Siamo imperfetti, non c'è
niente da dire, ma la cosa che dispiace molto a chi è impegnato in
un cammino di perfezione è cadere... nell'imperfezione! Dopo tanto
pregare e cercare di migliorarsi, ecco che si cade nelle cose più
banali. Come fare? Brucia tanto essere caduti davanti agli altri e su
una cosa alla quale si era lavorato parecchio per cambiarla, per
razionalizzarla. Allora bisogna ricominciare, se davvero si vuole
camminare verso Dio. Sbagliare davanti agli altri è salutare perché
insegna l'umiltà e aiuta a comprendere cos'è la vera santità. Sì,
perché non sbagliare mai implica la stima altrui o almeno un
tornaconto personale e un non inquadrare bene l'identità della vera
santità. È l'amore che santifica. Offrire a Dio ogni istante, anche
i propri sbagli, unendolo alla vita di Cristo. Non dico di lasciare
un cammino di perfezione, ma il sacrificio, l'offerta di questi
attimi aiuteranno a sapersi dominare di più... e poi Dio farà il
resto. Noi mettiamo solamente l'un per cento, il resto lo farà Dio e
se non lo farà, vorrà dire che è per il nostro bene. Ricordiamo
san Paolo quando disse che Dio gli aveva lasciato un spina nel
cuore... un inviato di satana...“Ti basta la mia grazia”,
l'aiuto, l'amore gratuito di Dio per la nostra piccolezza e la nostra
imperfezione. Egli ci ama gratuitamente.
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