interpretazione che comunque si sviluppa via via che si dipana il vissuto quotidiano. Non rendono quindi l'esistenza più facile. Non è scontato nemmeno che presti fede a tali fenomeni con disinvoltura, è semplicemente il tempo che dà ragione ad essi. È forse un dono di Dio da custodire e soprattutto non mio che mi potrebbe essere tolto in qualunque momento della mia vita... per adesso ringrazio di questo il buon Dio e cercherò di usarlo per aiutare gli altri.

sabato 6 luglio 2019

Vacanze

Sono in vacanza dal 30 giugno. Avevo proprio bisogno di riposo, già il fatto di potermi alzare più tardi, ha fatto molto.
Le giornate trascorrono tranquille, anche se il caldo afoso si fa sentire con le sue sferzate bollenti. Ad ogni modo faccio ugualmente le mie passeggiate. Per un certo periodo sono riuscita a dedicare un po' più tempo alla preghiera, in modo particolare alla meditazione, ma sento dentro il mio cuore che potrei fare di più. Tante volte mi perdo in altre attività, non trovo la forza in me, oppure la mia mente è talmente distratta che non riesce a soffermarsi più di tanto su un argomento. Non sento alcuna sensibilità dentro di me, mi sembra i aver fatto un salto all'indietro sia nella carità verso Dio che del prossimo. Una volta mi sembrava avere più slanci. A Lui durante la messa, domando più fede, la fede di credere che in quel pezzettino di pane c'è Lui e di vedere nel prossimo il suo volto.
La mia preghiera si esplicita nuovamente nella richiesta di render manifesta la sua volontà, non tanto dal punto di vista dell'attività da svolgere (scuola o altro lavoro), ma riguardo a ciò che desidera per la mia vita privata. Come desidera che io imposti la mia vita? Volontariato con i bambini? Forse quelli del G.? Oppure,oltre a questo, una vita ancor più impegnata?
Certamente devo fare i conti con le mie forze. Se il buon Dio mi ottenesse di stabilizzare la mia vita professionale, forse sarei più tranquilla nell'organizzare la mia vita privata. Non sembra, ma la stabilità, seppur dia molti più impegni, rende sicuramente l'organizzazione più agevole. Sì, perché dal punto di vista professionale ho fatto anche il concorso straordinario della scuola primaria e quindi avrei due possibilità. Per adesso sembra che il buon Dio mi dia carta bianca sia nella scuola dell'infanzia che nella scuola primaria. Appunto... dal punto di vista professionale ho capito ormai che devo dedicarmi ai bimbi e che quella è la vocazione a cui mi ha chiamato. Adesso vedremo...abbandoniamoci al buon Dio e alle sorprese che lui cela dietro l'angolo!