martedì 4 giugno 2013

Fede

È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho scritto. La Madonna della Guardia mi protegge, ne sono sicura. Prima che mi accada qualcosa d’importante, ecco che la vedo in ogni dove, cominciano ad apparire le sue immaginette ovunque. È capitato così anche l’ultima volta, ve lo avevo accennato nell’altro post. Apparivano le sue immaginette come dal nulla e… ci crederete o no, ho finalmente trovato un padre spirituale. La Madonna sembra quasi volermi avvertire con questi piccoli segni della sua presenza o che farà qualcosa di speciale a mio riguardo. Ho ancora molto bisogno di lei. È vero che dovremmo aver fede comunque, anche se non abbiamo questi piccoli segni, ma penso che sia una delicatezza della Madonna nei miei confronti, per farmi comprendere che ciò che mi sta accadendo non è un caso fortuito, ma è tutto secondo i piani di Dio. Già… Perché per me, soprattutto agli inizi, era difficile crederlo. Ad ogni modo, sta guidando la mia vita, con la sua presenza. È una consolazione ma a volte, siccome attendo un segno particolare, penso che si sia scordata di me. Sono andata alla Madonna del Monte, una scarpinata incredibile, su per quelle viuzze inerpicantesi per il monte. Il tempo era nuvoloso, sembrava non promettere nulla di buono, e poi era tardi. Erano appena le quattro ed io ero ancora sopra la stazione Brignole. Quanta strada avrei dovuto ancora percorrere per raggiungere il Santuario! E, detto fra noi, non ne avevo tanta voglia. Sentivo stanchezza e il pensiero di dover fare tutta quella salita, mi faceva saltare alla mente ogni possibile cambiamento di programma. Tentata fino all’ultimo. Prima ho sbagliato strada e, proprio nel mentre in cui m’incamminavo nuovamente per quella giusta, grosse gocce hanno cominciato a scurire l’asfalto. I piedi si sono rivolti istintivamente verso la strada del ritorno a casa. Io cammino moltissimo di solito, ma quel giorno sentivo un’avversione istintiva ad andare al Santuario, o meglio, a fare tutta quella strada. Mal di gambe, pioggia, di tutto, insomma, ogni scusa era buona perché non mi sentivo di andarci. La mia volontà però ha ben ordinato al mio corpo di andare: ogni pellegrinaggio deve essere condito di un certo sacrificio offerto. Non si può andare come se fosse una gita piacevole. Certamente ogni volta che mi reco al Santuario ho sempre qualcosa da offrire. Per andare su, seppur ci siano 5 gradi, si suda, tanto è ripida a tratti la salita. Quel giorno, però, la fatica fisica era accompagnata da quella spirituale. Finalmente giungo alla salita… non è possibile! Già come vi ho detto ho faticato molto ad andare, poi ecco spuntare una macchina con due cani che parevano famelici. Attraverso il vetro abbaiavano freneticamente e l’idea di trovarmeli liberi davanti al piazzale della chiesa, non era di certo così allettante. Sennonché la stessa macchina trasportante le belve deve fermarsi e lasciar passare una processione di macchine che scendevano: la fila non finiva più. Uno, due, tre…. Non finivo mai di contare! Sono stata ferma ad aspettare quasi dieci minuti, se non di più, ma alla fine, sono riuscita ad arrivare al Santuario… Madonnina mia, se non ti ho offerto oggi un sacrificio e non una semplice passeggiata, non so quando mai te lo offrirò. Mi è costata così tanto!
I giorni dopo ho cominciato a stare male. Benissimo, sarà la risposta della Madonna? Non lo so però la cosa mi ha fatto meditare molto sul dolore. Quando il dolore è molto forte, non importa più nulla. Non esistono più gli altri problemi come se fossero stati avvolti da una nebbia fittissima che ha ingoiato anche la tua mente. Non ti importa più di nulla se non dell’eternità. Tutto assume una dimensione giusta e solamente ciò che conta davvero emerge. Si diventa fragili, anche lo spirito cede… Quanto impegno per superare un difetto! E che brutto quando ci si cade nuovamente. Si ha l’impressione che tutto il lavoro fatto su se stessi, sia stato inutile, che si è sempre soggiogati dal corpo e che questo, seppur sia destinato a diventare polvere, pare comandare e prendere il sopravvento. Eppure, il Regno di Dio è la cosa più importante della mia vita. I problemi, che in realtà non sono pochi e sono reali, vengono filtrati attraverso questa mia convinzione e perciò perdono consistenza, si colorano di fiducia e di speranza di cui talvolta provo paura. Sì, paura perché temo di rimanere delusa, di aver riposto fiducia per nulla… Un po’ quello che accadde a Giobbe. Oltre alla malattia, tutti i suoi amici si burlavano di lui, gli rinfacciavano il fatto che forse aveva peccato e lo ignorava e che quel peccato era conseguenza della sua malattia. E Giobbe aveva fiducia in Dio, nonostante avesse perso tutto in un sol colpo. Mi sembra di essere così: di avere tanti progetti, speranze, destinate poi a rimanere illusioni. È  proprio qui che si valuta la propria fede…

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